Domenica, 23 Maggio 2010 Vasto

Le bugie e gli inganni di Nicola Del Prete

Perché non ha parlato quando gestiva il “potere”?

di Giuseppe Forte

Nicola Del Prete, “nastro nascente” della politica vastese, questa volta ha esagerato. Preso dai tanti impegni ha trovato il tempo per interessarsi, ancora una volta, di chi scrive reo di avergli dedicato solo un “pensierino”. Dinanzi ai tanti articoli dedicati da Del Prete alla mia persona non ho mai reagito lasciandolo fare. Ma, questa volta, Nicolino è andato oltre ingannando ancora una volta i vastesi. Ed è giusto, quindi, mettere i puntini sulle “i” per evitare che lo stesso vesta i panni del rinnovatore della politica cittadina o del “verginello” della situazione.

Il giovanotto, come spesso gli accade, accecato da rancore ed ira, inizia il suo pezzo commettendo un primo madornale errore. Mi accusa di fare “incetta di cariche ed incarichi”. A Del Prete voglio ricordare che ricopro solo cariche elettive, ovvero sono stato votato dai cittadini, delle quali solo una è retribuita: quella di presidente del Consiglio Comunale. Nel 2005 il mio primo debutto in politica con la candidatura alle regionali. Risultato: primo dei non eletti con oltre 3.100 voti che servirono al suo amico, Antonio Boschetti, per andare a ricoprire la carica di consigliere regionale.
Gli altri candidati della Margherita ottennero “contentini”. Una gentil signora di Francavilla al Mare fu mandata a ricoprire la carica di Presidente della Sangritana. Oggi è compagna di viaggio di Del Prete in Alleanza per l’Italia. Un avvocato di Lanciano fu mandato a presiedere il Consiglio di Amministrazione della SASI.
Il sottoscritto, per fortuna, non ha ricevuto dal partito la carica di vice presidente del Consorzio Industriale e non è stato chiamato a dirigere l’ufficio stampa di qualche Comune del circondario.
Nel 2006 mi sono candidato alle amministrative con una mia lista dopo che Del Prete ed i suoi amici avevano rifiutato categoricamente il ricorso alle primarie giacché, per il centro-sinistra, in base ad accordi presi dai vertici di partito, il candidato sindaco per Vasto era stato individuato nella persona di Luciano Lapenna.
E quella campagna elettorale amministrativa, nel suo articolo, Del Prete la ricorda con dovizia di particolari dimenticando di dire, però, una cosa fondamentale: senza il 21,50% della lista da me formata lui probabilmente non avrebbe mai ricoperto nemmeno la carica di vice sindaco di Vasto. Carica che pretese di avere nella fase della trattativa allorquando, guarda caso, perfino il suo “amico” del febbraio 2010, Peppino Tagliente, mi scriveva una lettera d’amorosi intenti per portarmi ad allearmi con lui.
Del Prete parla di posti e strapuntini chiesti nella fase di composizione di quella maggioranza che ha ottenuto il consenso di oltre il 60% dei cittadini vastesi per amministrare la città. Lui accettava il mio apparentamento perché aveva un solo obiettivo: fare almeno il vice sindaco, dopo aver fallito l’obiettivo di primo cittadino nell’anno 2001 quando aveva come avversario un candidato abbordabilissimo.
Mi accusa di aver fatto incetta di poltrone per gli amici. Lui ed i suoi, fa finta di non ricordarlo, usavano il manuale Cencelli!!!
La prossima volta, se gli riuscirà di essere eletto - dopo aver verificato la sua incoerenza politica -, gli consiglio di scegliere la carica di Presidente del Consiglio Comunale altrimenti potrebbe correre il rischio di scendere ancora una volta anzitempo dal treno in corsa.
Nel 2008 Del Prete fece finta – come spesso gli è accaduto in passato – di sostenere la mia nuova candidatura alle Regionali arrivando ad organizzare anche incontri con i cittadini. Ma se ero un politico impreparato ed inaffidabile perché faceva finta di spendersi in mio favore?
Anche in quella circostanza ottenni circa 3.300 voti risultando, ancora una volta, il primo dei votati da parte dei cittadini vastesi ai quali non finirò mai di dire grazie.
Nicola Del Prete parla di credibilità politica degli altri.
Ma lui si è mai guardato allo specchio? Sa spiegare ai vastesi perché per 3 anni ha votato in Giunta tutti i provvedimenti proposti dal sindaco Luciano Lapenna senza batter ciglio? Quello stesso Lapenna contro il quale, solo dopo essere stato cacciato dalla Giunta, ha dedicato comizi, articoli, corsivi, elzeviri e calunnie di ogni tipo.
E se solo “dopo un anno”, come egli stesso scrive, si era già reso conto di aver sbagliato “cavallo” perché non è sceso dal carretto uscendo dall’esecutivo, facendosi da parte?
Invece cosa ha fatto? Per tre anni è rimasto saldamente attaccato a quella poltrona, arricchita dalla delega ai servizi, godendo di un segretario dotato di una particolare specializzazione per la promozione pubblicitaria. Nel contempo ha occupato anche una ben retribuita poltrona di vice presidente al Consorzio Industriale (ndr: non mi risulta sia stato votato dai cittadini!)

Ma non basta. Nicola Del Prete, che sulle bugie ha fondato la sua attività politica, anche in questa circostanza non si è smentito riaffermando di aver detto no alla candidatura propostagli dal PD lo scorso anno, per le elezioni provinciali, avendo capito due anni prima di che pasta era fatto Luciano Lapenna.
I vastesi è bene che sappiano che Del Prete, in due precise circostanze, dinanzi a molti dirigenti di partito, aveva dato la disponibilità a candidarsi per le Provinciali dicendo testualmente:“mi candido a condizione che gli altri candidati siano Luciano Lapenna e Peppino Forte. Scegliete voi il collegio nel quale dovrò candidarmi. Per me non è un problema”. Quando il sindaco ed il sottoscritto hanno accettato la candidatura, ha accampato la scusa di non potersi candidare per “motivi di famiglia”.
Anche in quella circostanza i vastesi mi hanno gratificato risultando il primo degli eletti tra i candidati del centrosinistra con oltre 1.500 voti in un solo collegio cittadino.
Lo scorso autunno, quando gestiva ancora un “pacchetto” di tessere all’interno del P.D., ha tentato di impedire la mia elezione alla carica di segretario cittadino. Gli è andata male. Quello che ha fatto dopo lo sappiamo.
Io, caro Del Prete, posso andare in giro con la testa alta perché non ho nulla da rimproverarmi. Io la politica, che pratico da soli 5 anni, non la faccio per proprio tornaconto personale. La ritengo un servizio, una missione da compiere. Io non organizzo cene alla “Pecora nera” per tramare imboscate ed inciuci. Io non frequento “Angolini” a spese della collettività. Non viaggio a spese dei cittadini vastesi.
Non cerco “inciuci” con Tagliente, Prospero e qualche gentil signora per dare vita al “rinnovamento” della politica cittadina.
Com’era logico attendersi, loro, conoscendoti, ti hanno subito mollato.