Lunedì, 8 Dicembre 2025 Abruzzo

ASL 2 ROMA: DIALISI AI PRIVATI, MAZZETTE A PRIMARIO

ARRESTATO MAURIZIO TERRA, IMPRENDITORE DI AVEZZANO

Coinvolge anche l’Abruzzo lo scandalo che ha portato in carcere Roberto Palumbo, 58 anni, primario di nefrologia e dialisi dell’ospedale Sant’Eugenio, finito in carcere.

Palumbo per la Procura avrebbe ricevuto una mazzetta da 3.000 euro  da Maurizio Terra, 57 anni, imprenditore originario di Avezzano e amministratore unico del centro di dialisi Dialeur,  operante nel settore delle tecnologie salvavita, arrestato ai domiciliari.

L’inchiesta, che coinvolge 12 persone, ipotizza un sistema che trasformava i pazienti in un vero e proprio business: Palumbo, sfruttando il suo ruolo pubblico, avrebbe dirottato sistematicamente i malati verso cliniche private convenzionate con la Asl Roma 2, strutture legate commercialmente all’azienda di Terra.

In cambio di questo flusso, l’imprenditore avrebbe pagato tangenti, mascherate attraverso una società “schermo” con fatture per operazioni inesistenti.

I tremila euro sequestrati sarebbero solo l’ultima tranche di un accordo più ampio. Le accuse gettano un’ombra pesante sull’attività dell’imprenditore, attivo nel settore delle tecnologie salvavita. Nel frattempo, la squadra mobile sta analizzando i telefoni sequestrati per ricostruire eventuali precedenti passaggi di denaro e l’intera rete di contatti.

Il medico è stato portato in carcere, l’imprenditore è ai domiciliari, in attesa che il gip decida sulla convalida. I pm di piazzale Clodio indagano da circa unanno su un giro di mazzette legate alla gestione dei pazienti in dialisi dimessi e che venivano “dirottati” in strutture private.

I due sono stati fermati in strada dopo essersi incontrati nei pressi della Regione Lazio. In base a quanto si apprende l’imprenditore a bordo dell’autovettura in uso al primario ha consegnato a Palumbo la mazzetta in banconote da 100 e 50 euro poi intercettata dagli agenti della Mobile – Sezione Anticorruzione.

Nel corso di perquisizioni sono stati sequestrati i telefoni cellulari, che verranno ora analizzati dagli inquirenti per verificare se già in passato tra i due ci sia stato uno scambio di denaro.

Il procedimento si concentra sulla gestione dei pazienti con necessità di dialisi e che venivano assegnati a cliniche private convenzionate con il Sistema sanitario Nazionale. Strutture che operavano nel territorio dell’Asl Roma 2, del quale l’ospedale Sant’Eugenio è centro di riferimento nel settore delle patologie renali.

Secondo l’ipotesi investigativa il primario, in cambio di denaro e altre utilità ricevute dagli imprenditori dei centri dialisi compiacenti, sfruttando il proprio ruolo e la propria posizione nell’Unità operativa complessa del Sant’Eugenio smistava i pazienti nelle cliniche di suo interesse anche impartendo disposizioni al proprio staff affinché i malati venissero indirizzati o comunque convinti ad effettuare la dialisi esclusivamente presso le cliniche nelle quali aveva diretti o indiretti interessi.