Giovedì, 31 Luglio 2025 Abruzzo

PAPUA NUOVA GUINEA: ASSOLTO E LIBERATO VELISTA PESCARESE D’ATTANASIO

ERA ARRESTATO NEL MARZO DEL 2020 PER TRAFFICO DI DROGA

Carlo D’Attanasio, il velista pescarese condannato in Papua Nuova Guinea per traffico internazionale di stupefacenti, “è stato liberato dopo essere stato assolto”. Ad annunciarlo, in un punto stampa all’unità di crisi alla Farnesina, è stato il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Lo skipper italiano è stato arrestato nel marzo 2020 in Nuova Guinea, dove si trovava per una tappa del giro del mondo in barca a vela che stava compiendo in solitaria. L’accusa di narcotraffico internazionale è scattata a seguito allo schianto sull’isola di un aereo con a bordo 611 chili di cocaina.

“Sono stato informato questa notte dal sottosegretario Giorgio Silli in missione nella regione e dall’ambasciatore Paolo Crudele che la Corte d’Appello della Papua Nuova Guinea ha assolto il connazionale Carlo D’Attanasio, disponendo la sua liberazione”, ha detto Tajani.

“La Farnesina ha seguito con attenzione il caso del nostro connazionale – sottolinea il ministero -. Era stato condannato in primo grado a una pena detentiva di diciannove anni per riciclaggio di denaro e attualmente è ricoverato in ospedale nella capitale Port Moresby per una grave patologia”.

Dopo un processo durato oltre tre anni e la reclusione, il 30 dicembre 2023 D’Attanasio, che in ogni fase del processo si è sempre dichiarato innocente, è stato condannato a 19 anni di carcere.  I suoi legali, Mario Antinucci e David Dotaona, avevano poi inoltrato la richiesta di estradizione del velista pescarese che, affetto da un tumore al colon, era ricoverato da tempo in un ospedale locale.

“Nelle prossime ore verrà organizzato il rimpatrio. Siamo in attesa di avere informazioni. La Farnesina e l’ambasciata sono al lavoro. Credo si debba aspettare che venga depositata la sentenza”. Lo dice all’Ansa la politica pescarese Carola Profeta, amica del velista abruzzese assolto ieri.

Profeta, che in questi anni si è battuta per la liberazione di D’Attanasio, dice di non essere “ancora riuscita a sentirlo” perché “probabilmente sta dormendo” e ricorda che si tratta di “un caso che investiva i diritti umani, visto che Carlo ha una patologia grave che lì non può essere curata”.

Nel novembre 2023 Profeta aveva lanciato un appello alla politica locale per seguire il caso del velista.

Dopo i primi contatti con la Farnesina, “una svolta ci fu quando Papa Francesco andò in Papua Nuova Guinea ed ebbe un colloquio con un altro italiano, che raccontò al Pontefice la storia di Carlo”, sottolinea.

Profeta ricorda anche che “se fosse tornato per motivi umanitari sarebbe rimasta la condanna in primo grado, mentre lui ha preferito rischiare e fare l’appello per tornare in Italia da uomo libero”.