Giovedì, 20 Giugno 2024 Abruzzo

Caso Quaglieri: due delibere nel mirino della Procura

Inchiesta su abuso e falsità in atti d'ufficio

Sono due gli atti di giunta in materia sanitaria nel mirino della Procura dell’Aquila, nell’ambito dell’inchiesta sul presunto conflitto di interessi relativo a Mario Quaglieri, assessore regionale al Bilancio di Fratelli d’Italia, rieletto con quasi 12mila voti alle elezioni del 10 marzo scorso e, contestualmente, fin dal primo mandato nel 2019, medico chirurgo a contratto con alcune cliniche private della provincia dell’Aquila.

Ora sotto indagine per le ipotesi di reato di abuso d’ufficio in concorso e falsità in atti d’ufficio, assieme a Lucia Di Lorenzo, proprietaria della clinica Di Lorenzo, presso la quale il recordman di preferenze ha lavorato e lavora come chirurgo con un rapporto di lavoro non di dipendente, sotto indagine per il solo abuso d’ufficio. In entrambi i casi le accuse, ovviamente, sono tutte da dimostrare.

Aspetto dirimente dell’inchiesta per la Procura, come riferisce il quotidiano Il Centro, sarebbe che Quaglieri, avrebbe omesso di astenersi in qualità di assessore, sui provvedimenti di Giunta in materia sanitaria, che hanno riguardato anche una clinica, la Di Lorenzo, da cui lo stesso Quaglieri ha percepito, per la sua attività di chirurgo, la quasi totalità del reddito annuale.

Il primo atto è dunque quello del 28 dicembre scorso, quindi prima delle elezioni regionali, con cui l’esecutivo Marsilio ha dato il via libera all’assegnazione di budget alta specialità a sette strutture sanitarie private dell’Abruzzo, tra cui la Di Lorenzo, per “il recupero della mobilità sanitaria per prestazioni ospedaliere di alta complessità”, votato anche da Mario Quaglieri.

Queste le cliniche destinatarie dei 20 milioni:  in provincia di Pescara, la casa di cura Pierangeli di Pescara, 7.898.044,91 euro e Villa Serena di Città Sant’Angelo, per 5.014.478,91 euro; in provincia di Chieti, la casa di cura Spatocco di Chieti, per 104.708,43 euro, in provincia dell’Aquila le cliniche Villa Letizia, dell’Aquila, 2.987.798,76 euro, la Ini di Canistro, 1.921.176,67 euro, l e L’Immacolata di Celano, per 452.248,33 euro.  E appunto la Di Lorenzo di Avezzano, per 1.621.543,98 euro-

Gli uffici della Giunta regionale d’Abruzzo hanno comunque comunicato in autotutela alla Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, la necessità di congelare l’erogazione di quota parte dei 20 milioni di euro previsti, in attesa del chiarimento della vicenda.

La seconda  delibera, solo ora salita alla ribalta delle cronache, riferisce il quotidiano Il Centro, è del 30 agosto dello scorso anno, con Quaglieri presente in giunta, e avente ad oggetto il rinnovo dell’accreditamento istituzionale ex Dca per l’attività ospedaliera e “accreditamento istituzionale dei servizi specialistici a seguito della sentenza Tar 301/2022 della casa di cura Di Lorenzo di Avezzano”, Provvedimento che riguardava una serie di servizi specialistici, anche di chirurgia.  Nella clinica dove evidenzia il Centro, Quaglieri trae buona parte del suo reddito annuo.

Quaglieri e Di Lorenzo ieri mattina, con un blitz di carabinieri e guardia di finanza, hanno subito una perquisizione e un sequestro di documenti, il primo nella sua casa di Trasacco, la seconda nella struttura sanitaria ad Avezzano.

Le forze dell’ordine sono state anche nella sede della Giunta regionale a palazzo Silone all’Aquila e in quella dell’assessorato alla Salute a Pescara.

L’inchiesta, coordinata dal pm Marco Maria Cellini, tende a fare luce sullo status dell’assessore, uomo forte di FdI e politico molto vicino al presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio, anche lui di FdI, in particolare se è possibile che un amministratore regionale può lavorare per strutture convenzionate con il servizio sanitario nazionale alle quelli oltretutto la Regione, proprietaria delle quattro Asl provinciali, assegna fondi per servizi sanitari.

In riferimento alla clinica, carabinieri e guardia di finanza vogliono verificare il rapporto di lavoro con il medico chirurgo-assessore, che dal 2019 ha sempre dichiarato ai competenti uffici del consiglio regionale il doppio reddito, e il trattamento economico.

Le indagini scattate con un precedente blitz dei carabinieri a palazzo Silone ad inizio di maggio, e proseguono nel massimo riserbo.

Al lavoro della Procura ha fatto da contraltare finora il pronunciamento di correttezza e quindi di assenza di incompatibilità per Quaglieri da parte della Uffici del consiglio regionale, della Giunta per le elezioni, che con i voti della maggioranza di centrodestra si è espressa favorevolmente e del Consiglio regionale, il 13 giugno scorso, sempre con i voti della coalizione al governo che il 10 marzo scorso è stata riconfermata, per la prima volta nella storia della Regione, per il secondo mandato. Durante la seduta consiliari le opposizioni sono uscite dall’aula.

A denunciare, sia pure tardivamente, nei mesi scorsi la presunta incompatibilità è stato dopo le elezioni il Partito democratico in particolare il consigliere regionale aquilano Pierpaolo Pietrucci con una serie di azioni tra cui un esposto all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), che però nel suo parere si è dichiarata non competente in materia rimandando l’esame alla giunta regionale abruzzese e al Consiglio regionale.

Intanto ieri sera è arrivata alle redazioni giornalistiche, una nota del legale di Quaglieri, l’avvocato Carlo Polce: “Desta sconcerto che si torni nuovamente sulla questione del conflitto di interesse nonostante che l’ANAC e la Giunta per le elezioni in seno al Consiglio Regionale abbiano chiarito una volta per tutte che non c’è incompatibilità tra il ruolo di medico chirurgo con il rapporto libero professionale e la carica di consigliere e di assessore regionale”.

“Occorre precisare che le proposte di delibere di Giunta Regionale in merito agli accreditamenti verso le strutture sanitarie vengono predisposte nell’interezza dal Dipartimento dell’Assessorato alla Sanità che ne ha esclusiva competenza, mentre l’assessorato al Bilancio non ha alcun potere e non incide nel contenuto delle stesse. Occorre altresì sottolineare che le strutture sanitarie destinatarie delle delibere sono individuate dagli uffici competenti, non da quelli dell’Assessorato al Bilancio e, comunque, l’entità degli accrediti sono stabiliti da algoritmi previsti dalla legge. Pertanto, l’assessore al Bilancio Quaglieri non poteva individuare né il beneficiario dell’erogazione e men che meno incidere sulla determinazione dell’entità degli accrediti”.

“Stando così le cose, è evidente che l’Assessore Quaglieri non può aver commesso i fatti contestati che appaiono essere frutto di un abbaglio giuridico”, conclude l’avvocato Polce.