Sabato, 28 Giugno 2025 Abruzzo

A Pescara monta la protesta dei rappresentanti della marineria

L'insabbiamento del porto-canale ripropone i problemi di sempre

Torna l’infinita emergenza dell’insabbiamento della marineria di Pescara, che rende la vita difficile se non impossibile ai pescatori: trenta imbarcazioni, ieri mattina, hanno aderito alla protesta, suonando le sirene delle imbarcazioni, organizzata dal presidente dell’associazione Pesca professionale “Mimmo Grosso” Doriano Camplone, per sollecitare interventi di dragaggio attesi da tempo.

Si chiedono certezze sullo stato di avanzamento del progetto del nuovo porto, che risolverebbe per sempre il problema, nonché si chiedono lumi sulla bonifica e svuotamento della vasca di colmata, che presuppone però la realizzazione di un impianto per il trattamento dei fanghi.

“La marineria non può rimanere più in silenzio ad assistere all’agonia della struttura portuale. Una struttura, fortemente penalizzata dal progetto del nuovo porto, la cui realizzazione al momento sembra essere molto lontana. Nel frattempo, però, è stata tralasciata la cura della parte fluviale”, ha spiegato Camplone.

“Oggi ci troviamo di fronte a una situazione grave, che persiste da anni. Continueremo questa mobilitazione simbolica fino a quando non avremo atti concreti. È ora di cominciare a progettare realmente il dragaggio. Nei giorni scorsi un peschereccio della flotta ha tirato la barca a secco, perché ha l’elica con le pale tutte storte. Il bilancio dei danni è difficile da quantificare con precisione, ma parliamo di decine di migliaia di euro. Le richieste scritte, inviate in più occasioni, non sono servite a nulla. Si attende l’impianto per la rimozione dei fanghi, così come promesso mesi fa, ma allo stato attuale il problema è evidente. Effettuare le manovre è diventato sempre più difficile. Ecco a voi la porta di Pescara, la sua vocazione originaria sta morendo. Non possiamo permetterlo”,