Giovedì, 12 Giugno 2025 AbruzzoRisse e spaccature nel dopo votoD'Incecco e soci oggi a rapporto a RomaE’ traumatico ed è destinato ad essere ancora più traumatico per la Lega Abruzzo il risveglio post flop alle recenti amministrative con i negativi risultati, i peggiori degli ultimi anni, a Sulmona e soprattutto a Ortona: martedì sera nella lunga riunione del coordinamento regionale che si è svolto a Pescara, con all’ordine del giorno l’analisi del voto, è andato in scena un inconcludente e deludente tutti contro tutti, con tanto di rissa, per fortuna verbale, tra le varie anime, in particolare quella pescarese e quella aquilana, a conferma delle profonde spaccature, come spesso sottolineato in queste ultime settimane da questo giornale. Ma c’è di più: a testimonianza della gravità della situazione oggi i vertici ed i dirigenti abruzzesi saranno a rapporto a Roma dal vice segretario nazionale Claudio Durigon, che è anche sottosegretario al Lavoro, oltre che uomo molto vicino al leader, Matteo Salvini, vice premier e ministro per le Infrastrutture e Trasporti. A Roma hanno convocato d’urgenza, con una certa preoccupazione, lo stato maggiore abruzzese perché vogliono vederci chiaro sulla caduta libera alle recenti elezioni amministrative nel coso delle quali la Lega non ha preso seggi nei due comuni più grandi pur con la vittoria della coalizione di centrodestra e nonostante la presenza del leader nazionale, ministro dei Trasporti e vicepremier Matteo Salvini in comizio in entrambi i centri. Tutto ciò in conseguenza di percentuali molto basse: 4,17%, pari a 503 voti a Sulmona, in appoggio al candidato del centrodestra vincente Luca Tirabassi, addirittura il 3,12% pari a 384 voti ad Ortona, in appoggio a Nicola Fratino, battuto al ballottaggio dal candidato di Fdi Angelo Di Nardo, in una sfida tutta interna al centrodestra. A Roma la Lega si presenta con il nulla di fatto e con la spaccatura venuta per la prima volta fragorosamente a galla, al termine di oltre quattro ore di discussione animata. E anche con l’esame elettorale finito in totale cavalleria e conseguentemente senza una prospettiva o strategia di reazione, epilogo che ha fatto finire sul banco degli imputati il coordinatore regionale, il pescare Vincenzo D’Incecco, capogruppo in consiglio regionale e presidente della prima commissione Bilancio, da otto mesi in sella al posto del sottosegretario all’Agricoltura Luigi D’Eramo, che non avrebbe saputo rispondere con decisione alle accuse che gli sono piovute addosso; ma soprattutto a finire nella polvere è stato il coordinatore provinciale di Chieti, Maurizio Bucci, ritenuto responsabile delle scelte fatte a Ortona dove la Lega ha aderito al gruppo del candidato sindaco perdente Fratino. Bucci, sindaco di Gamberale e presidente dell’Ater di Chieti per volere della Lega, finito già nella bufera dopo il flop al primo turno a Ortona e per la sua vicinanza politica all’assessore regionale alle Attività produttive, Tiziana Magnacca, di Fratelli d’Italia, nella scelta di ridimensionare l’Agenzia regionale per le attività produttive, secondo quanto si è appreso, si è presentato alla riunione con intenzioni bellicose. Ma poi si sarebbe ridimensionato dopo essere stato investito dalle dure critiche dei dirigenti della Lega che gli hanno rimproverato scelte sbagliate nell’importante comune della provincia di Chieti dove aveva pronosticato un positivo risultato, in particolare dall’ala aquilana rappresentata da D’Eramo e dal vice presidente della Giunta regionale, Emanuele Imprudente. D’Incecco e Bucci avrebbero accusato una parte della Lega di giocare allo sfascio e di non aver fatto votare i candidati alle comunali. Rilievi gravi rispediti al mittente con la corrente aquilana che ha rimproverato il nuovo corso di non fare politica e di essere troppo arrendevole in seno al centrodestra in Regione, specialmente con il presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio, di FdI, a fine della passata legislatura ritenuto regista delle tante defezioni nel partito. Insomma, giudicando il grado della contesa, in Abruzzo non sembra aver sortito effetti, e questo è un aspetto che i vertici nazional stanno già esaminando, il passaggio di consegne di circa otto mesi fa tra D’Eramo e D’Incecco. Nonostante il primo sia stato rimosso formalmente per la linea nazionale tesa a non concentrare nel coordinatore regionale ruoli politici e di governo ma in realtà anche per i numerose abbandoni di consiglieri regionali e la conflittualità interna con la base che ha accusato l’allora coordinatore di accentrare la gestione. Alla riunione di martedì sera sono intervenuti tra gli altri il vice coordinatore regionale, Sabrina Bocchino, e i coordinatori provinciali dell’Aquila, Daniele Ferella, di Teramo, Andrea Scordella, sindaco di Silvi con funzioni commissariali, di Pescara Emanuele Evangelista, e della provincia di Chieti Bucci. Oggi a Roma la delegazione sarà ristretta ma della quale faranno parte D’Incecco e D’Eamo, i due grandi rivali che un tempo erano in buoni rapporti. (b.s.) Pubblicato da Abruzzoweb |