Giovedì, 19 Giugno 2025 Abruzzo

IN CONSIGLIO LA LEGGE SUL FINE VITA, OCCHI PUNTATI SU ABRUZZO

Il centgrodestra vota NO, “Ci sarà norma nazionale"

Approda oggi alle 15.30 in consiglio regionale d’Abruzzo il progetto di legge “Procedure e tempi per l’assistenza regionale al suicidio medicalmente assistito”.

Se dovesse essere approvato farebbe dell’Abruzzo seconda regione italiana a dotarsene. La prima è stata la Toscana che la legge l’ha approvata l’11 febbraio di quest’anno. E il primo che ne ha fatto ricorso è stato Daniele Pieroni, scrittore e poeta 64enne originario di Pescara, che ha scelto di porre fine alle atroci sofferenze del Parkinson che lo aveva colpito nel 2008.

Ma secondo quanto si è appreso da fonti interne alla maggioranza di centrodestra, guidata dai presidenti della Giunta Marco Marsilio di Fratelli d’Italia e del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri di Fratelli d’Italia, la norma difficilmente passerà: c’è, infatti, l’orientamento a non legiferare su un tema di competenza nazionale sulla quale comunque si registra una vacatio, perché “sicuramente il governo impugnerà”.

La proposta di legge porta la firma del presidente Sospiri, di Fdi e del consigliere regionale di Fdi, Emiliano Di Matteo e approda in aula dopo un lunghissimo percorso avviato dalla raccolta firme dell’associazione Luca Coscioni che esattamente il 19 giugno di due anni ne depositò 8.119. E’ stata iscritta all’ordine del giorno con “procedura d’urgenza”, secondo quanto previsto dalla legge regionale che detta, per la Regione Abruzzo, le regole sul referendum abrogativo, consultivo e l’iniziativa legislativa. Il testo, infatti, era arrivato in Consiglio per la prima volta il 26 giugno 2024, ma in quell’occasione non si arrivò al voto. Da quella data sono scattati i 12 mesi concessi dalla normativa regionale per la pronuncia definitiva dell’Aula sul progetto di legge.

Il centrosinistra eM5s hanno già annunciato un voto favorevole, più articolata la posizione della maggioranza di centrodestra, che da una parte parla di libertà di coscienza, ma dall’altra esprimerà un voto contrario, non necessariamente nel merito, ma perché, come hanno ricordato  il presidente Marsilio di Fdi, lo stesso Sospiri, il capogruppo della Lega Vincenzo D’Incecco e di Fdi Massimo Verrecchia, il governo di Giorgia Meloni ha già impugnato la legge della Toscana, e dunque votarla anche in Abruzzo sarebbe inutile, ma soprattutto perché lo stesso governo, dentro cui ci sono su questa questione sensibilità diverse, sta lavorando ad una legge nazionale che dovrebbe concludere a breve l’iter.

ha dichiarato infatti Marsilio: “Ritengo curioso, inopportuno e bizzarro che ci siano norme diverse, da regione a regione, a seconda della sensibilità dei territor, il Governo ha annunciato per la presentazione di una legge nazionale e occorre dunque capire quale spazio e ruolo sarà dato alle Regioni. Inoltre, se approvassimo una legge come la Toscana, la stessa andrebbe incontro all’impugnazione da parte del Governo”.

Per sì convinto, all’opposto il coordinatore del patto per l’Abruzzo, il professor Luciano D’Amico.
“E’ una richiesta che arriva direttamente dal territorio, a cui aderisco senza riserve.
Ci siamo impegnati molto in Commissione affinché in Abruzzo si colmi il vuoto normativo sul tema e si legiferi con l’obiettivo di garantire, a chiunque si trovi in situazioni di grande dolore, la libertà di scegliere se porre fine alla sofferenza attraverso una scelta consapevole, rispettando la dignità della persona”.

Stessa posizione del capogruppo del Partito democratico, Silvio Paolucci per il quale a maggior ragione, per dare la spinta all’approvazione della norma nazionale, è utile un voto a favore in Abruzzo. “Si tratta di una questione che va ben oltre gli schieramenti politici e investe la dignità, la libertà e l’autodeterminazione di ogni persona. L’Abruzzo ha la possibilità di essere la seconda regione in Italia ad affrontare questo tema, con una legge che dà voce all’iniziativa popolare, promuove la libertà di scelta e restituisce dignità al dibattito pubblico che appartiene a ognuno, a prescindere dalla politica”.




 

Chiede come ovvio l’approvazione l’associazione Luca Coscioni e Riccardo Ververi, coordinatore della campagna Liberi Subito, sull’approdo in aula in Abruzzo del pdl sul fine vita ha vergato una lettera aperta  a presidente, assessori e consiglieri regionali.

“Questa lettera aperta a tutti voi è per ringraziarvi, innanzitutto. Un ringraziamento sentito al presidente Marco Marsilio, per aver posto la sua attenzione sul tema in campagna elettorale, durante un dibattito televisivo con il candidato Presidente Luciano D’Amico. Le sue parole sono state importanti per noi, perché ci hanno confermato quanto questo tema sia trasversale e non abbia bisogno di schieramenti: ognuno è libero di fare le proprie scelte, in scienza e coscienza, purché non limiti le libertà altrui”, esordisce la lettera.

“Ci tenevamo a ringraziare i consiglieri regionali che si sono spesi in questi due anni nelle discussioni in V commissione: abbiamo seguito diversi incontri di varie regioni e mai abbiamo riscontrato un clima di attenzione, ascolto e partecipazione come in Abruzzo. Un monito che conferma la maturità della nostra regione, nel corpo civile e istituzionale. Un particolare ringraziamento ai cittadini: a chi si è speso nel raccogliere le firme e organizzare incontri e tavoli. Sappiamo che non è cosa semplice e che tutti abbiamo dovuto sacrificare tempo, soldi agli impegni che ogni giorno dobbiamo affrontare. Grazie anche a chi è venuto ai tavoli con il dubbio laico o religioso della necessità di questa legge: anche se apparteniamo a due posizioni differenti, la ricchezza scaturisce soprattutto dall’incontro del diverso che lascia spazio a ciò che è altro da lui”.

“Il 19 giugno 2025 cade a due anni precisi dalla consegna delle 8.119 firme depositate in consiglio regionale – prosegue la lettera -. In questi due anni è giunta una richiesta di suicidio medicalmente assistito alle Asl abruzzesi, richiesta caduta nel vuoto per la mancanza di una disciplina giuridica del diritto che deve essere garantito. All’unanimità, nel dicembre 2024, il Consiglio regionale votò la modifica di bilancio che prevedeva lo stanziamento di una cifra per individuare le figure specifiche per dare risposta al paziente che aveva fatto richiesta al Sistema sanitario abruzzese. Richiesta caduta nel vuoto perché questa persona è venuta a mancare prima di ricevere risposte. Questo accadimento ci ricorda l’importanza di avere delle regole giuste per rispondere alle necessità dei cittadini, che non hanno categorie, ma che di fronte alla legge sono tutte uguali. E quale uguaglianza può esserci di fronte all’assenza della legge? Senza di questa, c’è solo l’infimo mondo dell’arbitrio e della violenza, del sopruso e dell’anarchia, che in un sistema costituzionale significa abbandono, declassificazione, illegalità”.

“Non è una corsa a essere migliori, perché approvare una legge non significa necessariamente essere migliori. Non crediamo che la legge debba essere eticamente indirizzata, inserita nel solco del giusto e dello sbagliato. La legge deve essere inserita nel quadro della Costituzione, così come ci ha ricordato il parere del collegio di garanzia statutaria abruzzese con la delibera sulla legge di cui si discuterà il 19 giugno. Non c’è niente che possa rendere migliore una condizione in cui la vita non viene più percepita come libertà, ma come detenzione: prigionieri di un corpo che non è corpo se non può liberamente muoversi facendo esperienza. Ognuno fissa l’asticella della dignità dove può e dove vuole. Superate certe soglie, la vita diventa solo mantenimento in vita di un corpo, senza lo spirito che perde mano a mano la propria linfa”.

“Caro Presidente, cari consiglieri. Noi cittadini abbiamo fatto quello che potevamo. Adesso la parola spetta a Voi. Sceglierete individualmente come votare alla chiamata. E siccome sceglierete individualmente come votare, non dimentichiamoci che dall’altro lato ci sono altri individui che, come la persona deceduta lo scorso anno, sceglieranno di richiedere un aiuto allo Stato per le proprie sofferenze. Vorrebbero farlo nella legalità”, conclude la lettera.

 

 

 

Un percorso fatto di raccolta firme, di ricerca degli autenticatori, di richiesta dei certificati presso i comuni. E poi il deposito in Consiglio, l’approvazione, il parere favorevole del Collegio di garanzia statutaria, le audizioni in V Commissione e ora la discussione. Questa lettera aperta a tutti voi è per ringraziarvi, innanzitutto”. Così in una lettera aperta alla politica abruzzese e ai cittadini Riccardo Ververi, coordinatore della campagna Liberi Subito, promossa dall’associazione Luca Coscioni, sull’approdo in aula in Abruzzo del pdl sul fine vita.
“Un ringraziamento sentito al presidente Marco Marsilio – si legge nella nota – per aver posto la Sua attenzione sul tema in campagna elettorale, durante un dibattito televisivo con il candidato Presidente Luciano D’Amico. Le sue parole sono state importanti per noi, perché ci hanno confermato quanto questo tema sia trasversale e non abbia bisogno di schieramenti: ognuno è libero di fare le proprie scelte, in scienza e coscienza, purché non limiti le libertà altrui. Ci tenevamo a ringraziare i consiglieri regionali che si sono spesi in questi due anni nelle discussioni in V Commissione: abbiamo seguito diversi incontri di varie regioni e mai abbiamo riscontrato un clima di attenzione, ascolto e partecipazione come in Abruzzo. Un monito che conferma la maturità della nostra regione, nel corpo civile e istituzionale. Un particolare ringraziamento ai cittadini: a chi si è speso nel raccogliere le firme e organizzare incontri e tavoli. Sappiamo che non è cosa semplice e che tutti abbiamo dovuto sacrificare tempo, soldi agli impegni che ogni giorno dobbiamo affrontare. Grazie anche a chi è venuto ai tavoli con il dubbio laico o religioso della necessità di questa legge: anche se apparteniamo a due posizioni differenti, la ricchezza scaturisce soprattutto dall’incontro del diverso che lascia spazio a ciò che è altro da lui”.




 

 

Materia ostica e di coscienza. Lo dimostra l’orientamento del voto che, tranne in rari casi, non seguirà necessariamente la linea di partito. E se il presidente della Regione, Marco Marsilio, auspica una legge nazionale, lasciando prefigurare il suo voto contrario, la minoranza preme perché la proposta di iniziativa popolare venga approvata. Sulla scia di quanto già fatto in Toscana. Ma non tutto è deciso o, se vogliamo, prevedibile.«La legge va in consiglio perché c’è un obbligo di discussione entro una certa data», chiarisce il presidente Marsilio, che lascia aperto uno spiraglio alla proroga:

«Vediamo se c’è ancora possibilità di non entrare nel merito perché c’è una questione pregiudiziale. Il Governo ha annunciato per metà luglio la presentazione di una legge nazionale. Vorremmo aspettare e capire quale spazio e ruolo viene dato alle Regioni. Del resto, se approvassimo una legge come la Toscana, la stessa andrebbe incontro all’impugnazione da parte del Governo. Ritengo curioso, inopportuno e bizzarro che ci siano norme diverse, da regione a regione, a seconda della sensibilità dei territori».

Per Massimo Verrecchia, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale, «il tema è delicato e fortemente etico perché tocca le coscienze di ognuno. Vista l’impugnativa del Governo dopo il caso in Toscana, e viste le intenzioni dei ministri competenti per evitare che le Regioni vadano in ordine sparso, sarebbe utile aspettare che il tema venga affrontato in Parlamento, trattandosi di una competenza nazionale e non regionale».

Luciano D’Amico, leader dell’opposizione, parla di «scelta da Stato liberale e laico» quella di «lasciare al cittadino, che versa in quelle condizioni, la libertà di concludere la propria vita con dignità – stante i quattro presupposti previsti dalla Corte costituzionale – e senza sofferenze. Non un’istigazione al suicidio, ma la garanzia», dice, «di una scelta consapevole che eviti sofferenze e restituisca dignità. Non è possibile considerare le cure palliative un’alternativa».

«Quella sul fine vita è una proposta di legge che tocca in profondità la coscienza civile della nostra comunità», il parere del consigliere Silvio Paolucci, capogruppo del Pd, «si tratta di una questione che va ben oltre gli schieramenti politici e investe la dignità, la libertà e l’autodeterminazione di ogni persona. È un dovere, affrontare con serietà e coraggio un tema che riguarda la sofferenza e la possibilità di scegliere, in modo consapevole, come affrontare l’ultima parte della propria esistenza. Garantire il rispetto del diritto all’autodeterminazione sul fine vita è, oggi, una delle questioni più alte che la politica è chiamata a riconoscere e regolamentare: non possiamo continuare a delegare tutto alla Corte costituzionale o alla magistratura». Paolucci voterà a favore della proposta: «L’Abruzzo ha la possibilità di essere la seconda regione in Italia ad affrontare questo tema», sottolinea, «con una legge che dà voce all’iniziativa popolare, promuove la libertà di scelta e restituisce dignità al dibattito pubblico che appartiene a ognuno, a prescindere dalla politica».

Anche il segretario regionale del Pd, Daniele Marinelli, e la responsabile per i Diritti del partito, Marielisa Serone, sono intervenuti sull’argomento: «La dignità della persona, fino all’ultimo istante della sua esistenza, è un principio non negoziabile», affermano, «le leggi hanno il dovere di interpretare la volontà dei cittadini di garantire il diritto all’autodeterminazione, assicurando che ogni persona possa scegliere liberamente e consapevolmente sul proprio fine vita». Non tutti i partiti andranno al voto a ranghi serrati.

«È una legge che esula dai normali schemi di coalizione», fa notare Emiliano Di Matteo, capogruppo di Forza Italia in consiglio, «attiene alla sensibilità individuale di ciascuno. La riflessione è sulla opportunità o meno che siano le singole regioni a normare, differenziandosi l’una dall’altra. Nel merito cercheremo di rispettare le libertà di tutti; non è da escludere l’ipotesi di lasciare libertà di voto ad ognuno di noi, rispetto alla sensibilità valoriale del singolo».

Favorevole alla bocciatura, invece, il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri: «Considero un errore far pronunciare un consiglio regionale quando il dibattito nazionale è giunto a una fase di consolidata consapevolezza: il Governo ha annunciato che rimetterà alle Camere un testo. Quello del Consiglio abruzzese si profila come un voto inutile, in quanto il governo la impugnerebbe la legge, come in Toscana. Sono convinto, invece, che il Governo centrale varerà una legge equilibrata, che saprà coniugare le diverse esigenze». Voto contrario anche da parte dei due esponenti della Lega, il capogruppo Vincenzo D’Incecco e la consigliera Carla Mannetti: «Siamo in linea con quanto prevede il Governo», afferma D’Incecco, «ovvero che le Regioni non hanno competenza a legiferare in tal senso. Per questo esprimeremo voto contrario. Non siamo inclini a ragionare sul fatto che le persone possano decidere della propria vita o morte. Piuttosto, lo Stato deve fornire tutti gli strumenti per dare ai malati gravissimi la possibilità di vivere dignitosamente la malattia, per accompagnare una vita e non mettere fine all’esistenza».Si atterrà alla linea nazionale, dettata da Carlo Calenda, invece, Enio Pavone, di Azione. Che quindi non si esprime: «Seguiremo per il voto regionale lo stesso indirizzo che Azione adotterà in Parlamento». Un’opportunità da non perdere, per Francesco Taglieri, capogruppo del M5S: «Come c’è la possibilità individuale di scegliere come potersi curare, ci dovrebbe essere il libero arbitrio quando non c’è una possibilità di cura. Non è la disabilità il problema: nelle malattie generative progressive o un quarto stadio di malattia oncologica, si continua a dare il farmaco necessario per sanare la richiesta d’aiuto nei confronti del dolore. Il fine vita non è l’eutanasia, è la scelta consapevole, certificata da un’équipe di specialisti, nel momento in cui non il paziente non ce la fa più. Messa come legge sul fine vita dà adito ad equivoci. Ci auguriamo che ci sia compattezza e sensibilità da parte di tutti: non ci possiamo sostituirci a chi vive il dolore». Alessio Monaco (Avs) chiarisce la posizione di Allenza Verdi e Sinistra «che da sempre sostiene il progetto di legge. La nostra posizione è chiara: personalmente esprimerò il voto rispetto alla sintesi e all’indirizzo del partito, non quella che potrebbe la mia personale. Va detto che la norma consente una scelta libera e consapevole: è una posizione ben distante dal suicidio assistito». Giovanni Cavallari, capogruppo di Abruzzo Insieme, evidenza «l’aspetto personalistico rispetto alla proposta di legge. Sarà una individuale più che partitica: non esiste una decisione che faccia riferimento all’estrazione o all’appartenenza politica: ognuno di noi ha una coscienza e un modo di ragionare. Non credo ci sarà un voto unanime e compatto, ma la decisione non può scaturire da un un ordine di partito. Sta alla sensibilità individuale». (m.p.)

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