Pubblichiamo l'intervista di Paolo Rodari a Mons. Bruno Forte, pubblicato su La Repubblica Lunedì 2 Dicembre 2013.
Monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, teologo di gran pregio, da poco nominato
segretario speciale della III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, quale è la
posizione della Chiesa rispetto agli esorcismi?
«La fede della Chiesa è fondata sul primato di Dio e del Suo amore e sulla centralità della persona
umana, chiamata a corrispondere a quest’amore nella libertà. Proprio così, la visione di fede non
ignora le resistenze al bene e la fatica di amare, che tanto spesso sperimentiamo. Si tratta di una
posizione realista. C’è una resistenza a fare il bene che non è solo frutto di scelte personali, ma
tende a condizionare queste stesse scelte, e nella quale spesso si fa presente l’opera del Maligno.
Dio naturalmente ha il potere di vincere questo Avversario, ma Satana non cessa di operare. In
questa luce, non si può escludere che ci siano persone che sperimentano una soggezione al
demonio, perfino uno stato di possessione diabolica, per cui può essere necessario l’aiuto di un
esorcista, incaricato dalla Chiesa, che comunque rifugge da ogni sorta di ossessione del demoniaco
e invita sempre alla serena fiducia nel Signore».
Perché negli ultimi tempi aumentano nelle diocesi il numero degli esorcisti?
«Perché ce n’è molta richiesta. Anche nella mia diocesi c’è un presbitero da me incaricato per
svolgere questo ministero. Peraltro, tutti i cristiani quando recitano il Padre Nostro chiedono la
liberazione dal Maligno, e dunque cooperano in qualche misura al ministero degli esorcisti. È poi
richiesto che in ogni diocesi il vescovo scelga uno o più sacerdoti incaricati di svolgere il servizio di
esorcista, sacerdoti prudenti, di profonda fede ed equilibrio. La loro presenza è benefica anche
perché aiuta molte persone, che non sono possedute dal demonio, a comprendere che è di un
intervento psicologico o psichiatrico che necessitano. Se non ci fossero gli esorcisti, queste persone,
nei fatti, spesso non saprebbero da chi andare».
Fra i tanti che bussano alle porte degli esorcisti, quanti sono effettivamente coloro che sono
posseduti ?
«Difficile rispondere. Diciamo che la stragrande maggioranza delle persone che si rivolgono agli
esorcisti non hanno bisogno di esorcismi, ma di una terapia medica. Con coloro invece che sono
effettivamente posseduti inizia un percorso anzitutto di conversione. Si aiuta queste persone a
tornare alla preghiera, ai sacramenti, in modo che una vita di fede doni forza alla persona stessa per
uscire dalla possessione. Poi, certo, si svolge anche il rito di esorcismo previsto dalla Chiesa, ma
non è l’unica azione. Senza conversione non c’è liberazione».
Il Papa parla spesso del demonio, perché?
«Perché la realtà di Satana, dell’antico Avversario, è parte della tradizione biblica e del patrimonio
di fede della Chiesa, da sempre. Parlarne non significa cedere al sensazionalismo o a una qualche
fobia, ma essere fino in fondo realisti. Significa mettere sull’attenti l’uomo e spingerlo a volgere lo
sguardo verso il Dio misericordioso e verso la Sua opera d’amore nel mondo. Satana ha scelto
invece di combattere Dio e chi si mettesse dalla sua parte combatterebbe Dio. Anche Immanuel
Kant, del resto, che non può certo essere sospettato di facili credenze, parla del male radicale e della
redenzione per grazia. La dimensione del male esiste e fa parte della vita dell’uomo. Parlarne è
realismo e fa parte della visione cristiana dell’antropologia, amica dell’uomo e fiduciosa in lui,
proprio perché fondata sul Dio che è misericordia e amore».