Lunedì, 30 Giugno 2025 Abruzzo

L'AREACOM ESCLUDE SANTA CROCE DALLA GARA

BRAGHINI, “SUBITO CONCESSIONE A SANT’ANNA”

L’Agenzia regionale dell’Abruzzo per la Committenza (Areacom) con una determinazione del 18 giugno ha escluso la società Santa Croce dell’imprenditore molisano Camillo Colella, dalla procedura di gara per l’affidamento delle sorgenti  S. Antonio-Sponga e Fonte Fiuggino di Canistro, in provincia dell’Aquila, la cui pregiatissima acqua minerale va a finire da 10 anni nel fiume Liri, tra concessioni ritirate, bandi finiti con un nulla di fatto, e infinti e feroci contenziosi legali e giudiziari.

La decisione fa seguito alla sentenza del Tar di Pescara, che ha stabilito che la holding di Colella, ex concessionaria della sorgente Sponga, fino alla revoca del 2015, essendo alle prese con una procedura di concordato preventivo, dopo il fallimento della immobiliare Como srl, dichiarato dal Tribunale di Roma nel giugno del 2019,  benché in continuità aziendale, deve essere esclusa dalla gara in virtù sia della legge regionale sulle acque, sia del disciplinare di gara delle due concessioni.

A questo punto resta dunque in campo solo la Acqua Sant’Anna, grande player nazionale con sede a Vinadio in Piemonte, che aveva fatto ricorso vinto al Tar assieme alla stessa Areacom, che è stazione appaltante della gara, e di cui è presidente Donato Cavallo.

La commissione di gara di Areacom, composta da Roberta Di Biase, presidente, Roberta Bollone e Armando Lombardi, deve ora decidere se assegnare direttamente la concessione alla Sant’Anna, oppure fare una nuova gara, che sarebbe la quarta in 10 anni, con tempi che si allungheranno fatalmente.

A esultare per la decisione di Areacom, è l’avvocato Salvatore Braghini, del foro di Avezzano, che assieme a Maurizio Torchia, del foro di Torino, ha difeso la Sant’Anna nel contenzioso al Tar, mentre Areacom si è affidata agli avvocati Eugenio Galluppi e Fabrizio Rulli, del foro di Pescara. La Santa Croce è stata difesa dagli avvocati Mariangela Di Giandomenico e Matteo Di Tonno.

E Braghini si appella ora ad Areacom, affinché proceda alla rapida aggiudicazione della gara in favore di Acqua Sant’Anna, quale unico operatore qualificato rimasto.

“Il protrarsi dei tempi o l’eventuale indizione di una nuova procedura – sottolinea infatti Braghini – determinerebbe conseguenze economiche e sociali gravissime sia per il territorio della Valle Roveto, che vedrebbe compromesso lo sviluppo di un settore strategico, sia per le casse regionali, che continuerebbero a perdere i canoni di concessione”.

Ma non solo, Braghini chiede alla Regione Abruzzo, “la revoca immediata della proroga concessa alla Santa Croce per lo sfruttamento della Fonte Fiuggino di Canistro”, la cui acqua la Santa Croce ha continuato ad imbottigliare nel suo stabilimento, evidenziando come “la società non possieda più i requisiti necessari per mantenere la concessione, trovandosi in una procedura di concordato preventivo presso la Sezione Fallimentare del Tribunale di Roma e gravata dalle violazioni fiscali definitive richiamate nella sentenza del Tar”.

Esce di scena, almeno per ora e al netto di eventuali ricorsi al Consiglio di stato contro la sentenza del Tar, e la conseguente determina di Areacom, la Santa Croce, che nel 2015 si è vista revocare la concessione della Sponga, a seguito di un ricorso del Comune di Canistro e della Regione Abruzzo, che ha portato al licenziamento di 75 addetti e ha innescato una furibonda battaglia legale tra la Santa Croce da una parte, e Comune e Regione dall’altra, passata alla storia come la “guerra abruzzese dell’acqua”.

La gara in questione, la terza dopo le due precedenti andate a finire con un buco nell’acqua, è stata indetta nel luglio del 2023, e ha partecipato ancora una volta la Santa Croce, dopo aver impugnato l’esclusione a causa del concordato preventivo, con competitor questa volta la Sant’Anna.

La gara però non è arrivata all’aggiudicazione definitiva: è stato stabilito un punteggio favorevole a Santa Croce in base all’offerta tecnica ed economica, nel gennaio del 2024.  Ma poi tutto si è fermato, ad un passo dalla riconsegna delle chiavi delle sorgenti, perché andava valutata la documentazione amministrativa per la legittimità in capo a Santa Croce a partecipare alla stessa gara, in attesa del citato giudizio di merito del Tar, che aveva intanto ammesso la Santa Croce, riservando poi di valutare la sua legittimità a partecipare, a causa del concordato preventivo.

Giudizio del Tar che è arrivato, sfavorevole a Santa Croce, e dunque la commissione di gara di Areacom deve ora prendere una decisione.

“Con l’esclusione definitiva di Santa Croce – ribadisce a questo proposito Braghini  – la procedura può ora concludersi regolarmente con l’aggiudicazione ad Acqua Sant’Anna, società che presenta tutti i requisiti di legge per la gestione delle preziose risorse idriche abruzzesi. La vicenda si chiude così con una vittoria della legalità e della corretta applicazione delle norme a tutela della concorrenza e dell’interesse pubblico, dimostrando che anche nelle procedure più complesse, il rispetto rigoroso del diritto costituisce la migliore garanzia per tutti gli operatori del mercato”.

E infine non lesina complimenti ad Areacom: “La vicenda rappresenta un esempio virtuoso di come le pubbliche amministrazioni debbano operare nel rispetto rigoroso della legalità. AreaCom ha dimostrato competenza tecnica nella gestione delle procedure complesse è fondamentale, il rispetto dei principi di concorrenza non può essere sacrificato a favoritismi o interpretazioni estensive della normativa. Ed ancora la tempestività nell’applicazione delle decisioni giurisdizionali è essenziale per garantire certezza del diritto”.

La sentenza del Tar, commenta infine Braghini, “ha inoltre confermato la piena autonomia delle centrali di committenza nella predisposizione degli atti di gara, respingendo le pretese di Santa Croce che voleva subordinare l’operato di AreaCom a un preventivo avallo regionale”.

In caso di aggiudicazione a Acqua Sant’Anna, si dovrà però questa volta realizzare senza intoppi un nuovo stabilimento di imbottigliamento, per evitare quello che è accaduto alla Norda, che aveva vinto il bando del 2017, con la Santa Croce in corsa ed esclusa, finito poi in un buco nell’acqua, per il ripensamento della concessionaria provvisoria a causa della mancanza di terreni dove realizzare lo stabilimento. Visto che la Santa Croce non ha voluto cedere il suo, di stabilimento, che ancora oggi utilizza come detto per imbottigliare dalla più piccola sorgente Fiuggino.

A seguire un secondo bando, nel 2019, vinto questa volta da Santa Croce, contro la San Benedetto, che opera nelle sorgenti di Popoli, ma poi annullato prima dal Tar nel giugno 2021 su ricorso della San Benedetto, per irregolarità fiscali, e poi dal Consiglio di Stato. Con la San Benedetto che non aveva raggiunto il punteggio minimo.