Mercoledì, 13 Agosto 2025 Abruzzo

STABILIMENTI VUOTI: PER BALNEATORI COLPA CARO VITA

PER IL GOVERNO “NESSUNA CRISI, IL TURISMO CRESCE”

 È “caro ombrelloni”, no è “caro vita”, anzi non c’è nessuna crisi, “il turismo italiano si sta destagionalizzando, diversificando e rafforzando”.

Continua a tenere banco, nell’estate 2025, il caso degli “stabilimenti vuoti” con maggioranza di centrodestra alla guida del Governo Meloni e balneatori su due posizioni ben diverse e a tratti contrapposte.

Una polemica esplosa anche in Abruzzo e se da un lato gli esponenti di Governo, in particolare da FdI, come il deputato Guerino Testa, sottolineano che “i dati ufficiali confermano che l’estate 2025 è tra le più dinamiche e vitali degli ultimi anni”, che “l’Italia è ai vertici del mercato turistico mediterraneo per competitività dei prezzi e tasso di saturazione delle strutture ricettive. E l’Abruzzo, ancora una volta, si distingue per la sua capacità di offrire un turismo completo, autentico e in crescita” (Qui il link), dall’altro i balneatori puntano il dito contro l’aumento generalizzato di beni e servizi.

Ma, dicono Tonino Capacchione, presidente nazionale del Sib Confcommercio e il presidente della Sib Abruzzo Riccardo Padovano: “L’Istat ‘smonta’ la campagna contro i balneari. Si conferma l’aumento generalizzato dei beni e servizi. Per quelli balneari gli aumenti più contenuti inferiori persino a quello dei musei”.

Il tutto mentre è in corso la partita sulle concessioni delle spiagge, che in Abruzzo riguarda 700 balneatori. Nei giorni scorsi, infatti, il Consiglio di Stato, rispondendo ad un parere sulla bozza del decreto chiesto della stesso Ministero delle Infrastrutture e dal ministro e vicepremier leghista Matteo Salvini, ha bocciato l’ipotesi di assicurare lauti indennizzi ai gestori uscenti, per di più a carico di quelli entranti, quando entro il 2027 saranno messe a gara le concessioni balneari, esattamente quello che aveva sostenuto la Commissione europea. Con il Mit è chiamato a rivedere il decreto e allinearsi alle indicazioni della Commissione europea, confermate con ancora più vigore dal Consiglio di Stato, altrimenti il il rischio è una condanna per infrazione, si calcola di 110 milioni di euro, a carico di tutti i contribuenti italiani, anche quelli che non vanno al mare.

In questo contesto, i balneatori si difendono dalle accuse di rincari: “L’Istat – spiegano Capacchione e Padovano – oggi confermano l’inflazione del Paese al 1,7 %. Smontato così il teorema del ‘caro ombrellone’ visto che gli aumenti certificati sono i più bassi della lista. Voli nazionali (+35,9%), traghetti (+10,9%), auto a noleggio (+9,9%), pacchetti vacanza nazionali (+10,3%), case vacanza, b&b e altre strutture ricettive (+6%), musei e monumenti storici (+4,0 %), spiagge e piscine (+3,4%)”.

“A conferma che la polemica di questi ultimi giorni contro i balneari è stata infondata e ingiusta. Si è voluto addebitare ai balneari la crisi dei consumi. Una operazione truffaldina e ingannevole. Se molte famiglie non sono andate in vacanza o hanno ridotto le loro presenze sui nostri litorali a luglio è per il caro vita non per il caro ombrelloni”.

Infine Padovano torna su alcune dichiarazioni dei giorni scorsi che sono state da alcuni travisate: “Io non ho fatto un autogol dicendo che stiamo a contare le pecore (Qui il link) ma ho solo detto quello che dicono i balneari. Noi siamo il termometro dei nostri clienti”.