Venerdì, 13 Luglio 2012 Vasto

Il 5 agosto Paolo Scaroni atteso a Vasto e Cupello

L'Amministratore delegato dell'ENI riceverà la cittadinanza onoraria

Paolo Scaroni, amministratore delegato dell'ENI, sarà a Vasto e Cupello domenica 5 agosto.
La notizia, nonostante il fitto riserbo, è trapelata nelle ultime ore.
Scaroni giungerà a Vasto in elicottero a metà pomeriggio per trasferirsi subito a Cupello dove, presso la residenza municipale, è in programma la cerimonia di consegna della cittadinanza onoraria da parte di quell'Amministrazione Comunale.
Subito dopo Scaroni, che conosce molto bene questo territorio per essere stato al vertice della Pilkington, tornerà a Vasto per partecipare ad un convegno organizzato nella splendida cornice dei giardini napoletani di Palazzo d'Avalos dove sarà accolto dalle Autorità cittadine.
L'Amministratore delegato dell'ENI dovrebbe confrontarsi sui temi più attuali che interessano la nostra nazionale con i segretari generali nazionali di Cgil-Cisl e Uil, (Camusso, Bonanni ed Angeletti).

Qui di seguito alcune note biografiche su Paolo Scaroni:

Dopo il diploma al Liceo Classico Antonio Pigafetta di Vicenza e laurea in economia e commercio all'Università Bocconi, del cui International Advisory Council Paolo Scaroni è tuttora membro[1], consegue un master in business administration presso la Columbia University di New York, inizia la sua attività professionale nella società di consulenza aziendale McKinsey. Nel 1973 lavora per il gruppo Saint-Gobain dove nel 1978 assume l'incarico di presidente della divisione vetro a Parigi.

Dal 1985 al 1996 è vicepresidente e amministratore delegato della Techint.

Dal 1997 al 1999 è stato inoltre presidente del Vicenza Calcio. Nel 1996, Paolo Scaroni si trasferisce in Gran Bretagna per ricoprire il ruolo di amministratore delegato di Pilkington[3]. Carica che lascia nel 2002 per andare a ricoprire il ruolo di amministratore delegato dell'Enel. Nell'Enel opera una vera e propria svolta rinunciando al modello di società multiutility, sostenuto dal suo predecessore Franco Tatò, in favore di una maggiore focalizzazione sul core business energetico.

Sotto il suo mandato sono da sottolineare la cessione di Wind, la riduzione dell'impegno di Enel nella creazione di una catena di negozi in franchising a marchio Enel sì.

Dopo i risultati ottenuti in Enel, nel 2005 è nominato amministratore delegato dell'Eni, che nel 2006 (anche in virtù dell'elevato prezzo del petrolio e dell'inverno rigido) raggiunge fatturato e profitti da record. Appare subito chiaro che Scaroni in Eni intenda operare una strategia speculare a quella attuata in Enel: concentrazione sul core business energetico (che potrebbe implicare, tra l'altro, la cessione delle attività "storiche" nel settore petrolchimico), maggiore integrazione tra le divisioni aziendali e l'ingresso prepotente nel mercato della produzione e distribuzione di energia elettrica attraverso aggressive politiche di marketing rivolte al mercato consumer.

Scaroni non ha mai preso posizioni politiche esplicite a sostegno di un partito o di una coalizione. Più volte sottolinea come l'Italia, a differenza di altri Paesi Europei, è terra di petrolio e di gas, risorse che non vengono valorizzate adeguatamente, a suo dire, a causa della miopia dei politici e di un ambientalismo populista.

Nel novembre 2008 sul tema Protocollo di Kyoto e pacchetto 20-20-20 si esprime in questi termini: "Noi pensiamo che a breve, con le tecnologie esistenti e con quello che sappiamo fare, le rinnovabili, sostanzialmente eolico e solare, rappresenteranno forzatamente una cosa piccola. Proprio per questo noi, come Eni, investiamo in ricerca, in particolare sul solare, e siamo convinti che solo una scoperta tecnologica rivoluzionaria può far sì che le rinnovabili diano un contributo importante al nostro fabbisogno energetico".

Paolo Scaroni è Consigliere di Amministrazione di Assicurazioni Generali, Vicepresidente Non esecutivo del London Stock Exchange Group e Consigliere di Amministrazione di Veolia Environnement. È inoltre nel Board of Overseers della Columbia Business School di New York e della Fondazione Teatro alla Scala[6].