Sabato, 17 Giugno 2017 VasteseBombe molotov sotto l'abitazione del P.M. Rosaria VecchiIl Csm trasferisce il magistrato dalla Procura di Lanciano a quella di Pescara.di Teresa Di Roco
Cinque anni fa una molotov esplose sotto casa sua. Adesso sarebbe nel mirino della malavita organizzata. Per motivi di sicurezza, quindi, il sostituto procuratore Rosaria Vecchi sarà trasferita da Lanciano alla Procura di Pescara. È la decisione presa dalla III commissione del Consiglio superiore della magistratura (Csm) il 17 maggio scorso. Che il magistrato si trasferisse a Pescara era noto da tempo, visto che lei stessa aveva fatto domanda. Ma, a lasciare sconcertati ora, è il trasferimento repentino per motivi di sicurezza, perché a Lanciano sarebbe a rischio la sua incolumità. E, stando alle indagini condotte dalla Procura distrettuale antimafia dell’Aquila, si tratta di un rischio concreto. La scoperta sarebbe arrivata per un caso fortuito. La Dda stava facendo indagini sulla criminalità organizzata e si è imbattuta, durante alcune intercettazioni, in discussioni in cui due esponenti di un clan avevano come obiettivo di fare del male alla Vecchi. A conferma la Dda trova, a gennaio scorso, un arsenale in un luogo del Frentano in cui c’erano bombe a mano, esplosivi, munizioni e droga. La bomba, fatta esplodere dagli artificieri, era molto probabilmente destinata al magistrato. Il Comitato provinciale per la sicurezza decide allora di mettere sotto scorta il sostituto procuratore. L’indagine passa alla Procura di Campobasso, competente per i magistrati abruzzesi, che conferma l’impianto investigativo dell’Antimafia e, soprattutto, il rischio incolumità per la Vecchi. La III commissione del Csm decide, infine, il trasferimento alla Procura di Pescara per motivi di sicurezza. Un trasferimento facilitato anche dal fatto che a Pescara si è liberato da poco il posto di Mirvana Di Serio, diventata procuratore capo proprio a Lanciano. Dove la Vecchi è arrivata nel luglio 2003 e dove ha ricoperto anche il ruolo di procuratore capo facente funzioni; l’ultima volta dal 27 maggio 2016 al 31 maggio scorso. In questi 14 anni ha coordinato tantissime inchieste, anche molto delicate: usura, traffico internazionale di droga, di auto e di rifiuti speciali, sfruttamento della prostituzione, estorsioni e, soprattutto negli ultimi anni, violenze sessuali, anche su minori, e maltrattamenti in famiglia. Ultimo arresto da lei ottenuto, ieri, di un 30enne lancianese per detenzione ai fini di spaccio di droga, tentata estorsione e lesioni personali. Mentre ha da poco chiuso, con la richiesta di rinvio a giudizio, l’inchiesta “Dati incrociati” relativa alla presunta transazione illecita tra la ditta dell’imprenditore Antonio Colasante - Publiclean - e la Asl provinciale. Diverse inchieste delicate, arresti, condanne ottenute nelle aule del tribunale che possono aver “dato fastidio” a qualcuno. Già in passato c’era stata preoccupazione per la sua incolumità. In particolare il 3 gennaio 2012 quando scoppiò una bottiglia molotv piena di acido nell’androne del condominio in viale Cappuccini in cui abita. Il magistrato non era in casa perché in ferie. La molotov scoppiò all’1,30 della notte lasciando sul pavimento dell’androne un alone nero di un metro di diametro, sporcando il muretto del palazzo e facendo sobbalzare i condomini. L’allora procuratorecapo Francesco Menditto aprì un fascicolo contro ignoti per danneggiamento, parlò sia di atto vandalico nei confronti di altri residenti che di un atto intimidatorio legato alle indagini del pm Vecchi. Che in quel periodo era a lavoro su un’operazione di usura che portò a due arresti e 15 denunciati. Sebbene l’inchiesta sia ancora in corso, non ci sarebbero dubbi sul fatto che sia nel mirino di malviventi, tanto da essere scortata e ora trasferita a Pescara. Fonte "Il Centro" |