Mercoledì, 10 Settembre 2025 AbruzzoIncidenti sul lavoro: è emergenza nazionaleIn Abruzzo numeri in aumento, la Provincia di Chieti maglia neraQuattro vite spezzate in un giorno: “un’emergenza nazionale”, come è stata definita in questi giorni dopo le ultime tragedie, quella delle morti sul lavoro, che in Abruzzo registra numeri in aumento. Secondo l’ultimo report dell’osservatorio Sicurezza sul lavoro e ambiente Vega Engineering, che si concentra sulle morti bianche nei primi 7 mesi del 2025, allo scorso 31 luglio sono stati registrati 607 decessi dall’inizio dell’anno, 30 in più del 2024 (+5,2%). L’Abruzzo è la settima in Italia per tasso di incidenza di infortuni mortali, con picchi particolarmente gravi nelle province di Chieti (maglia nera in Abruzzo) e Teramo. A Pescara i numeri sono in media con i valori nazionali, mentre L’Aquila rappresenta un esempio virtuoso con un tasso di mortalità tra i più bassi del Paese. Il settore delle costruzioni continua a essere il esposto. Seguono il manifatturiero e i lavori di trasporto e magazzinaggio. E impressiona vedere che il tasso di mortalità tra i lavoratori stranieri (37 ogni milione di occupati) è più di due volte superiore a quello tra i lavoratori italiani. Insomma, a tre mesi dal voto di iniziativa popolare sui temi di lavoro e cittadinanza, niente è cambiato. Nei primi sette mesi del 2025, in Abruzzo si sono registrati già 11 morti sul lavoro (esclusi i decessi in itinere, cioè quelli avvenuti andando o tornando dal posto di lavoro). Meno della metà di quelle rilevate in Toscana (29), un quarto di quelle del Veneto (43) e appena un sesto rispetto a quelle della Lombardia (64). Eppure, nella graduatoria stilata dall’osservatorio Vega queste regioni si trovano più in basso rispetto alla nostra, occupando rispettivamente il 14°, 10° e 18° posto. Intanto – apprende l’Ansa -, è in arrivo un decreto legge con ulteriori misure sulla salute e sicurezza sul lavoro, con l’obiettivo di aumentare la capacità di prevenire gli infortuni, migliorare l’efficacia dei controlli, rafforzare la formazione e attivare iniziative di sensibilizzazione sulla cultura della sicurezza. Sul testo, a cui sta lavorando il ministero guidato da Marina Calderone, continua il confronto con i sindacati e le imprese e, a quanto si apprende, i tempi dovrebbero essere stretti. Per migliorare l’efficacia dei controlli, il decreto punta anche ad utilizzare le informazioni già presenti sulle piattaforme come Siisl (Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa). IL COMMENTO AI DATI AGGIORNATI AL MESE DI LUGLIO 2025 “I dati più aggiornati oggi disponibili, che includono il mese di luglio, ci dicono che il fenomeno degli infortuni sul lavoro non trova tregua nei mesi estivi. Il bilancio delle vittime sul lavoro è sempre più drammatico: si contano già 607 decessi, 30 in più dello scorso anno (+5,2%). Andando ad analizzare il dato più nel dettaglio, a fronte di una stabilità degli infortuni mortali avvenuti in occasione di lavoro (3 in meno), si registra un aumento del 24,1% degli infortuni in itinere”. Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, apre così in una nota il commento alla più recente indagine elaborata dal proprio team di esperti. E aggiunge: “L’emergenza continua nel nostro Paese, dimostrando che non riusciamo a incidere sulle cause degli infortuni mortali che nel tempo non diminuiscono e spesso si ripetono con le stesse modalità”.
IL RISCHIO DI MORTE REGIONE PER REGIONE: I DATI A LUGLIO 2025 A finire in zona rossa a luglio 2025, con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 18,3 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori), sono: Basilicata, Umbria, Campania, Sicilia, Trentino-Alto Adige e Puglia. In zona arancione: Abruzzo, Liguria, Calabria, Veneto e Sardegna. In zona gialla: Piemonte, Valle d’Aosta, Toscana, Marche, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Lombardia. In zona bianca: Lazio e Molise. |