Sabato, 20 Dicembre 2025 ChietiUmberto Benedetto, “Al top per AGENAS"Vincenti gli investimenti fatti in tecnologia"“E’ un risultato che ripaga non tanto me, ma tutto il team dei collaboratori a partire dagli infermieri, dai medici, dagli anestesisti e dagli stessi pazienti che ci danno fiducia. E’ il frutto degli investimenti fatti in nuove tecnologie come la chirurgia robotica e la chirurgia endoscopica, dell’enorme sforzo per cercare di portare l’ospedale all’eccellenza a livello nazionale”. La Cardiochirurgia dell’ospedale Santissima Annunziata di Chieti conquista, nell’autorevole rapporto dell’Agenas, l’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali, il secondo posto a livello italiano nella voce “Bypass aorto-coronarico isolato” e “volume di interventi”, riferita all’anno 2024. E non può che esprimere che grande soddisfazione, nell’intervista ad Abruzzoweb, 47enne Umberto Benedetto, direttore del Polo cardiochirurgico dell’Ospedale Santissima Annunziata di Chieti e professore universitario alla D’Annunzio, noto per aver portato tecniche innovative in Italia, specializzato in patologie complesse dell’aorta, chirurgia mini invasiva e robotica, con formazione in centri inglesi di trapianti e assistenza ventricolare. Il Prof Benedetto guida il Dipartimento cuore dell’Asl Lanciano Vasto Chieti, di cui è dg Mauro Palmieri, ed ha formato un team di alto livello con approcci innovativi per migliorare i risultati clinici e l’esperienza del paziente. “L’Agenas, va ricordato – esordisce Benedetto – fa riferimento nello stilare la sua classifica alcuni indici di qualità, tra cui il volume di interventi di bypass aorto-coronairico. Perché il volume? Perché la letteratura scientifica ha largamente chiarito che i risultati sia in termini di mortalità che di qualità del lavoro eseguito, inclusa la pervietà dei bypass, la completezza della rivascolarizzazione, l’ appropriatezza delle cure, è direttamente proporzionali con il volume di attività”. Detto questo, prosegue il primario, “è evidente che un chirurgo più opera e più sa operare, e tale beneficio riguarda non solo il chirurgo ma l’intera equipe le competenze e le conoscenze vanno ad unirsi con la consuetudine e permettono di raggiungere i migliori risultati. Quindi Agenas ha stabilito che per arrivare ad un livello ottimale si devono superare i 200 casi di chirurgia coronarica l’anno mentre noi ci siamo attestati a oltre 300, con una mortalità inferiore a quella della media nazionale. Praticamente a distanza di pochi casi dal Gemelli di Roma che chiaramente rispetto ad altri centri è un enterprise per diverse ragioni. Quindi siamo evidentemente orgogliosi di questo risultato”. Oltre al fattore umano, anche la tecnologia. “Chieti ha sempre avuto ben a mente l’importanza di svecchiare la cardiochirurgia moderna dai cliché del passato, percepita come un intervento demolitivo, perché si entra all’interno del torace, si frattura l’osso sternale, e i pazienti dopo l’intervento per diverse settimane non possono tornare al lavoro e alla loro attività quotidiana. A Chieti è stato infatti implementato un programma di chirurgia mini-invasiva ed endoscopica, estesa sia al trattamento delle valvole ma anche e soprattutto al trattamento della chirurgia coronarica con l’applicazione del robot Da Vinci, che permette il prelievo dell’arteria mammaria, la più resistente arteria ai danni dovuti all’aterosclerosi, per effettuare il bypass con il robot senza aprire il torace. In questo modo il paziente può andare a casa già dopo due o tre giorni dall’intervento. Ci sono pochi centri in Italia che fanno chirurgia coronarica robotica, quattro o cinque, e noi siamo quello che ha performato più casi nell’ultimo anno”. Conclude Benedetto: “Il nostro successo è anche frutto della stretta collaborazione tra le Cardiologie aziendali e il territorio, senza dimenticare il ruolo dell’Emodinamica diretta da Marco Mascellanti, che ha attivato un programma di day hospital per la coronarografia, finalizzato all’abbattimento delle liste d’attesa. Lo stesso vale per la Cardiologia di Marco Zimarino, e di altre unità operative abruzzesi”. Nel dettaglio, l’Agenas attesta che l’anno passato l’ospedale di Chieti ha visto eseguire 318 interventi, un numero di poco inferiore al policlinico universitario Gemelli di Roma, e davanti alla quasi totalità dei grandi centri cardiochirurgici italiani. Gli esiti clinici, poi, confermano il posizionamento alto: nel “Bypass aorto-coronarico isolato: mortalità a 30 giorni”, la Cardiochirurgia di Chieti presenta una mortalità inferiore alla media nazionale, attestata all’1,24%, rispetto a una media italiana dell’1,51%, su una casistica complessiva di oltre 500 pazienti. L’analisi di Agenas colloca la struttura all’interno della fascia di massima qualità assistenziale, secondo gli standard del Piano Nazionale Esiti. |
