Martedì, 8 Luglio 2025 Abruzzo

Ancora una rivolta dei detenuti

La richiesta: "Subito più agenti e nuova struttura"

Ancora una rivolta dei detenuti nel carcere di Pescara.

A renderlo noto Nicola Di Felice, segretario regionale OSAPP che spiega come solo “il tempestivo e professionale intervento della Polizia Penitenziaria ha evitato il ripetersi di quanto successo il 17 febbraio nella stessa struttura”.

Di seguito la nota completa.

“Oggi verso le ore 14 un gruppo formato da nord africani, già noti per atti contro il patrimonio oltre che contro il personal, oltre a atti persecutori nei confronti di altri detenuti, ha invaso la rotonda piano terra forzando il cancello delle scale. Gli stessi si erano organizzati con bastoni per cercare di venire a contatto con la Polizia schierata.

La protesta ha preso spunto da un presunto ritardo nella consegna tabacchi. Il poco personale presente, professionalmente schierato e supportato anche da colleghi intervenuti dall’istituto di Lanciano ha bloccato la protesta e isolato i sette che si erano resi istigatori dell’atto.

I superiori uffici interessati dalla Direzione della casa circondariale di Pescara hanno provveduto in tempi celeri allo spostamento in altri Istituti, si spera meglio strutturati, dei sette.

Questo riporta alla luce la situazione sempre più complessa che vivono tutte le strutture abruzzesi e in particolare la CC di Pescara che vede sulla carta una carenza di personale che se sulla pianta organica risulta del 20% ma che nella realtà tra personale distaccato in altri istituti o uffici vede una carenza effettiva del 39%. Quasi 70 fra uomini e donne in meno, senza dimenticare che la pianta organica si basa su una presenza di 250 detenuti, mentre l’effettiva presenza di detenuti si attesta intorno alle 400 unità, ricordando che una intera sezione è ancora impraticabile dopo gli eventi di febbraio 25.

Lo scrivente sindacato chiede alla politica pescarese di farsi portatore presso i superiori uffici delle doglianze che continuamente il sindacato rappresenta. È ora che Pescara sia fornito di personale sufficiente alla gestione di un istituto tra i più importanti del centro Italia. Ma soprattutto è ora che la politica metta in calendario la costruzione di un nuovo complesso penitenziario, più consono e più sicuro, e in area adeguata.

A tal proposito si ricorda che se la situazione non si riusciva a contenere, i detenuti si sarebbero ritrovati sotto al muro di cinta che ha visto anche nel recente passato varie fughe, data l’altezza ridicola del muro stesso.

Concludo facendo un plauso ai colleghi che hanno saputo anche in questa occasione gestire la protesta, e che hanno dopo tante ore di servizio, provveduto anche al trasferimento degli stessi rivoltosi”.