Venerdì, 10 Dicembre 2021 AbruzzoA24-25: Stop alla concessione, Strada dei Parchi verso l'addioAllo studio la rescissione con un indennizzo da 2,5 miliardi di eurodi Filippo Tronca
La rescissione del contratto di gestione dell’A24 A25, in largo anticipo rispetto alla scadenza del 2030, e la richiesta allo Stato un indennizzo per la mancata remunerazione degli investimenti e mancati ricavi per il blocco dei pedaggi, per una cifra intorno ai 2,5 miliardi di euro. E con tanto di risarcimento danni da quantificare. L’ipotesi, che avrebbe del clamoroso, l’aveva adombrata durante l’audizione all’ottava commissione Ambiente della Camera il 7 ottobre scorso Mauro Fabris, vice presidente di Strada dei Parchi, società concessionaria dell’autostrada A24 A25, che collega l’Abruzzo a Roma, e che fa parte della holding dell’imprenditore abruzzese Carlo Toto. Ora da quanto si apprende, la svolta torna di grande attualità: anzi si fa estremamente concreta, tanto che i legali della società stanno già studiando l’iter da seguire. Stando a fonti interne a Sdp, la “pazienza sarebbe finita” per i tanti temi irrisolti sul tappeto e che vedono Ministeri e Istituzioni nazionali coinvolte con più di un contenzioso legale, tra cui autentici scontri con il Ministero per le Infrastrutture, estromesso per inadempienze dal Consiglio di Stato, dalla gestione del Piano economico finanziario (Pef), scaduto dal 2015, con la conseguente nomina di un commissario. Ed anche con Anas per il tira e molla su somme rivendicate per manutenzioni straordinarie e pedaggi. La decisione dei vertici di Sdp sembra molto vicina e sicuramente farà da sfondo alla visita di questa mattina all’Aquila del ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, Enrico Giovannini, sull’attuazione del Pnrr nel territorio aquilano e abruzzese. La rottura con conseguente contenzioso, ha alla base una situazione che la società definisce “insostenibile”, a causa innanzitutto della mancata approvazione, nonostante la nomina di ben due commissari, del Pef dal valore di 6,2miliardi di euro, di cui 2,2 miliardi a carico della concessionaria, per la messa in sicurezza sismica dell’autostrada A24-A25, previsto nella legge di stabilità del 2012 nella quale, a seguito del terremoto dell’Aquila del 2009, le due arterie si considerano strategiche in caso di calamità naturali. Un maxi investimento che porterebbe lavoro per una ventina di anni in Abruzzo con migliaia e migliaia di posti di lavoro e grande respiro per l’indotto, ha più volte evidenziato la concessionaria. E ancora in vista degli aumenti dei pedaggi, per Strada dei parchi considerata inevitabile se non si approverà il Pef in tempi strettissimi, nella peggiore delle ipotesi del 34%, ora congelati fino a gennaio da un emendamento della deputata aquilana del Pd Stefania Pezzopane, e contro cui affilano le armi i sindaci abruzzesi e laziali, pendolari e tutte le associazioni di categoria, visto che questo aumento rappresenterebbe un salasso insostenibile per cittadini e imprese. Aumenti che però da Sdp sono considerati necessari, lamentando il fatto che le tariffe, per effetto di una serie di decreti interministeriali, sono ferme ai valori del 2017, e contro il nuovo aumento già lavora il sottosegretario alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri. Tra le lamentele dei vertici della Sdp, c’è anche il fatto che le istituzioni più importanti del territorio, a partire dalla Regione, non sono scese in campo. Insomma, per la holding di Toto, l’autostrada sta diventando un campo minato e un pessimo affare, tanto che l’ingegnere Riccardo Mollo, amministratore delegato della società, ha lamentato nella stessa audizione dello scorso 7 ottobre, che il 57% dei pedaggi riscossi da Strada dei Parchi tornano allo Stato sotto forma di prezzo della concessione, iva e canoni di concessione vari, e che quindi solo il 43% resta al concessionario. Questo significa che praticamente sono tornati finora allo Stato 2 miliardi e con i 3 miliardi restanti la concessionaria “ha dovuto fare tutto, dalla manutenzione a pagare gli stipendi. Il risultato è che il totale dei dividendi che sono tornati agli azionisti della società in questi anni sono pari a zero”. Tra gli interventi a carico di Strada dei Parchi la riparazione dei viadotti, solo nove nel tratto tra L’Aquila e Tornimparte, dove è stato riconsegnato il 24 novembre quello di Sant’Onofrio, all’imbocco della galleria di San Rocco, abbattuto e ricostruito ex novo secondo le più avanzate tecnologie antisismiche. A complicare la gestione ci si è messo pure l’attraversamento degli animali selvatici, e a seguito dell’investimento di un cervo nel tratto autostradale marsicano nelle scorse settimane, critiche sono state scagliate al gestore da parte delle associazioni ambientaliste, per la mancata realizzazione delle recinzioni anti-attraversamento. Strada dei Parchi in una nota ha pertanto ricordato che “a fine luglio abbiamo raggiunto un’ulteriore intesa per l’installazione di 87 chilometri di nuove recinzioni, espressamente disegnate per impedire l’attraversamento della fauna delle locali riserve naturali, di ogni taglia. Sono trascorsi quattro mesi dalla firma e il progetto di un primo lotto di 4 chilometri da installare nella frazione di Carrito è stato completato, condiviso con il Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ed ISPRA, trasmesso il 13 settembre al Commissario Straordinario per l’approvazione e l’erogazione del relativo finanziamento a valere sul fondo complementare al Pnrr”. Iter però non ancora concluso, e anche su questo fronte di messa in sicurezza l’intervento complessivo e definitivo presuppone l’approvazione del Pef, atteso da anni, nonostante la nomina, nel giugno 2020, da parte del governo dell’ex ad di Rfi, dell’ingegnere abruzzese Maurizio Gentile, a commissario per la messa in sicurezza nell’ambito del “Decreto Rilancio” teso a sbloccare i cantieri, nomina ordinata dal Consiglio di Stato dopo che il Ministero per le infrastrutture, non avendo approvato il Pef entro il 30 ottobre del 2019 come sancito dal Tar al quale si era rivolta Sdp, era stato estromesso dalla competenza. Questa carica è stata affidata, prima, ad aprile 2020, al capo Dipartimento per il coordinamento amministrativo presso la Presidenza del consiglio, Maria Barillà, e poi, nei mesi scorsi, all’avvocato generale dello Stato Sergio Fiorentino. Nella vicenda c’è un terzo commissario, Corrado Gisonni, anche questo di nomina governativa, per la essa in sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso, sotto al quale insiste il tunnel autostradale. Il maxi piano di messa in sicurezza, prevede entro il 2030, anno in cui scadrà la concessione a Strada dei Parchi, un volume di investimenti di 6,3 miliardi di cui 2,2 miliardi a carico di Strada dei Parchi. Abruzzoweb |