Mercoledì, 3 Settembre 2025 Chieti

Truffa autovelox a Francavilla al Mare

Il P.M. Di Florio chiede il processo per sei vigili urbani

Un apparecchio dal nome tecnico, Speed scout, ribattezzato dalla gente con un nomignolo assai più eloquente: il «Truffavelox» al centro di una inchiesta penakle. Una macchina che, tra il 2019 e il 2023, ha macinato verbali per oltre 1,2 milioni di euro, inventando eccessi di velocità. Su questo meccanismo perverso, la procura di Chieti – diretta da Giampiero Di Florio – ora chiede il conto, sollecitando il processo per sei vigili urbani.

Tra gli imputati, con accuase tutte da provare, come riporta il Centro,  c’è il comandante della polizia locale, Fabio Torrese, per il quale il pubblico ministero aveva inizialmente proposto l’archiviazione. Una valutazione ribaltata dal giudice per le indagini preliminari, che ha invece ordinato di procedere per accuse pesantissime: «falsità ideologica e materiale commessa dal pubblico ufficiale in atto pubblico» e «soppressione, distruzione e occultamento di atti veri». Insieme a lui, a fine novembre, dovranno comparire davanti al giudice per l’udienza preliminare Maurizio Sacco il suo vice, Giustino Tancredi, e gli agenti Elisa Sbaraglia, Cinzia Gattone, Stefania Montebello e Carlo Del Gatto, difesi dagli avvocati Antonio Luciani, Marco De Merolis, Vincenzo Di Lorenzo e Luca Paolucci. Tra le «persone offese», oltre al Comune, figura Fabio Di Nardo, il camionista che con la sua tenacia ha scoperchiato il vaso di Pandora. Potranno entrambi costituirsi parte civile e, dunque, chiedere il risarcimento dei danni.

Il cuore dell’inchiesta pulsa nei verbali delle verifiche periodiche, che – secondo l’accusa – erano una messinscena per occultare il malfunzionamento sistematico dell’autovelox. Alle agenti Gattone e Montebello, con il presunto avallo di Torrese, si contesta di aver attestato, il 20 gennaio 2023, «contrariamente al vero», di aver eseguito i controlli ministeriali. Hanno certificato il «corretto funzionamento per il “movimento con rilevamento in avvicinamento”», ma in realtà, sostiene la procura, «non avevano le competenze tecniche» per farlo. L’effetto era devastante: lo Speed scout «registrava in modo del tutto anomalo le velocità», attribuendo ai veicoli, in particolare camion, furgoni e fuoristrada, infrazioni mai commesse.

Uno schema che si sarebbe ripetuto il 22 marzo 2021 con Tancredi e Del Gatto, accusati di aver provato l’apparecchio «senza differenziare le categorie di mezzi nella consapevolezza che registrava in modo errato le velocità». A Tancredi e Sbaraglia viene inoltre contestato di aver «occultato» intere cartelle di foto digitali «incoerenti», archiviandole nel computer dell’ufficio senza redigere alcun verbale. Su tutto, secondo il pm, si stendeva la consapevolezza del comandante.A innescare la valanga è la determinazione di Fabio Di Nardo, titolare di un’azienda di trasporti. Nel settembre 2023, la sua pazienza si esaurisce e invia un esposto a procura, prefettura e Comune. «Lo scorso 28 agosto», scrive, «ho ricevuto una raccomandata con cui veniva contestato che il mio veicolo circolava in via contrada Cetti Castagne alla velocità pari a 111 km/h dove il limite su tale tratto era imposto a 50». Sanzione pesante: multa, sei punti in meno e sospensione della patente per l’autista. .