Sabato, 12 Luglio 2025 Abruzzo

Emendamento no chiusre, dopo l'Abruzzo altre Regioni vogliono riaprire

Una reazione facilmente prevedibile che non giustificherebbe le chiusure nel nostro territorio

’è un ostacolo di portata nazionale che potrebbe impedire il salvataggio in extremis dei quattro tribunali abruzzesi di Sulmona, Lanciano, Vasto e Avezzano, che in base al decreto Severino del 2012 e  dopo la proroga a seguito del sisma 2009, scatterà il 31 dicembre prossimo: è quello rappresentato dalle altre regioni italiane che i loro tribunali li hanno dovuti già chiudere, e vorrebbero infilarsi nel decreto legge annunciato dal ministro Carlo Nordio, che dovrà ridisegnare nuovamente la geografia giudiziaria, e far salvi appunto i tribunali abruzzesi una volta per tutte.

Anche per questa ragione, tra i pacchetti di emendamenti al Dl economia presentati in commissione bilancio del Senato dai senatori abruzzesi di Fdi Guido Liris, capogruppo della stessa commissione ed Etel Sigismondi, c’è ne uno che prevede in ogni caso di sospendere gli effetti della chiusura dei quattro presìdi di giustizia abruzzesi fino all’approvazione delle riforma.

Ad annunciare la norma era stato lo stesso Nordio  in un incontro a maggio al ministero della Giustizia ad una delegazione capitanata dal presidente della Regione Marco Marsilio di Fdi. E la notizia fu motivo di sollievo dopo anni di battaglie da parte dei sindaci e delle varie associazioni di categoria del comparto della giustizia.

Accade però che ad esempio Umbria e Marche vorrebbero ora con tutte le forze riaprire i tribunali rispettivamente di Orvieto e Camerino, soppressi nel 2012, lo stesso dicasi per la Campania, già mobilitata per la riapertura del tribunale di Ariano Irpino. Solo alcuni esempi, visto che il decreto varato sotto il governo Monti ha comportato la chiusura di 25 tribunali e di 220 sezioni distaccate con l’accorpamento delle attività nei 140 tribunali rimanenti, facendo salvi ma solo procrastinandone la chiusura i quattro tribunali abruzzesi, a causa del terremoto.

Questo scenario però complica l’operazione salvataggio tribunali abruzzesi, ovvero l’iter dell’emendamento e la stesura del decreto annunciato da Nordio, anche entro luglio. Nella proposta di legge governativa oltre alla  stabilizzazione dei quattro tribunali sub-provinciali abruzzesi, nelle more della nuova geografia, si dovrebbe garantire anche una lineare programmazione delle udienze oltre il 1° gennaio 2026, comunque una loro proroga almeno sino al 1° gennaio 2027.

Ha dichiarato al quotidiano Il Centro Liris, “Come Governo, stiamo andando avanti nel percorso di stabilizzazione dei tribunali minori abruzzesi, come hanno detto chiaramente sia il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che il sottosegretario di Stato per la giustizia, Andrea Delmastro. I tribunali minori saranno messi al riparo dal rischio di smantellamento. Si sta andando avanti nel percorso di definizione degli ultimi provvedimenti per arrivare, nel minor tempo possibile, all’approvazione del disegno di legge per la riforma della geografia giudiziaria, rallentata dall’intervento di alcune regioni, che stanno chiedendo la stabilizzazione dei loro tribunali minori, come ha fatto l’Abruzzo. L’emendamento presentato in Commissione bilancio serve proprio a questo: farà da ponte per garantire l’attività dei quattro tribunali abruzzesi fino alla definitiva introduzione della riforma che ridisegna la geografia giudiziaria”.

Ad oggi però nessuna certezza, niente decreto, e nemmeno ci sarà in estate il Milleproroghe, spostato in autunno, tanto è vero che nei giorni scorsi si è tenuta l’ultima riunione operativa del coordinamento della salvaguardia dei quattro tribunali abruzzesi ad Avezzano e su iniziativa del coordinatore, il sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, ed è stata inviata una lettera al presidente della Regione, Marco Marsilio, di Fdi, per richiedere un urgente.

Ecco dunque arrivare l’emendamento di Liris e Sigismondi, per metterci intanto una pezza ed evitare che senza il decreto di Nordio il primo gennaio scatterà la tagliola.

Aspetto peculiare dell’emendamento, è che non si parla più di proroga della chiusura, come avvenuto in passato, di un anno o due, ma di sospensione degli effetti della chiusura, ovvero di proroga dell’apertura già in essere, in attesa che la nuova geografia giudiziaria, come viene nell’emendamento dato per scontato, sancirà definitivamente che i quattro tribunali sub provinciali rimarranno come lo sono ora, aperti e operativi. Una questione solo apparentemente di lana caprina.

Altro portato dell’emendamento è che i tribunali potranno operare in tranquillità e con una certezza in più, visto che ad oggi in caso di rinvio dell’udienza poniamo al tribunale di Sulmona, ad una data del 2026, c’è il dilemma se si possa confermare come sede processuale lo stesso tribunale di Sulmona, visto che in teoria dovrebbe aver già chiuso i battenti.