Giovedì, 14 Settembre 2023 VastoLla creatività di artisti straordinari come Carla Cerbaso e Francesco IacovettiLa mostra nasce dalla fusione di alcune esperienze pittoriche e scultoree avvenute nel 2022-2023STIGMA è come un racconto polifonico, polisemantico, polimorfo; è un organismo multiforme che proviene da un multiverso sapido di materiale onirico individuale e collettivo mescolato alla purezza rigorosa della geometria, alla magia dei simboli archetipici e alla realtà aumentata figlia della tecnologia di ultima generazione. STIGMA nasce dalla creatività di artisti straordinari come Carla Cerbaso e Francesco Iacovetti ed è la sintesi sublime e felice di linguaggi e di personalità, di fogli bianchi riempiti fino allo spasimo di forme e dettagli che pure si innalzano come inni all'eleganza e all'equilibrio. Lo STIGMA è IL SEGNO creativo che, nato già perfetto e definitivo da semplici penne a sfera, prolifererà indelebile nella nostra memoria intersecando la nostra sensibilità e la nostra percezione del mondo. La mostra nasce dalla fusione di alcune esperienze pittoriche e scultoree avvenute nel 2022-2023 come "Cavità", esposta presso l'Aurum, "Dune", presentata presso la Fondazione PescarAbruzzo, e "Ascolta", allestita presso il Museo delle Genti d'Abruzzo. Molte sono dunque le modalità di comunicazione utilizzate dagli artisti consapevoli che l'Arte è la via migliore per raggiungere la profondità dell'anima di chi crea e di chi rielabora il messaggio. Avere il coraggio di uscire fuori dai propri limiti consueti è la condizione necessaria per aprirsi alla lettura di STIGMA. Nel perdersi come individuo determinato e circoscritto, l'osservatore si lascia prendere per mano dagli artisti per entrare in una dimensione altra, patrimonio e habitat psichico, in cui Carla Cerbaso e Francesco Iacovetti si muovono con disinvolta ritualità e ci guidano come sciamani. L'arte metafisica è solo uno dei riferimenti culturali rintracciabili in STIGMA infatti non possono sfuggire le allusioni a mitologie di vari ambiti, da quello cristiano a quello greco, dallo sciamanesimo ai miti platonici. Molto forte è il collegamento con la geometria sacra, le proporzioni numeriche di Fibonacci, della sezione aurea e dello spazio non euclideo; la psicanalisi, inoltre, è il connettivo coerente e onnipresente, una sorta di sacco amniotico in cui prendono forma le narrazioni che si susseguono, si innestano e si sovrappongono le une alle altre come accade nei sogni o nel flusso di coscienza. Cospicui e cristallini, ma rielaborati in chiave personalissima, sono i riferimenti più propriamente pittorici: vi sono echi di Escher, del Surrealismo, di Mirò, Dalì, dell'Arte metafisica di De Chirico e persino di quella anamorfica. Per quanto riguarda la scultura, la levigatezza delle forme, sempre essenziali, ricordano l'Art Nouveau, ma anche Rodin e la grande tradizione classica. Acuta è l'analisi psicologica delle movenze fisiche, lo studio tecnico delle possibilità plastiche del materiale utilizzato, l'argilla, il bronzo o la pietra, e la cura attenta per la scelta della finitura coloristica scelta per delineare i modellati che splendono per l'autenticità dell'ispirazione e la naturalezza dell'eleganza. Anche le sculture vivono di una dimensione archetipica, parlano di Anima e di Animus, di principio femminile e maschile, che dialogano e si intrecciano in un'intensa ricerca di comunicazione, vibrano del senso tragico del tempo e della vita in cui l'amore diventa la condizione esistenziale vagheggiata o sofferta, l'ancora di salvezza agognata da due naufraghi e al tempo stesso la tempesta che li tormenta. Si percepisce il paradosso di chi raggiunge la consapevolezza di se stesso in un supremo, quasi disperato, atto di abnegazione, un abbandonarsi al fluire dei corpi, delle sensazioni e dei sentimenti, un accettare lo scioglimento della propria individualità per elevarsi ad una unità superiore il cui significato è al tempo stesso cosmico, estetico, etico ed esistenziale. E in questo le sculture partecipano con coerenza al messaggio esistenziale complessivo declinato dalla mostra. STIGMA ha il mistero dell'Eros e la forza fascinatrice delle rune, si offre all'osservatore con simboli di una sacralità antica squisitamente umana che, come il Mito, parla a tutti, sempre e dovunque. STIGMA è il segno creativo che continuerà a risuonare nel profondo della nostra memoria. Maria Gabriella Ciaffarini |