Mercoledì, 3 Dicembre 2025 Vasto

Renexia, mancano i terreni a Punta Penna, ma ci sono a Pagliarelli

Il Gruppo Toto pronto ad investire ben 500 milioni di euro

Per l’insediamento di Renexia sono necessari circa 50 ettari di terreni che pare non siano presenti nella zona industriale di Punta Penna, ma potrebbero essere reperiti in aree limitrofe. E’ uno dei nodi da sciogliere per la nuova fabbrica di turbine eoliche del gruppo Toto – un investimento di 500 milioni di euro – che non si sa ancora se si insedierà a Vasto o ad Ortona. O se emigrerà a Taranto dove esiste già un parco eolico marino (Beleolico) inaugurato nel 2022. La società sta facendo le sue valutazioni e fra queste c’è anche quella relativa ai terreni. Un problema non di poco conto se si considera che per realizzare la nuova fabbrica di turbine eoliche sono necessari circa 50 ettari di terreni che a Punta Penna non ci sono,  ma sono presenti a Pagliarelli, nella zona di espansione dell’ agglomerato industriale prevista dal Ptap (piano territoriale delle aree produttive). L’argomento è stato al centro di una riunione convocata nelle scorse settimane  in Comune dal sindaco Francesco Menna.

L’incontro  ha registrato la partecipazione dei responsabili di Confindustria, di AssoVasto e dell’associazione Terre di Punta Aderci. I terreni individuati per l’insediamento produttivo sono in realtà agricoli e rientrano nella vecchia partita portata avanti da un Comitato cittadino che chiese  ed ottenne, a suo tempo, il declassamento di quei lotti da “edificabili” ad agricoli. Il loro utilizzo per l’eventuale insediamento di Renexia, attraverso una procedura semplificata,  viene visto di buon occhio dall’AssoVasto, associazione di piccole e medie imprese nata nel 1990.  

“Renexia avrebbe delle importanti ricadute sul territorio”, dice il presidente Alessandro Grassi, “sia in termini occupazionali, visto che sono previsti 1.500 posti di lavoro, sia in termini economici”. 

Anche se la individuazione di località Pagliarelli (ipotesi tutta da verificare) è stata accolta positivamente dagli industriali, non sembra entusiasmare più di tanto l’associazione Terre di Punta Aderci che a suo tempo presentò una serie di osservazioni al piano territoriale per chiedere lo stralcio di quei terreni al momento accantonato. Insomma, i nodi da sciogliere sono diversi,  ma intanto la politica si è messa in moto. E’ iniziata anche la corsa ai posti di lavoro.

Nonostante non si sappia ancora dove verrà localizzata la nuova fabbrica proliferano i siti che offrono consulenza sulle  prospettive occupazionali e forniscono suggerimenti utili per presentare le candidature. Sono 1.500 le assunzioni previste nell’arco di un biennio. Le figure richieste sono operai, addetti alla produzione, manutentori tecnici ed ingegneri. Ulteriori opportunità di impiego potranno interessare profili operanti nell’ambito dei cosiddetti Green jobs, ossia professioni legate ad ambiente, transizione ecologica e sviluppo sostenibile. 

Anna Bontempo  (Il Centro)