Domenica, 20 Luglio 2008 NotizieRivera: "E' della mia famiglia la villa sul Lungotevere. Volevamo ospitare Del Turco"Duro attacco del capo di gabinetto dell'ex Governatore a Vincenzo Angelini«La lussuosa villa sul Lungotevere a Roma è di proprietà della mia famiglia dal 1900, sull'immobile non c'è nessun compromesso perchè non abbiamo intenzione di venderla. C'era invece intenzione di metterne momentaneamente un piano a disposizione del presidente Del Turco vista la sua difficoltà legata allo sfratto esecutivo che ha ricevuto nella casa in affitto in via del Babuino. Ma non è stato possibile perchè gli affittuari non me lo hanno permesso»: così il capo di gabinetto della Presidenza della Giunta regionale, Vincenzo Rivera, sentito come persona informata sui fatti dalla Procura di Pescara, sull'immobile che, secondo l'accusa, sarebbe stato acquistato con parte delle tangenti versate da Vincenzo Angelini a Ottaviano Del Turco. «Io e la mia famiglia -ha detto Rivera, consigliere comunale Pd all'Aquila e presidente dell'Aquila rugby- volevamo ospitare il governatore per il tempo necessario a fargli trovare un'altra casa, visto che quella di via del Babuino deve lasciarla per lo sfratto, e non può confermarla perchè il fitto presso la Reale Mutua è salito da 3.200 a 12mila euro al mese».
Rivera ha anche parlato della presenza dell'ex presidente della Fira Giancarlo Masciarelli all'incontro di Del Turco con l'ex ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa: «In quel viaggio a Roma, nella macchina con il presidente Del Turco e Masciarelli c'ero anch'io. Durante il viaggio si parlò solo di conti, cifre e percentuali e nulla più. Il colloquio fu molto formale, segno che il presidente subì Masciarelli perchè a mio avviso era il custode dei conti della sanità nel periodo della cartolarizzazione attivata e condotta dalla precedente Giunta regionale di centrodestra. Ricordo che Masciarelli aveva una serie di elaborati grafici, statistici e riassunti narrativi personali, voglio dire non su carta intestata di qualche ente».
E ancora, Rivera ha parlato di Angelini: «Un discutibile imprenditore sull'orlo della bancarotta ha preferito avvalersi di una legge speciale sul pentitismo evitando il carcere. Questa speciale legge sul pentitismo ha permesso ad Angelini di trasformare in prova le sue dichiarazioni, costringendo politici estranei ai fatti a dover dimostrare tale estraneità a causa dell'inversione dell'onere della prova. Le dichiarazioni di chi ti chiama in causa per correità hanno valore di prova».
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