Martedì, 2 Settembre 2025 AbruzzoTURISMO: BAZZUCCHI, “SEMPRE MENO ITALIANI IN VACANZA”“ABRUZZO PENULTIMO PER PRESENZE STRANIERE”Una flessione del turismo balneare, soprattutto a causa dei costi troppo elevati per milioni italiani, una tenuta del turismo di montagna, ma al risparmio. Questo mediamente in Italia e anche in Abruzzo, che però nonostante qualche progresso negli ultimi anni, resta penultima regione per attrattività dei turisti stranieri, appena il 13% sul totale, davanti solo al Molise, e con una media italiana del 51%. Azzardato è poi l’entusiasmo governativo e del ministro del Turismo, Fdi, Daniela Santanchè che già parla di “straordinaria crescita”, non considerando però che i dati di quest’anno sono gonfiati dall’inserimento ai fini statistici delle presenze nelle strutture non alberghiere, “sommerse” prima dell’entrata in vigore delle nuove norme, ed anche dai dati comunicati con maggiore capillarità dalle questure ai fini della rilevazione Istat. Questo è il quadro sintesi illustrato ad Abruzzoweb da Alberto Bazzucchi, esperto di turismo, già ricercatore del Cresa, il centro di analisi della Camera di commercio del Gran Sasso, e dell’Istituto nazionale di ricerche sul turismo. Opinione utile a far luce in una certa confusione intorno al bilancio, per ora giocoforza parziale, del turismo estivo in Italia e in Abruzzo, con il Viminale che attesta una crescita del 9,3%, smentito però da Federalberghi, che conferma che “nella gran parte delle località si rilevano presenze in calo o tutt’al più stazionarie, spiegando che il trend segnalato dal Ministero dell’Interno sia in buona parte attribuibile all’emersione dei tanti abusivi ed evasori che sono stati finalmente stanati”, come pure da Assobalneari che parla di una contrazione “sia in termini di presenze che di consumi” per gli stabilimenti balneari del 15%-25%. Anche l’Abruzzo non fa eccezione, sostiene dunque Bazzucchi, e a dirlo “sono i numeri di Confartigianato, relativi ad una contrazione dei flussi delle presenze sulle aree costiere, legato come successo a scala nazionale, da un incremento generalizzato dei costi, non solo dei famigerati ombrelloni, ma anche ei trasporti, dei ristoranti e di tante altre voci di spesa che gravano su una situazione economica familiare stagnante”. Ma non è per Bazzucchi il caro vita il solo aspetto da approfondire. “C’è probabilmente anche una mutazione nei costumi, nelle abitudini, nei gusti, negli interessi delle persone e delle famiglie. Si può ipotizzare che si stia assistendo al declino di un di tipo di turismo più tradizionale, estivo, cioè legato al mare, in beach, con particolare riferimento al turismo domestico in particolare, in prevalenza nei mesi estivi”. E infatti i primi dati parlano di un incremento del turismo più random, mordi e fuggi, concentrato nei week end, per poi tornare a casa, senza lunghi soggiorni, con una crescita delle destinazioni montane, in media meno costose, e una contrazione delle presenze sulla costa, anche se sottolinea Bazzucchi, “più di un operatore turistico della montagna mi ha confermato che i turisti spendono molto ma molto di meno”. La cosa importante, per Bazzucchi, è però ragionare su dati affidabili, confrontabili effettivamente con quelli degli anni precedenti. “C’è una questione che riguarda proprio le quantità, i numeri, sia a scala nazionale che a scala locale: oggi osserviamo degli incrementi molto significativi anche a due cifre rispetto agli anni passati, ma su questi incrementi incidono fondamentalmente due fattori” Il primo fattore è “che l’Istat ha aggiunto una fonte informativa, quella degli ‘alloggiati web’, la banca dati dove arrivano gli ospiti italiani e stranieri che qualunque struttura ricettiva è obbligata a comunicare alle questure di riferimento. Anche prima c’era l’obbligo, ma non venivano comunicate alla Regione di appartenenza soprattutto da parte delle strutture più piccole. Sarebbe dunque opportuno fare con gli anni precedenti un confronto omogeneo”. Il secondo fattore è che è subentrato l’obbligo per le strutture ricettive non alberghiere di dotarsi del Cin, il Codice identificativo nazionale. “Questo significa che tante strutture che prima non erano registrate, adesso lo sono, tanto è vero che tu trovi sul sito del Ministero del Turismo migliaia di strutture ricettive prima assenti, pur essendo da anni operative, e anche questo fa aumentare le presenze ai fini statistici. In Abruzzo questo aspetto incide molto, essendo stata una delle prime regioni che ha applicato questo adempimento”. Arriviamo al tema del turismo internazionale: “in Italia oggi meno di una persona su due va in vacanza, in Germania ce ne vanno otto su dieci. Quindi quest’estate, molte evidenze lo confermano, pochi milioni di famiglie hanno potuto permettersi di fare una vacanza, perché c’è una condizione economica in peggioramento”, esordisce Bazzucchi. Se dunque c’è una contrazione che si presume perdurerà anche nei prossimi anni del turismo domestico, diventa determinante per il settore attrarre il turismo straniero con più capacità di spesa, tenuto conto che l’Italia ha i salari medi tra i più bassi d’Europa e l’inflazione sta erodendo ulteriormente i redditi. Ma per l’Abruzzo c’è ancora molto da fare: “noi siamo la penultima regione in Italia per quota di turisti stranieri rispetto al totale, il 13%, mentre la media italiana è del 51%. Dopo di noi c’è solo il Molise. Il turismo abruzzese, del resto arriva in buona parte dalle regioni limitrofe”. Per fare un confronto la Basilicata ha il 18% di quota di stranieri, la Sicilia il 46%, il Lazio oltre il 50%, ma con Roma che la fa da padrona, Veneto e il Trentino Alto Adige superano il 60% Un dato se vogliamo clamoroso: “ormai gli stranieri in Italia sono più della metà degli italiani, in media, questo è successo qualche anno fa, ma non perché sono aumentati in maniera straordinaria gli stranieri, il fatto è che si sono ridotti gli italiani”. (f.t.) Pubblicato su Abruzzoweb.it |