Martedì, 25 Novembre 2025 NazionaliGIORNATA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNEQUEST’ANNO 60 FEMMINICIDI, OGNI GIORNO 85 VITTIME DI REATIOgni giorno in Italia 85 donne sono vittime di reato, dai maltrattamenti in famiglia, alla violenza sessuale allo stalking. I dati diffusi trimestralmente dal ministero dell’Interno e aggiornati al 1° settembre 2025 parlano di 60 delitti commessi in ambito familiare o affettivo che hanno avuto come vittime delle donne, in diminuzione rispetto allo scorso anno quando le vittime sono state 79 (con un calo del 24%); di queste donne uccise, ben 44 hanno perso la vita per mano del partner o dell’ex-partner. I numeri degli ultimi mesi confermano le dimensioni del fenomeno che si è delineato negli ultimi anni, le cui caratteristiche sono strutturali e che le contromisure messe in atto fino a questo momento non sono state sufficienti ad arginare. Per questo, la Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne, che si celebra oggi, 25 novembre, continua a essere un momento importante di sensibilizzazione, di denuncia e un grido di dolore per un numero così elevato di casi di sopraffazione e di morte. E’ “violenza contro le donne” ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà: così recita l’articolo 1 della dichiarazione Onu sull’eliminazione della violenza contro le donne. Con l’espressione violenza di genere si indicano tutte quelle forme di violenza da quella psicologica e fisica a quella sessuale, dagli atti persecutori del cosiddetto stalking allo stupro, fino al femminicidio, che riguardano un vasto numero di persone discriminate in base al sesso si legge sul sito del ministero dell’Interno. La normativa contro la violenza di genere persegue tre obiettivi principali: prevenire i reati, punire i colpevoli, proteggere le vittime. Con l’introduzione nel 2009 del reato di atti persecutori-stalking, che si configurano in ogni atteggiamento violento e persecutorio e che costringono la vittima a cambiare la propria condotta di vita, fino alla legge sulle ‘Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere’, risultano infatti rafforzati la tutela giudiziaria e il sostegno alle vittime, una serie di aggravanti e la possibilità di permessi di soggiorno per motivi umanitari per le vittime straniere di violenza. La dimensione di questo doloroso fenomeno, diffuso in tutti i Paesi del mondo, ha portato l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a istituire una Giornata, il 25 novembre appunto, per sensibilizzare l’opinione pubblica su una lunga serie di atti di sopraffazione che hanno il loro apice nel femminicidio, ma che comprendono molte altre forme di violenza di genere, fisica e psicologica, e per commemorare a livello internazionale tutte le donne vittime di violenza di genere e. Le prime iniziative risalgono al 1998: qualche tempo dopo, il 17 dicembre 1999, è stata promulgata la risoluzione 54/134 che istituisce formalmente la Giornata. La data non è stata scelta a caso: il 25 novembre 1960, è infatti il giorno in cui è avvenuto il brutale assassinio delle tre sorelle Mirabal (Patria Mercedes, Maria Argentina Minerva e Antonia María Teresa), nate a Salcedo, in Repubblica Dominicana e attiviste in opposizione al regime del dittatore Rafael Leónidas Trujillo. In quella data, infatti, le tre donne furono intercettate da un gruppo di agenti del Servizio di informazione militare a La Cumbre, lungo la strada che percorrevano per recarsi a far visita in prigione ai loro mariti, incarcerati per le loro attività contro il regime trujillista. Le tre donne furono barbaramente seviziate, violentate, uccise e infine lanciate da un dirupo con la loro auto per simulare un incidente. L’omicidio de “Le farfalle” (questo era il nome in codice delle tre sorelle) ebbe il potere di scatenare una grande e commossa reazione popolare che culminò nel 1961 con l’uccisione di Trujillo, segnando la fine di una dittatura crudele che teneva da trent’anni il Paese in uno stato di caos e di arretratezza. |
