Giovedì, 14 Settembre 2023 VasteseL'esplosione causata da una granata. Recuperati i corpi delle tre vittimeLo strazio dei familiari di Gianluca De Santis, Fernando Di Nella e Giulio RomanoSarebbe stata una granata d’artiglieria a provocare l’incidente di ieri alla Esplodenti Sabino di Casalbordino, che ha mietuto tre vittime. Cosa sia successo e di chi siano le responsabilità sono domande che aleggiano al tribunale di Vasto. Una granata, quindi, e i legali della Esplodenti spiegano lo sconcerto dell’azienda di fronte a questo nuovo tragico incidente. Sono stati intanto recuperati e portati all’obitorio dell’ospedale di Chieti, a disposizione dell’autorità giudiziaria, i corpi dei tre lavoratori morti ieri mattina: Fernando Di Nella, 50 anni di Lanciano (Chieti), Gianluca De Santis (40) di Palata (Campobasso), e Giulio Romano (56) di Casalbordino. L’area dell’incidente è stata messa sotto sequestro. Da quanto emerge, c’era Fernando Di Nella sull’ordigno, che viene descritto con un artificiere esperto in demilitarizzazioni che da decenni compiva le stesse operazioni: saranno le indagini a spiegare se in questo caso si sia trattato di spoletta difettosa o di errore umano, ma si sottolineano le stringenti regole di sicurezze messe in campo con le prescrizioni post 2020, le numerose ispezioni e tutti i collaudi operati al termine dei nuovi lavori, costati circa un milione di euro. Tre famiglie sono intanto distrutte, chiuse nel dolore lancinante. Gianluca De Santis lascia la moglie Debora e i figli Sara e Mattia. Da Palata in Molise partiva in auto ogni mattina, con il fratello Gabriele, anche lui ha addetto dell’Esplodenti Sabino. Sconcerto e dolore a Lanciano, che piange Fernando Di Nella originario di Paglieta, residente in via D’Annunzio che era già scampato alla morte nel 2020 nell’altra esplosione che ha fatto anche lì 3 vittime lascia la moglie Giuliana e le figlie Monia e Sara. Era caporeparto e prossimo alla pensione. Giulio Romano era originario di Casalbordino, aveva lavorato in Inghilterra, a Roma e in Nord Italia. Un amante della musica e suonava infatti in una band e aveva anche un laboratorio di oreficeria. Separato, lascia una figlia e la nuova compagna con cui da poco si era trasferito a Scerni. La madre è una maestra in pensione, lascia anche due fratelli, Stefano Antonio e Luca. Per ironia del destino, è in programma oggi al Tribunale di Vasto, l’udienza preliminare che segue la richiesta di rinvio a giudizio del procuratore Giampiero Di Florio per la morte di tre lavoratori nella precedente esplosione avvenuta a Casalbordino il 21 dicembre 2020, a causa della quale hanno perso la vita Carlo Spinelli, 54 anni di Casalbordino, Paolo Pepe 45 anni di Pollutri e Nicola Colameo, 45 anni di Guilmi. Sono dieci gli imputati e la società è sottoposta a procedimento penale per responsabilità amministrativa per omicidio colposo plurimo. Nicola Mario Di Carlo, sindaco di Pollutri non trattiene le lacrime. “È una tragedia immane. Ieri – ha detto – appena saputo dell’accaduto sono andato subito a Casalbordino per parlare ed essere vicino al collega sindaco Marinucci. Per noi la ferita di tre anni fa non si è mai chiusa e oggi stiamo rivivendo quel dramma. Nella ditta dove c’è stata l’esplosione lavorano due fratelli di Paolo Pepe. Ieri quando sono riscesi dalla fabbrica li ho abbracciati. Ci sono altri operai che conosco bene. È una tragedia e non ci sono altre parole”. Il sindaco di Guilmi, dove abitava Nicola Colameo, Carlo Racciatti, racconta lo stato d’animo del paese che conta poco più di 400 abitanti. “Due fratelli di Nicola Colameo – spiega il primo cittadino – lavorano lì e appena saputo dello scoppio li ho chiamati subito per sapere se stavano bene. Si è riaperto il dolore che non è mai passato anche perché Nicola Colameo faceva parte di alcune associazioni del paese e si dava molto da fare. Ieri sapendo che ci sono tre nostri compaesani che lavorano lì a Casalbordino, il pensiero è andato a loro”. Anna Di Pietro, la compagna di Paolo Pepe, ieri poco dopo pranzo era al cimitero di Pollutri, dopo due mesi circa che non andava sulla tomba del marito. Aveva dei fiori da mettere sulla lapide, quando sul telefonino le è apparso un messaggio: ‘è successo di nuovo’. Da immaginare la prima reazione della donna, difficile pensare cosa sia potuto invece apparire davanti agli occhi del fratello di Paolo, Antonio, che lavora anche lui alla Esplodenti e che era a 40 metri dalla deflagrazione di ieri. Antonio aveva tentato nel 2020 di soccorrere il fratello e gli altri due colleghi, ma ieri come allora, non ha potuto fare nulla. Terribili le condizioni dei tre corpi. Ha raccontato ai pochi con cui è riuscito a parlare che è stato un botto improvviso, incomprensibile viste le severe condizioni di sicurezza applicate dall’azienda dopo la tragedia del 2020, in virtù delle prescrizioni richieste per la riapertura del sito industriale avvenuta non molto mesi fa, dopo il sequestro effettuato dalla Procura di Vasto a suo tempo. |