Martedì, 26 Novembre 2024 Abruzzo

Alla Tekne di Ortona a rischio ben 200 posti di lavoro

La Fiom di Chieti richiama l'attenzione della politica

"La Tekne, fino a qualche mese fa contava oltre 200 persone tra operai specializzati, ingegneri, progettisti e tecnici. L’azienda da un certo punto di vista è la società rivelazione del territorio della provincia di Chieti, è una delle poche che ha registrato un tasso di crescita elevatissimo in un lasso di tempo brevissimo, è una delle poche, o forse unica azienda, che ha una visibilità con un portafoglio ordini già conosciuto fino ad almeno il 2035. È un’azienda però con grosse difficoltà, dovute a questa crescita esponenziale, non sostenuta da adeguate risorse finanziarie e da un’organizzazione per quanto esperta, non adatta ad una espansione nei mercati ed ad una crescita così repentina. Oggi la situazione ci consegna un’azienda che aveva oltre 200 dipendenti, dato comprensibilmente in fase calante a causa di dimissioni dovute al ritardo dell’erogazione degli stipendi che oramai è a tre mesi", così il segretario provinciale Fiom Chieti, Andrea De Lutis, descrive la situazione della Tekne spa, azienda italiana con sede legale a Poggiofiorito, con sedi operative a Poggiofiorito e Ortona oltre ad un magazzino a Guastalla (RE). Nata in Abruzzo da una famiglia abruzzese, sempre più radicata nel territorio, la Tekne si occupa di progettazione, produzione e allestimento di veicoli industriali, speciali e militari; si occupa inoltre di progettazione, produzione ed integrazione di sistemi complessi e di apparati elettronici in ambito militare e civile.

"L’azienda oltre ad avere difficoltà nel pagare le lavoratrici e i lavoratori, non è riuscita ad onorare una parte importante degli impegni con i fornitori. Ad oggi siamo in attesa di notizie sull’erogazione di uno degli stipendi che ci aspettavamo entro il 20 novembre, a tutt’oggi non ci sono notizie e nonostante le sollecitazioni l’azienda non da informazioni in tal senso - continua De Lutis -. Preoccupati dalla situazione, nei mesi scorsi come Fiom abbiamo aperto un tavolo presso la Regione Abruzzo e abbiamo avviato una serie di discussioni con l’assessore Magnacca, abbiamo coinvolto la Fiom nazionale per avere un supporto e abbiamo tenuto, e continuiamo a tenere, una serie di incontri ravvicinati nel tempo con la Tekne, per monitorare costantemente la delicata situazione".

"Questa è una vertenza molto complessa, non parliamo di delocalizzazioni, mancanza di commesse o comunque dei consueti problemi che ci troviamo ad affrontare, è una vertenza che stiamo gestendo con una modalità che non potrebbe essere diversa, un approccio diverso, per il genere di azienda e per le attività che svolge, ci siamo trovati davanti una serie di situazioni ed equilibri che se non mantenuti, avrebbero favorito la cessazione dell’attività e/o avrebbe dato alibi ad altri che volevano arrivare a questo triste epilogo per poi lucrare sulla situazione. Abbiamo scelto con i lavoratori il percorso più difficile, soprattutto per loro - dice il segretario provinciale Fiom -. A seguito delle difficoltà, dal canto suo, l’azienda ha avviato una procedura volontaria chiamata “composizione negoziata”. Questa procedura, vede la nomina da parte della camera di commercio di un soggetto esterno denominato “esperto”, questa persona, che è un professionista di Lanciano, ha il compito di vigilare sull’operato aziendale di concerto con il tribunale, dare suggerimenti e alla fine del periodo previsto, redigere una relazione che nei fatti potrebbe anche decidere il futuro dell’azienda. Il suo documento, potrebbe decretare il fallimento dell’azienda, una procedura di concordato o la continuità perché nel frattempo l’azienda, potrebbe essere riuscita a risollevare le proprie sorti. Come Fiom, unitamente alle Rsu, vista l’importanza della figura dell’esperto, abbiamo tentato più e più volte di incontrarlo, dobbiamo dire con profonda delusione che questo incontro nei fatti non c’è mai stato, nemmeno per l’avvio della discussione sulla cassa integrazione, momento dove, a nostro avviso, si sarebbe dovuta tenere la discussione anche alla sua presenza".

"Ad oggi, dopo quattro mesi di attività, non siamo riusciti ad avere notizie del suo punto di vista, avremmo voluto chiedere anche a lui oltre che a Tekne, visto che lo prevedono le procedure, un piano di recupero delle mensilità arretrate. La Tekne in questa fase ha chiesto anche il supporto di una nota società di fama mondiale di nome Deloitte, un’azienda multinazionale britannica di servizi di consulenza e revisione. La procedura avviata dall’azienda ha una durata di 4 mesi, in questo lasso di tempo tutti i creditori, (tranne i lavoratori), non possono intraprendere azioni di recupero deicrediti vantati. Questa scadenza è oramai prossima, fra pochi giorni sarà il momento della verità, questo termine arriverà e non ci sono molte ipotesi da fare se non la continuità o la fine dell’azienda, che se dovesse verificarsi, porterebbe dietro anche la cessazione dei posti di lavoro della Tekne e dell’indotto - dice De Lutis -. Da sempre, come organizzazione sindacale, abbiamo pensato e dichiarato su tutti i tavoli che la Tekne avesse bisogno di un’organizzazione più forte a tutti i livelli, e dell’ingresso o dell’acquisizione da parte di una società che avesse la forza di portare avanti la struttura aziendale. Negli ultimi incontri, sia Tekne che Deloitte ci hanno informato di trattative avviate in fase di conclusione con un grosso gruppo Italiano quotato in borsa. La società è stata più volte in visita ad Ortona sia con i propri collaboratori che con l’amministratore delegato, siamo a conoscenza che questa settimana probabilmente sarà quella decisiva. Non possiamo che richiamare tutti gli attori in causa, Tekne, Deloitte, Esperto, Regione Abruzzo ma anche e soprattutto il ministero della Difesa, ad una forte presa di responsabilità per spingere verso la salvezza di questi posti di lavoro, la continuità della Tekne che oramai, oltre ad essere un’azienda di interesse locale, lo è fortemente diventata anche a livello nazionale. Lo stesso impegno - conclude - lo chiediamo per un urgente e non procrastinabile erogazione degli stipendi. Le lavoratrici e i lavoratori della Tekne, hanno tanti motivi in più per aderire allo sciopero generale del 29 novembre 2024".