Sabato, 17 Gennaio 2015 Nazionali

Il pugno del Papa? Mons.Forte, appello al rispetto

"Un'immagine molto umana, ma non certo un invito alla violenza"

di Manuela Tulli
(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO

"Il Papa oggi ha messo il dito su un punto veramente fondamentale: alla ferma condanna di qualsiasi violenza esercitata in nome di Dio, occorre affiancare il richiamo forte per il rispetto verso ogni coscienza e ogni religione". A parlare è Monsignor Bruno Forte, teologo italiano, e arcivescovo di Chieti-Vasto.
Il Papa oggi ha detto, conversando con i giornalisti sul volo che lo portava dallo Sri Lanka alle Filippine, che se un amico dovesse offendere con una parolaccia sua mamma si deve aspettare, come risposta, un pugno. "Ha voluto usare un'immagine molto umana - dice mons. Forte all'ANSA -, molto naturale, proprio per richiamare l'attenzione di tutti, per far capire che se si tocca quello che c'è di più sacro la reazione non può che essere di rigetto".
Ma come si concilia il 'pugno' del Papa con l'evangelico 'porgi l'altra guancia'? "Ho visto le immagini in televisione, il Papa ha anche riso mentre faceva quell'affermazione. Non era di certo un appello alla violenza ma solo l'istintiva reazione che ci può essere nel difendere i valori più sacri".
Tornando alle vignette di Charlie Hebdo, rispetto alle quali oggi Papa Francesco ha detto
che non si può “giiocattolizzare”, ridicolizzare, la fede altrui, monsignor Forte commenta: "Alcune
di queste vignette offendono davvero la sensibilità religiosa. Se non può essere giustificata,
certamente, nessuna azione violenta, è necessario parimenti un appello al rispetto della coscienza di
ciascuno, delle identità religiose, dei valori sacri delle persone".
C'è però nella Chiesa chi ha fatto una scelta diversa, come i Gesuiti francesi che sulla loro
rivista 'Etudes' hanno pubblicato alcune vignette di Charlie Hebdo, a partire proprio da quelle contro
il cristianesimo. "Personalmente, trovo alcune di queste vignette veramente di pessimo gusto.
Immagini tutt'altro che giuste sia dell'Islam sia del Cattolicesimo, che dell'Ebraismo e di ogni
religione. Credo sia importante evidenziare anche questo".
Monsignor Forte prende dunque le distanze da tutti quelli che dopo l'attentato di Parigi
hanno adottato lo slogan 'Je suis Charlie'? "Se 'Je suis Charlie' vuol dire essere dalla parte delle
vittime e contro ogni violenza, mi trova d'accordo. Ma non posso identificarmi in nessun modo con
un genere di satira che offenda la sensibilità religiosa e la coscienza degli altri".(ANSA).