Lunedì, 23 Giugno 2025 Abruzzo

Regione: aumento degli assessori sul tavolo nazionale

Lupi vuole Scoccia, a rischio l'ingresso di D'Amario

 I vertici del centrodestra abruzzese già scalpitano e sgomitano per accaparrarsi le due poltrone aggiuntive da assessore regionale, rispetto alle attuali sei, che potrebbero presto arrivare con il disegno di legge che ha avviato l’iter in Parlamento e che intende allargare le giunte per le regioni con meno di due milioni di abitanti, come appunto l’Abruzzo.

Si scopre però che le carte le darà comunque il tavolo nazionale, e novità dell’ultim’ora è infatti che un assessorato, in Abruzzo, nel quadro di una sparizione a livello nazionale, lo pretende Noi Moderati, e il leader Maurizio Lupi lo avrebbe già detto chiaro e tondo agli alleati. Assessorato, ovviamente, per la sua unica consigliera all’Emiciclo, Marianna Scoccia, ora vice presidente vicario del Consiglio.

Con buona pace dell’ipotesi che circola dei due nuovi assessorati entrambi a Forza Italia, per il presidente del Consiglio, Lorenzo Sospiri e per il sottosegretario di Giunta, Daniele D’Amario, con la presidenza del Consiglio ceduta a Fratelli d’Italia, dominus della maggioranza, in virtù del 24,1%, delle regionali del marzo 2024 contro il 13,4% di Forza Italia, il 5,72% della lista Marsilio presidente, il 7,6% della Lega e il 2,7% di Noi Moderati.

Argomento usato da Lupi e Noi Moderati per perorare la causa è anche il grande risultato ottenuto alle amministrative di Sulmona, vinte dal centrodestra dell’avvocato Luca Tirabassi e dove Noi Moderati, capitanato da Scoccia, sindaco della vicina Prezza, ha ottenuto il 14%, a cui va aggiunto l’11,3% della civica Sulmona al Centro, creazione  civica del marito Andrea Gerosolimo, ex assessore regionale di centrosinistra. Un indubbio successo di cui ora Noi Moderati presenta il conto, anche nella partita della giunta regionale.

Entrerebbe poi in consiglio, al posto di Scoccia, il primo dei non eletti in provincia dell’Aquila, Sergio Tedeschi, componente del cda della Saga, società regionale che gestisce l’aeroporto d’Abruzzo, e figlio dei sindaco di Cerchio Gianfranco Tedeschi, il cui fratello Enrico Tedeschi, generale della Guardia di Finanza, componente della Regione Abruzzo nella sezione abruzzese di controllo della Corte dei conti.

Salterebbero però gli schemi già imbastiti, un grattacapo in più per il riconfermato presidente Marco Marsilio di Fdi, che di rimpasti non ha mai voluto sapere, per non minare la già sua non certo granitica maggioranza che deve già attraversare il campo minato rappresentato dalle dolorose scelte per ripianare il debito della sanità fuori controllo.

Schema già rivelato, in base a fonti dello stesso centrodestra da Abruzzoweb, che vede Forza Italia in prima linea per ottenere oltre all’assessorato al Sociale Cultura di Roberto Santangelo, altri due posti in giunta. Sospiri avrebbe infatti intenzione di lasciare la presidenza, che ha detenuto anche nella precedente legislatura, e che ad avvio della seconda aveva soffiato a Santangelo, il più votato degli azzurri con 9.587, e che non l’aveva presa bene. Per andare a fare l’assessore alla Salute, con indubbio coraggio, visto la drammatica situazione, al posto di Nicoletta Verì, esterna in quota lista Marilio presidente, che comunque resterà in giunta con altre deleghe.

Un passaggio che consentirebbe l’ingresso in consiglio regionale, come “surrogato” di Sospiri, al primo dei non eletti nel collegio di Pescara, Paolo Cilli, vicesindaco di Montesilvano e che a marzo 2024 era andato su tutte le furie allorché Sospiri aveva deciso di optare per la presidenza del consiglio, carica che non prevede surroghe. Con un assessorato per D’Amario invece, entrerebbe come surrogato uno dei grandi esclusi delle regionali del 2.024, il primo dei non eletti in provincia di Chieti, Mauro Febbo, dopo ben tre mandati.

Forza Italia però come detto lascerebbe libere sottosegretariato e presidenza del consiglio. La prima già si vociferava, doveva andare proprio a Marianna Scoccia, con una vicepresidenza a sua volta da riassegnare. Questo prima che Noi Moderati a Roma non abbia alzato la posta.

La poltrona ben più pesante, quella della presidenza del consiglio, sarebbe andata invece a Fratelli d’Italia, in aggiunta alla presidenza della Regione,  e ai tre assessori (Mario Quaglieri, recordman di voti, 11.754, al Bilancio, Tiziana Magnacca alle Attività produttive e Umberto D’Annuntiis ai Trasporti e Infrastrutture).

In pole position ci sono Paolo Gatti, il secondo più votato in assoluto con 10.878 preferenze, che si è però accontentato, in quanto nuovo arrivato in Fdi,  della presidenza della comunque importante quinta commissione Sanità, e Nicola Campitelli, 8.534 voti, approdato dalla Lega ai meloniani poco prima le elezioni del 2024,  presidente della terza commissione Agricoltura e sviluppo economico.

Ipotesi che con l’irruzione di Noi Moderati rischiano di lasciare il tempo che trovano, e di trasformare la partita in un rebus ancor più complicato.

Non va poi dimenticato che la Lega potrebbe a questo punto rivendicare anche lei più peso, rispetto alla vice presidente con delega all’Agricoltura, con Emanuele Imprudente e la prima commissione Bilancio, per il capogruppo, Vincenzo D’Incecco.