“Dove va il mondo è un concetto complesso, difficile e delicato che riguarda profondamente- afferma il professor Guido Brunetti in questo colloquio- la filosofia, la scienza, la religione e la politica. Preliminarmente, dobbiamo dire che il mondo e le nostre esistenze da sempre sono attraversati in un contesto di cambiamento e incertezza da nuove vie, nuove speranze e nuove prospettive.
“Viviamo purtroppo tempi cupi, intricati e ansiogeni, come emerge dall’analisi dei maggiori pensatori. Il mondo si trova di fronte a grandi sfide ed è minacciato- ha sostenuto il grande filosofo francese Edgard Morin- da ‘pericoli mortali’: crisi planetaria, armi nucleari, degrado della biosfera, e le guerre che seminano sangue e disperazione, distruggendo case, scuole ed ospedali e determinando la morte di migliaia di innocenti, bambini, donne, anziani, frutto di decisioni irrazionali e paranoiche. Sono in gioco i destini dell’umanità. Una umanità che come hanno
mostrato le neuroscienze è una combinazione di bene e male, eros e thanatos, vita e morte, miseria e nobiltà, egoismo e altruismo, odio, invidia e malvagità. Ma anche un mondo che riesce ad esprimere tratti incantevoli, magici e meravigliosi, creando arte, poesia, bellezza”.
Qual è l’immagine che proietta?
“Oggi, il mondo sembra avviato, secondo l’unanime giudizio di autorevoli studiosi, verso un vuoto esistenziale senza precedenti e da un grande malessere. La dimensione umana è sempre più cosa rara. Emerge il declino dell’umanità, che appare- per Morin- in ‘una condizione agonica’. L’inumano ‘dilaga’, il mondo ‘de-umanizza’.
Già Nietzsche aveva profetizzato un mondo in cui i principi e valori avrebbero ceduto il passo al caos e alla volontà di potenza delle pulsioni egoistiche”.
C’è uno stato di incertezza e di insicurezza…
“Affiora un mondo assopito, confuso e stressato, dove l’uomo ha preso il posto di Dio e la ragione ha soppiantato la religione. Se per il transumanesimo, Dio è morto, anche la morale e i valori sono morti. L’uomo si crede onnipotente, ma è fragile, frantumato in mille modi di essere e di vivere. Il pensiero post-moderno e post-
metafisico ha generato un essere debole che si trascina verso il nulla. E’ una crisi di natura antropologica”.
Anche le dinamiche interpersonali vengono coinvolte?
“Nel suo caotico divenire, il mondo è caratterizzato da instabilità, ove quello che era solido è diventato liquido e schiumoso, secondo la bella definizione di Bauman, uno dei maggiori pensatori del nostro tempo. Certezze, principi e valori si sono liquefatti. Sono scomparsi Dio, l’anima, il sacro e il trascendente. I legami affettivi, emotivi e sociali sono fragili e inconsistenti. C’è una crisi del pensiero, manca la cultura, ma mancano la forza morale e un Io ideale”.
Un mondo chiuso in se stesso…
“ E’ un mondo chiuso al logos, alla ragione, alla metafisica. Un mondo ‘misologico’, avversione contro tutto ciò che è pensiero, sapere, cultura. “L’epoca postmoderna, dominata da processi di rapido e profondo cambiamento, è stata definita una società liquida e schiumosa caratterizzata da fluidità, instabilità, stati ansiosi, insicurezza e pulsioni nichilistiche. All’ homo religiosus è subentrato l’homo tecnologicus. Una tecnologia che ci mette tutti in comunicazione nel momento stesso in cui ci isola l’uno dall’altro, riducendoci a monadi, a identità alienante, a un Io scisso, Siamo al post-pensiero, post-verità, post-conoscenza”.
E’ la finitezza dell’essere umano?
“Il mondo ha prodotto e sta producendo straordinari innovazioni scientifiche e culturali, ma l’uomo non è ancora riuscito a dominare il suo cervello rettiliano, ossia il cervello malvagio e distruttivo. Il pericolo maggiore per l’umanità è l’istinto distruttivo e autodistruttivo dell’uomo. L’unico animale che ha l’aggressività intraspecifica è l’uomo. Il cane non ammazza il cane, il gatto non ammazza il gatto. L’uomo ammazza l’uomo”.
Che cosa può fare lo scienziato di fronte a questi fenomeni?
“Le neuroscienze- dichiara Brunetti- stanno compiendo splendidi progressi a vantaggio dell’umanità. E certamente lanciare un monito al mondo e ai governanti, mettendo in guardia contro le pulsioni aggressive del cervello inferiore e favorendo il potenziamento del cervello superiore. Ma i politici, secondo i maggiori studiosi, hanno ‘paura della cultura e della scienza’.
C’è insomma una crisi del sistema e della politica?
“Uno dei primi a rilevare la degenerazione sociale, la crisi delle istituzioni e l’involuzione schizofrenica della politica è stato il presidente della Repubblica Cossiga. Una condizione che ha coinvolto i valori, la crisi delle ideologie, la morte di Dio e la scomparsa delle antiche certezze.
Come sopravvivere a questa postmodernità liquida? Il problema è che la politica non ha ancora compreso la complessità del fenomeno. Da tempo, essa ha “condannato” (Panebianco) il Paese alla decadenza”.
Quali le ragioni?
“E’ l’epoca in cui trionfa la “mediocrazia”, i mediocri prendono il potere. E’ stato il famoso studioso Giovanni Sartori a coniare il termine “asinocrazia” per indicare le classi dirigenti della politica italiana. Nel suo libro “La Repubblica dei brocchi” (Feltrinelli), Sergio Rizzo scrive: “Non conoscono vergogna, non prendono lezioni da
nessuno. Sono mediocri, ma si credono i migliori. Sono mediocri al potere” (Deneault). Da parte sua, lo storico Luciano Canfora sottolinea “il tracollo di qualità intellettuale e morale del personale politico, mentre il filosofo Cacciari parla di una classe politica sempre “più ignorante”, mancanza di capacità, competenza e visione
per amministrare in maniera efficace. Supponenza, arroganza e frustrazione, complessi di inferiorità sono poi le altre caratteristiche di questi individui. Discredito e degrado della politica non potrebbero essere maggiori”.
E’ il tracollo della politica.
Secondo i maggiori analisti, è una politica dominata da tribù e da cacicchi locali, incapace di esprimere una classe dirigente di elevato e accertato spessore umano e intellettuale. Quindi una mediocrazia perversa, politici senza prestigio e carisma tra i più odiati di tutta la storia. Sono i dilettanti assoluti già analizzati da Max Weber. Una gestione a volte dilettantesca dei problemi. Persone ‘immature e incompetenti da far venire i brividi’. Su questo c’è un accordo generale.
La cultura? Un disvalore. L’ignoranza? Una virtù. Eccellono dunque individui mediocri e impreparati e vengono penalizzati i migliori. I mediocri prendono il potere. La mediocrazia innalzata al rango di autorità. La politica ignora la cultura e la scienza. Che procurano ansia e invidia viscerale, veri attacchi biliari, rivelando un animo basso e grossolano. Individui che mostrano supponenza e arroganza, uomini senza qualità. Che si occupano di cultura solo quando può essere strumentalizzata per fini personali, narcisistici ed elettorali. Di qui la sovraesposizione mediatica. “Appareo, ergo sum”: appaio sui social e sui giornali online locali, dunque esisto. Non conta l’essere, ma l’esserci. Apparire a tutti i costi, diventa un comportamento compulsivo e ossessivo, un narcisismo patologico.
Al risveglio, il primo pensiero non è che cosa posso fare oggi per i miei cittadini, ma che cosa inventarmi per apparire sui giornali. Si tratta allora di lavorare per invertire la rotta e accompagnare il futuro del mondo e
dell’umanità.
Professor Brunetti, la sua analisi, come sempre risulta di alto spessore culturale, filosofico e scientifico, chiara, strutturata e brillantemente documentata. Come possiamo concludere?
“Noi riteniamo che sia l’evoluzione biologica che l’evoluzione culturale siano un processo graduale caratterizzato da discontinuità e che si declina secondo fasi di pausa, regressione e progressione. Questa nostra teoria prevede una svolta evolutiva nel senso di superamento dell’attuale epoca di forte crisi in tutti i campi e l’avvento di
un’era di progresso nella cultura, nella scienza, nell’arte e in altri settori della vita”.
Dove va allora il mondo?
“Va verso l’affermazione del cervello superiore che diventerà il motore dell’evoluzione biologica e di quella culturale. Sarà quindi l’avvento di un mondo dell’empatia che potenzierà creatività, altruismo e solidarietà che sono la gloria dell’essere umano. Ci aspetta un nuovo Rinascimento”.
Anna Gabriele