Mercoledì, 11 Novembre 2009 Abruzzo

Alba Adriatica, ucciso da rom ubriachi: incidenti e rappresaglie contro gli zingari

Fiaccolata in serata: auto rovesciate e lancio di oggetti contro le abitazioni

Dal sito de "Il Messaggero"

Ammazzato di botte, sotto il balcone di casa del fratello, intorno alle due e trenta della scorsa notte. E' successo a Emanuele Fadani, commerciante di 37 anni, titolare con il fratello di una società di distribuzione di videogiochi, sposato e padre di una bambina di
tre anni.
Tre ordinanze di custodia per concorso in omicidio volontario sono state emesse dal pubblico ministero Roberta D'Avolio, nei confronti dei tre rom accusati. I provvedimenti sono stati notificati a Danilo Levakoich e Sante Spinelli nella caserma di Alba Adriatica dove sono trattenuti dall'alba di oggi; irreperibile il terzo rom, Elvis Levakovich, cugino di Danilo, anche lui di Alba Adriatica come gli altri due. I due sono stati rinchiusi nel carcere di Castrogno. Domani alle 15, all'obitorio dell'ospedale di Giulianova, è in programma l'autopsia sulla salma.
Fadani ieri sera è entrato nel pub 'Black Out' per incontrare Adriano G., suo collaboratore. Insieme devono partire per Imola, dove hanno da prelevare macchinari. Non ci arriverà mai, Emanuele. Esce dal locale nello stesso momento in cui lo fanno anche i tre rom poco più che ventenni, alticci e rumorosi. C'è una scintilla, scoppia la discussione, l'inseguimento per strada, l'aggressione. Brutale, bestiale, a calci e cazzotti, forse anche con un tirapugni. In tre contro uno.
Emanuele cade a terra, il suo collaboratore interviene per evitare il peggio, le prende anche lui. I tre continuano a menare duro ma adesso lo fanno contro un fantoccio, un corpo sanguinante e privo di sensi. Scappano, arriva l'ambulanza, ma non c'è niente da fare. Emanuele ha una profonda ferita alla testa e muore sulla strada per l'ospedale di Giulianova.
Parte la caccia ai tre zingari, subito identificati dai carabinieri dei reparti operativi teramani. All'alba si presentano in caserma, in due e negano, scaricando le responsabilità sul terzo, che preferisce stare alla macchia. Lo zingaro ricercato, è lo zio di uno dei tre minorenni che l'estate scorsa ha partecipato a un'altra rissa mortale in cui venne ucciso Antonio De Meo, cameriere di 23 anni.
Sul recinto di fronte alla caserma intanto compaiono striscioni con su scritto "Adesso basta" e "Il prossimo sarai tu". Si chiedono comitati per la sicurezza e una fiaccolata in memoria della vittima si muove dal bar di via Roma dove Emanuele aveva molti amici fino al punto dove è stato massacrato.
In serata una fiaccolata in ricordo della vittima si è trasformata in una spedizione punitiva nel quartiere dove abitano i residenti di etnia Rom e in particolare i parenti dei tre zingari accusati dell'omicidio. Poco prima delle 19 un gruppo sempre più numeroso di cittadini che si erano mossi verso Piazza del Popolo a pochi passi dal luogo dell'omicidio, per partecipare alla fiaccolata spontanea a cui aveva partecipato anche la madre della vittima, si è spostato verso la vicina caserma dei carabinieri per inveire contro due dei tre rom indagati ancora trattenuti nell'edificio.
Qui si sono registrati i primi momenti di tensione quando le auto dei carabinieri che trasferivano in carcere i due accusati sono uscite dal recinto della caserma: insulti, tentativi di colpire le macchine civetta sono stati tamponati dall'intervento dei militari dell'Arma.
Da lì il gruppo di oltre 200 persone si è trasferito nella zona nord della cittadina, al confine con il comune di Martinsicuro dove c'è il quartiere abitato dai cittadini Rom: qui è esplosa la protesta con i manifestanti che hanno rovesciato la macchina, una utilitaria Lancia, del padre di uno dei due cugini coinvolti nel delitto e poi hanno lanciato pietre e oggetti contro la sua abitazione.
Analoga situazione nei pressi della stazione ferroviaria, in via Montegrappa, dove sono state danneggiate altre autovetture, una decina, di proprietà sia di zingari che di cittadini cinesi, con lancio di oggetti contro le rispettive abitazioni. La situazione è tornata alla normalità grazie all'intervento dei carabinieri e degli agenti di polizia intervenuti da Teramo di rinforzo. Il gruppo di cittadini è stato riaccompagnato nella zona di partenza, a Piazza del Popolo, per una veglia notturna.