Martedì, 19 Agosto 2025 Abruzzo

Scontro con la politica, silurata la dirigente Emanuela Grimaldi

Sotto la Regia di Marsilio forse trasferita al settore Cultura

Aria di cambiamenti al vertice del cruciale dipartimento Sanità della Regione Abruzzo alle prese con un ostacolo non da poco, come la gestione del piano di rientro del pesante buco nel sistema sanitario abruzzese.

Una emergenza scoppiata in concomitanza con il secondo storico mandato del centrodestra di Marco Marsilio in Regione alle elezioni del marzo dello scorso anno, che ha avvelenato il clima politico e i rapporti tra la burocrazia e gli amministratori sulla durezza delle misure di contenimento.

Ed è proprio per questo conflitto tra il piano draconiano dei dirigenti e quello meno “lacrime e sangue” del presidente Marsilio, di FdI, e dell’assessore regionale Nicoletta Veri (lista del presidente) che si è consumata nel corso dei mesi questa frattura che sembra insanabile.

A farne le spese sarebbe l’attuale direttore, Emanuela Grimaldi, che ha assunto l’importante è complesso incarico lo scorso anno come scelta diretta del presidente che la conosce bene per averla avuta per cinque anni come dirigente di punta del suo staff.

Grimaldi sarebbe destinata ad altro incarico di pari livello in Abruzzo o a Roma e al suo posto la maggioranza di centrodestra punterebbe sull’attuale vice capo dipartimento, Camillo Odio, voluto fortemente oltre che da Marsilio e Verì anche da alcuni big abruzzesi di FdI.

Fatali per lei sarebbero state le violente dispute sui provvedimenti da mettere a terra sulle ferree indicazioni per contenere il debito dettate dal tavolo di monitoraggio nazionale deciso a non fare sconti all’Abruzzo che ha dovuto aumentate le tasse e saccheggiare il bilancio regionale per coprire il disavanzo. Un tavolo affrontato con l’altro alto dirigente, il capo dipartimento bilancio, Fabrizio Giannangeli, con il quale la visione è stata unanime.

Del cambio sarebbe regista il presidente Marsilio di Fdi: le voci, insistenti da settimane nei corridoi di palazzo Silone e di via Conte di Ruvo, ora sarebbero avvalorate da fatti concreti, alcune fonti sottolineano che lo stimato manager pubblico che si è vista appena approvare la riorganizzazione della struttura, viva da separata in casa. Ma con la sua squadra che sembra compatta con lei.

Anche se le diplomazie sono al lavoro la vicenda potrebbe anche sfociare in un cruento contenzioso visto che il direttore Grimaldi ha ancora pure due anni di contratto.

Per ora il passaggio di consegne viene viene additato come il classico “promoveatur ut amoveatur”, di una alta burocrate, in carica da un anno, che pure godeva della massima fiducia e stima del presidente, ma che poi più volte, sul tema scottante e monopolizzante del risanamento del buco della sanità, che rischia di superare anche quest’anno i 100 milioni di euro, e delle condotte delle Asl,  ha preso decisioni norme alla mano, molto poco gradite alla parte politica.

Una iniziativa condivisa anche dall’assessore Verì, che ha già messo mano a cambiamenti di cariche apicali: dal 24 agosto avrà come suo responsabile dell’Ufficio di segreteria, lo stimato collega giornalista Francesco Flamminio, già dipendente regionale nell’area degli Istruttori con il profilo professionale di assistente addetto stampa. Flamminio per un periodo era andato via: ora rientra con un incarico più prestigioso e con un incremento salariale di 14mila euro come descritto in delibera.

A Grimaldi sarebbe stato offerto il posto di direttore del dipartimento Cultura, lasciato libero da Paolo Costanzi, che dal 1 settembre andrà a fare il direttore generale della Asl dell’Aquila. In tal senso, ci sarebbe stato un incontro tra Grimaldi e l’assessore con delega alla Cultura, Roberto Santangelo, di Forza Italia, “inviato” da Marsilio, al termine del quale si sarebbe riservata di decidere.  Una riserva non ancora sciolta.

Da Roma invece la strada per un adeguato ruolo adeguato al suo pesante curriculum non avrebbe dato ancora frutti.

Un ‘altra strada, questa volta cruenta perché presupporrebbe il fatto che Grimaldi non abbia accettato di farsi da parte bonariamente, sarebbe una nuova riorganizzazione dei dipartimenti o del dipartimento Sanità con conseguente azzeramento dei vertici, ma la strada sarebbe lunga e problematica, tenuto anche conto che il centrodestra di Marsilio, una prima riorganizzazione della tecnostruttura l’ha già effettuata. Anche se c’è chi dice, in particolare tra gli amministratori di FdI, che basta un piccolo cambiamento per azzerare.

L’importante per Marsilio, che quando si mette in testa una cosa la porta a termine, è comunque ottenere un cambio della guardia, affidando il dipartimento, da quanti si apprende, a Odio, dirigente del servizio Sanità digitale, Investimenti e Territorio, del Dipartimento Sanità, considerato molto più gestibile e “dialogante”.

Grimaldi, 50enne di Giulianova, già direttore del Dipartimento di presidenza della Regione Abruzzo, era arrivata al vertice del dipartimento a ottobre scorso, scelta dopo un bando interno da Marsilio, per prendere il posto di Claudio D’Amario, che aveva deciso di lasciare anzitempo l’incarico che ha detenuto da quattro anni e che sarebbe scaduto a  maggio 2026, anche qui per conflitti sulle strategie per far fronte al deficit, e per vari aspetti tecnici e di governance, in particolare con l’assessore Verì.

Ed anche con Grimaldi il conflitto con la politica non si è certo sopito. Il dipartimento Sanità, giusto per rinfrescare la memoria, solo in questi ultimi mesi, ha bocciato  piani aziendali delle Asl di Pescara, Chieti e Teramo, ovvero l’attuazione della tanto sbandierata riforma della rete ospedaliera approvata nel dicembre del 2023 ed inserita come fiore all’occhiello di livello nazionale nel programma elettorale della maggioranza di centrodestra che ne ha fatto un cavallo di battaglia in campagna elettorale.

Si è salvato solo il piano aziendale della Asl dell’Aquila, ma perché redatto dopo una sorta di commissariamento, direttamente dalla Agenzia sanitaria regionale (Asr) diretta da Pierluigi Cosenza.

Sempre Grimaldi si è messa di traverso sulla proroga che Marsilio voleva disporre alla Asl aquilana al dg Ferdinando Romano, scaduto a fine maggio, la seconda dopo quella di un anno del 2024, “contra legem”, come confermato da un parere dell’avvocatura regionale.

Più volte il dipartimento Sanità è dovuto intervenire per stigmatizzare e stoppare le infornate di amministrativi, per di più con scorrimento di vecchie graduatorie, in barba al fatto che lo stesso aveva disposto il blocco, applicando del resto la stessa legge regionale con le misure per il contenimento del debito, e aveva già bloccato le assunzioni anche qui con scorrimento delle graduatorie alla Asl di Teramo, per un dirigente, e alla Asl di Pescara, per dieci posti, per la Asl dell’Aquila, per quattro posti, con una delibera firmata da Romano il 23 maggio, pochi giorni prima dalla sua scadenza.

Grimaldi e Giannangeli, interpretando fino in fondo il loro ruolo amministrativo, hanno più volte sollecitato la politica a misure concrete, immediate ed efficaci per far fronte al bubbone del deficit, arrivando a inviare a Marsilio a inizio giugno anche un documento di oltre 70 pagine, per indicare con esattezza chirurgica tutte le spesa da tagliare, settore per settore, capitolo su capitolo, chiedendo e ottenendo la convocazione di un summit urgente a palazzo Silone, sede della giunta regionale all’Aquila.

Uno zelo motivato anche dal fatto, non secondario, che i titolari dei dipartimenti Sanità e Bilancio potrebbero essere esposti a interventi della Corte dei Conti su eventuali omissioni nell’attuare l’azione di contenimento della spesa. Del resto sono Grimaldi e Giannangeli ad andare a Roma, con le porte chiuse ai politici, a partecipare al Tavolo di monitoraggio interministeriale che impone una amara medicina di tagli e risparmi per sanare un buco della sanità che potrebbe arrivare oltre i 100 milioni nel 2025, dopo i 113 milioni macinati del 2024.

Ma questo zelo avrebbe dovuto suscitato crescente fastidio nella maggioranza di centrodestra, che mal sopporta controcanti alla narrazione secondo la quale “tutto va bene e “tutto è sotto controllo”, in un classico conflitto tra la politica e la burocrazia, da quando la seconda ha ottenuto maggiore autonomia con la riforma Bassanini della pubblica amministrazione.

Per quanto riguarda invece Flamminio: la nomina a responsabile dell’Ufficio di Segreteria di Verì, su proposta dello stesso assessore, è arrivata con un decreto presidenziale il 24 luglio scorso, e gli varrà uno stipendio più pesante di 14mila euro annui.

Flamminio, giornalista, dipendente regionale inquadrato nell’Area degli Istruttori con il profilo professionale di Assistente addetto stampa, a inizio maggio era stato già assegnato temporaneamente alla segreteria di Verì.

L’incarico è di natura fiduciaria, e non prevede alcun bando o selezione, ed è conferito “a tempo determinato per una durata non superiore a quella della legislatura e decade, comunque, contestualmente alla cessazione dell’incarico del Componente della Giunta”. (b.s.)

Pubblicato da Abruzzoweb