Martedì, 19 Luglio 2011 Vasto

Remo Gaspari nel ricordo di chi lo ha intervistato centinaia di volte

Riusciva a ricostruire vicende e fatti con una cronologia ed una precisione impressionanti

Ho conosciuto Remo Gaspari negli anni sessanta in occasione di una sua visita nella sezione della Democrazia Cristiana di Vasto. Mi presentò a lui quel signore della politica italiana che rispondeva al nome del compianto senatore Giuseppe Spataro. Ero giovanissimo. Ricordo l’emozione di quell’incontro. Poi, nel tempo ebbi modo di frequentarlo con una certa assiduità per via della mia attività giornalistica.
C’è stato un periodo, quello a cavallo tra il 1980 ed il 1993 nel corso del quale - svolgendo io le funzioni di direttore in alcune emettenti televisive private regionali - ebbi modo di avere con l’On.le Remo Gaspari continui contatti.
Era il periodo d’oro del Ministro abruzzese che ricopriva incarichi prestigiosi in diversi importanti ministeri dei vari Governi che, a quell’epoca, si succedevano l’uno all’altro con una certa frequenza.
Con Gaspari organizzai una serie di lunghe interviste televisive dedicate ai temi più attuali di quel periodo.
Lui, sempre cordiale ed affabile, mi riceveva nella sua casa di Gissi o nel Municipio del suo paese, nei diversi ministeri romani, sulla terrazza dell’Hotel Sabrina di Vasto Marina dove trascorreva quelle che lui definiva “vacanze” ma che, di fatto, era la continuazione dei rapporti che aveva con tutti: dai potenti ai più umili. Bastava mettersi in fila, senza farsi annunciare.
Quando rientrava in Abruzzo si preoccupava di avvisarmi fissando un appuntamento per una intervista nello studio televisivo.
Ogni volta che lo vedevo mi domandava: “ma gli altri fanno la stessa cosa?”.
Alla mia risposta negativa borbottava qualcosa aggiungendo “non hanno capito che la politica è un impegno che ti prende 24 ore su 24”.
Uomo dotato di una memoria eccezionale Remo Gaspari era capace di parlare per ore ricostruendo periodi storici con nomi, cognomi e date precise dando una logicità ed una consequenzialità a quello che raccontava.
Ricordo anche quando fu colpito da un ictus mentre si trovava nella sede comunale di Gissi.
Furono quelle giornate, settimane di apprensione per i cittadini abruzzesi, per i suoi elettori.
Come ricordo il giorno in cui tornò in pubblico. Lui, potente uomo della politica italiana, si ripresentava alla sua gente nel piccolo borgo di Quadri.
Quel giorno eravamo tutti in quel paesino della Val di Sangro, con telecamere e taccuini, per constatare lo stato di salute dell’uomo, del politico, dell’amico.
Ed anche in quella circostanza, non curante delle raccomandazioni dei medici, buttò giù un intervento di grande spessore politico ed umano.
Sì, perché Remo Gaspari era un uomo dotato di una grande umanità, di una grande sensibilità
Dinanzi al portoncino della sua abitazione di Gissi, in corso Italia, hanno sostato migliaia e migliaia di cittadini.
Lui li riceveva tutti. Prendeva appunti e cercava di intervenire per dare risposte agli abruzzesi.
Come ricordo la sua gioia il giorno in cui riuscì ad inaugurare l’ospedale di Gissi.
Per quell’opera era finito nella bufera con interrogazioni ed interpellanze parlamentari.
Come pure ricordo il Suo dolore, il Suo rammarico per la quasi chiusura di quello stesso presidio ospedaliero.
Proprio sabato 9 luglio, parlando nella sua Gissi ai suoi concittadini, riferiva di un incontro avuto con il vice presidente della Regione Lazio il quale gli aveva confermato che da quelle parti non era stato chiuso nessun ospedale. “Non capisco – disse - perché in Abruzzo sono stati tagliati così tanti ospedali”.
La tenerezza di Remo Gaspari è riaffiorata prepotente nel suo ultimo incontro con i gissani. Nel ricordare il padre emigrante disse: “Mio padre mi raccomandò di non chiudere mai questa casa di Gissi, frutto di sacrifici e sudore. Io ho mantenuto fede a quella promessa. Dopo di me non so cosa accadrà”. La stessa tenerezza che lo portavano ad avere gli occhi lucidi ogni qualvolta ricordava la moglie. Proprio in quei momenti si avvertiva il suo desiderio di ricongiungersi a Lei nell’al di là.
A noi pubblici amministratori aveva dato appuntamento a fine estate a Roma per tentare di risolvere alcuni dei problemi più spinosi che interessano Vasto ed il suo territorio. A 90 anni voleva ancora rendersi utile per la sua gente per il suo territorio.
“Ora – mi diceva questa mattina un collega consigliere provinciale – Remo ci seguirà dal cielo e ci aiuterà a superare questo difficile momento che la nostra Italia sta attraversando”.
In questi momenti, mentre scrivo queste cose, ripenso a “Zio Remo” ed a tutti gli insegnamenti che ha saputo darci.
Di lui continuerà a parlare la storia, in particolar modo quella della nostra Regione.
Io mi inchino dinanzi alla Sua salma e Lo ringrazio per i valori e gli insegnamenti che ha saputo trasmettermi nel corso di questa lunga e consolidata amicizia.

Giuseppe Forte