Domenica, 16 Novembre 2025 Abruzzo

Stangata alla Regione Abruzzo nel tavolo di luglio, “I conti peggiorano, nel 2025 sotto di 126 milioni"

"Unica Regione con inversione di tendenza peggiorativa, sistema a rischio"

 Il deficit della sanità del 2024 di 103 milioni di euro coperto e sotto controllo, grazie all’aumento dell’addizionale Irpef, qualche miglioramento nei livelli essenziali di assistenza. Resta il fatto che il buco della sanità per il 2025 arriverà alla quota monstre tendenziale di 126,8 milioni di euro, e quel che più conta è che “l’Abruzzo è l’unica Regione in piano di rientro in cui si registra una inversione di tendenza in senso peggiorativo dei risultati d’esercizio”, da ben tre anni, tanto da mettere “a rischio è la sostenibilità del  Sistema sanitario regionale”.

Qualche luce, ma molte di più le sinistre ombre, emergono alla lettura del verbale del Tavolo interministeriale della Sanità del 10 luglio, venuto in possesso di Abruzzoweb. Esito, tenuto per mesi nel cassetto della Regione di Marco Marsilio, di Fdi, e dell’assessore alla Salute, Nicoletta Verì, alla guida dell’Abruzzo dal marzo del 2019, e con storica riconferma a marzo 2024.

Tra le prescrizioni c’è poi anche quella della chiusura di due punti nascita, quello di Lanciano e quello di Sulmona, per carenza di parti, “fatta salva una richiesta di proroga che va però motivata e giustificata”, questione a dir poco politicamente incandescente.

In attesa del nuovo tavolo, per il quale le porte della politica sono serrate, partecipando infatti solo tecnici, ministeriali e regionali, il documento, in parte reso noto nei tratti salienti dal capogruppo del Pd Silvio Paolucci, ex assessore alla Sanità, sta nuovamente incendiando lo scontro politico, in vista della prossima manovra di bilancio, dove serviranno i salti mortali per far quadrare i conti, rifinanziare le leggi vigenti, dar seguito alle richieste di soldi dei vari assessori, in un centrodestra dove non a caso crescono il nervosismo e le spaccature.

Per Paolucci quello che il Tavolo di monitoraggio del 10 luglio descrive è sostanzialmente uno scenario da incubo: “la nostra sanità è fuori equilibrio economico e amministrativo e la Regione a guida Marco Marsilio è l’unica in Piano di Rientro a registrare una inversione di tendenza in senso peggiorativo con compromissione degli obiettivi, segno di un governo regionale che non ha saputo gestire la spesa né programmare in modo responsabile il futuro del nostro sistema sanitario”.

E rincarando lo dose osserva che finora la battaglia ingaggiata da Marsilio per ottenere più fondi dallo Stato, con una più equa ripartizione del Fondo nazionale, che tenga conto delle maggiori esigenze delle regioni come l’Abruzzo poco popolate e montuose, finora non ha sortito risultati, pur essendoci al governo il centrodestra di Giorgia Meloni, leader del suo partito, tanto che la Conferenza Stato Regioni ha passato la palla per uno studio di eventuali nuovi criteri  di suddivisione della torta al Cnel, e dunque almeno per quest’anno tutto resterà uguale.

Alla carica anche l’ex presidente di Regione e ora deputato del Pd Luciano D’Alfonso, per il quale nel verbale “le parole suonano come un verdetto, una sentenza inappellabile, pagine di piombo che certificano un disavanzo, un buco, per 103 milioni e 783 mila euro, ci sono grassetti di richiami, di relazioni richieste da Roma e mai inviate, di indirizzi normativi non rispettati, di silenzi istituzionali e cartacei”.

L’assessore Verì ha dunque replicato con durezza: “mi trovo a dover fare le stesse precisazioni, sulla base di un copione uguale da quasi sette anni: viene richiesta copia del verbale dell’ultimo tavolo, il Dipartimento la trasmette e puntualmente i contenuti vengono spacciati come assolute novità da svelare agli abruzzesi”.

“La verità, invece, è che si tratta della fotografia di un esercizio concluso, con questioni già affrontate in Consiglio regionale. E anche la stima a chiudere per il 2025, contenuta in quel verbale, è superata perché si basa sugli stessi presupposti dell’anno scorso. L’ho già ripetuto tante volte: l’ammontare del disavanzo 2025 sarà conteggiato solo a luglio 2026, il resto sono solo ipotesi e congetture”, ha assicurato Verì.

Molto del resto dipenderà dall’efficacia del Piano di rientro che la Regione ha presentato, dopo varie sollecitazioni, allo stesso Tavolo del 10 luglio, e lo ha approvato in giunta a fine agosto, e che prevede di abbattere a soli 24,4 milioni di euro il pesante deficit della sanità già a dicembre e andare in attivo nel 2026 e 2027, grazie a draconiane azioni di risanamento e risparmio da ben oltre 157 milioni nel triennio della spesa sanitaria, e poi aggiungendo le entrate fiscali dall’addizionale Irpef, e anche i tagli al bilancio ordinario.

In attesa dunque degli sviluppi, ecco dunque lo stato dell’arte più aggiornato da parte del Tavolo,  a cui hanno partecipato i rappresentanti dei ministeri dell’Economia e della Salute, dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, del dipartimento per gli Affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dei Coordinamenti salute delle Regioni a statuto ordinario e delle province autonome, oltre ai rappresentanti della Regione Abruzzo, con in testa l’ormai ex capodipartimento Sanità Emanuela Grimaldi, ora a capo del dipartimento Cultura, e il dirigente Ebron D’Aristotile.

Per quanto riguarda il deficit del 2024, i tecnici calcolano il disavanzo a 103.783.000 euro. E’ accaduto però che grazie alle accresciute entrate fiscali, con l’aumento dell’addizionale Irpef regionale per i redditi sopra i 28.000 euro, per 113.064.000, e con l’utilizzo di 546.000.000 della cassa della Gestione sanitaria accentrata,  la Regione Abruzzo ha assicurato l’equilibrio economico con un margine positivo di 9.827.000 euro.

E fin qui tutto bene. Ma proseguendo nella lettura del verbale, si scrive chiaro e tondo che “la Regione presenta “una condizione di squilibrio strutturale dei conti”, tanto che il deficit del 2024, i citati 103.783.000 milioni di euro, rappresenta il “valore massimo annuo del disavanzo sanitario registrato nell’ultimo triennio”, e maggior ragione, e a scanso di equivoci, si ribadisce che tutto l’extra gettito fiscale va destinato al capitolo sanitario regionale, “essendo venute meno le condizioni che avevano consentito alla Regione di riacquisirne la disponibilità per finalità extra-sanitarie”.

Ed ecco uno dei passaggi più duri, in cui si esprime “nuovamente preoccupazione sullo stato dei conti della Regione e in generale sulla sostenibilità del Ssr, come già segnalato negli anni scorsi alla Regione, rilevando che l’Abruzzo è l’unica Regione in piano di rientro in cui si registra una inversione di tendenza in senso peggiorativo dei risultati d’esercizio, con compromissione degli obiettivi del Piano di rientro”.

E veniamo dunque al deficit per l’anno in corso, considerato come tendenziale, in base al primo trimestre: “la Regione Abruzzo presenta una stima del risultato d’esercizio 2025, in disavanzo di circa 99.000.000  euro, sebbene il riparto 2025 non sia stato ancora definito e che sulla base delle stime effettuate risulterebbero minori iscrizioni a ricavo da finanziamento 2024 per circa 18 mln di euro, in ragione dell’intero anno 2025.

La proiezione ponderata restituisce però, “un disavanzo di circa 126.800.0o euro” e davanti a questa cifra “i tavoli esprimono forte preoccupazione per il profilarsi di un disavanzo sanitario nell’anno 2025 di dimensione rilevante e per il fatto che la Regione non mostra segni di miglioramento dei conti e i dati ora disponibili sembrano confermare lo stato di squilibrio economico osservato nel 2023 e nel 2024, non coerente con gli obiettivi di risanamento previsti dal Piano di rientro”.

Il Tavolo sottopone ad esame poi  l’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza, con luci ed ombre.

Il punteggio complessivo degli indicatori per l’area di assistenza della Prevenzione, relativo al 2023, “presenta un lieve incremento rispetto all’anno 2022 che non consente, tuttavia, di raggiungere il punteggio di adempienza”.

L’area Distrettuale presenta un importante decremento rispetto all’anno 2022, che non permette di rimanere nell’intervallo di adempienza.  L’area Ospedaliera risulta, invece, in miglioramento.

In materia di prevenzione, con riferimento agli screening oncologici, nell’anno 2024 rilevano un incremento nella percentuale di adesione ai programmi di screening cervicale e in lieve aumento l’adesione al programma di screening mammografico.

L’adesione al programma per il colon-rettale registra un netto miglioramento rispetto al 2023, consentendo alla Regione di raggiungere la soglia di sufficienza.

Il tavolo, come già fatto ad aprile, chiede lumi per quel che riguarda lo stato di avanzamento della  riorganizzazione della rete ospedaliera, approvata dalla regione a fine 2023, e si resta “in attesa delle modifiche già richieste nei precedenti verbali”, e si segnala “un ritardo nello stato di avanzamento delle attività”.

Il tavolo resta poi in attesa di un cronoprogramma che “dia evidenza del rispetto delle tempistiche previste dal Pnrr, al fine di garantire il conseguimento degli obiettivi fissati”.

Si chiede  infine, “di completare i percorsi di accreditamento istituzionale definitivo delle strutture sanitarie e sociosanitarie private a oggi accreditate in via pre-definitiva, al fine di garantire adeguati livelli di qualità e sicurezza nell’erogazione delle cure e dell’assistenza”.

Veniamo all’elenco delle criticità.

Si evidenzia innanzitutto che la Regione Abruzzo non ha versato interamente al capitolo sanità quanto ricevuto nel 2024 dallo Stato a titolo di finanziamento del Servizio sanitario nazionale, manca infatti un 2% della somma.

Risulta inoltre che il 39% dei pagamenti effettuati nell’anno 2024 è eseguito oltre i termini previsti
dalla legge. Nel primo trimestre di quest’anno, la percentuale è comunque diminuita al 37%, i tavoli, tuttavia, invitano la Regione ad “attenzionare tale criticità”.

Conclude dunque il verbale: “i Tavoli rinnovano, come già segnalato negli anni scorsi alla Regione, preoccupazione sullo stato dei conti della Regione e in generale sulla sostenibilità del  Sistema sanitario regionale,  rilevando che l’Abruzzo è l’unica Regione in piano di rientro in cui si registra una inversione di tendenza in senso peggiorativo dei risultati d’esercizio, con compromissione degli obiettivi del Piano di rientro”.