Mercoledì, 4 Giugno 2025 AbruzzoGIOVANE MORTO A PESCARA DOPO USO DEL TASERTRE INDAGATI PER RISSA. IL PADRE: “FARO’ DI TUTTO PER VERITA'”Ci sono tre indagati per i fatti che hanno portato alla morte di Riccardo Zappone, il 30enne deceduto ieri a Pescara dopo un intervento con il taser da parte della polizia. Si tratta di tre persone che avrebbero preso parte alla rissa in cui è rimasto coinvolto il giovane. La colluttazione sarebbe avvenuta in un’officina del quartiere San Donato a Pescara. Per tutti e tre, l’ipotesi di reato è quella di lesioni. Le indagini della procura di Pescara proseguono per chiarire i contorni della vicenda. Intanto, in un’intervista al quotidiano ‘il Centro’, Andrea Zappone, padre di Riccardo, chiede: “Che motivo c’era di arrestarlo se le forze dell’ordine lo conoscevano bene e sapevano chi fosse e che tipo di patologia avesse? Non era opportuno che fosse chiamato il 118 e ordinato il ricovero in trattamento sanitario obbligatorio come era stato fatto le altre volte? Era davvero necessario utilizzare quella pistola elettrica?”. “Farò di tutto per capire la verità”, aggiunge l’uomo, sottolineando che “Riccardo non aveva problemi cardiologici”. il padre racconta anche di una telefonata con il figlio, pochi minuti prima dei fatti, in cui il ragazzo gli era sembrato particolarmente agitato: “A ripensarci adesso forse avrei dovuto dare maggiore importanza a quella telefonata e non lasciarmi prendere dall’abitudine davanti alle cose senza senso che Riccardo diceva. Perché Riccardo era un soggetto psicotico ed era difficile da gestire nonostante tutta la nostra volontà e disponibilità”. Il giovane, che viveva da solo a San Giovanni Teatino (Chieti), era seguito dal Centro di salute mentale (Csm) di Chieti, anche se rifiutava ogni tipo di cura. “Psicotico vuol dire che aveva delle reazioni e dei comportamenti difficili da capire – va avanti il padre, noto docente di musica – noi familiari ce l’abbiamo messa tutta, l’abbiamo sempre aiutato, ma si sa che quando le cose si trascinano per lungo tempo rischiano sempre di passare in secondo piano. E quelle sostanze che prendeva lo devastavano”. |