Mercoledì, 4 Giugno 2025 Vasto

A Radio Vaticana la testimonianza della Casa Lavoro di Vasto

Nella trasmissione “I Cellanti” è stato intervistato Alessandro Leone sul suo reportage “L’ergastolo bianco degli internati”

“Liberi di raccontare storie dal carcere” è l’obiettivo di “I Cellanti”, storica trasmissione di Radio Vaticana condotta da Roberta Barbi che ad ogni puntata dà spazio a testimonianze e approfondimenti sul mondo carcerario italiano e su esperienze giornalistiche, associative e testimonianze. In una delle ultime puntate è stato intervistato Alessandro Leone, giornalista cupellese ed autore di un reportage sulla Casa Lavoro di Vasto – “L’ergastolo bianco degli internati” – pubblicato nel libro “Fuoriclasse – vent’anni di scuola di giornalismo Lelio Basso”.

 La registrazione della puntata di “I Cellanti” è disponibile sul sito di Radio Vaticana qui https://www.vaticannews.va/it/podcast/rvi-programmi/il-cellante/2025/05/i-cellanti-25-05-2025.html , l’intervista ad Alessandro Leone si può ascoltare dal minuto 6 al minuto 11 circa.

«Questo libro celebra i vent’anni della scuola di giornalismo Lelio Basso in due modi: da una parte il racconto della scuola, le ragioni della sua nascita, l’evoluzione, il legame con la Fondazione Basso e l’impegno per la giustizia sociale; dall’altra, otto inchieste e reportage inediti sul tema dell’uguaglianza, realizzati con ex studenti» si legge nella presentazione di “Fuoriclasse – vent’anni di scuola di giornalismo Lelio Basso”, edito da Altreconomia. «Tra le otto storie c'è anche un reportage dedicato alla Casa Lavoro. Parla dei problemi di questa misura di sicurezza attraverso la struttura di Vasto, a pochi passi da dove sono cresciuto – sottolinea Leone - Sono entrato all'interno e ho raccolto le testimonianze delle persone recluse, intrappolate in un limbo istituzionale, e del personale, che cerca di sopperire alle criticità di un sistema da superare. Ma ci sono anche le voci di chi è uscito, come Salvatore Cinquegrana, grazie ai pochi sbocchi offerti dal territorio, come la Fattoria Felice creata da Don Silvio Santovito. E di chi periodicamente è chiamato a esprimersi sul destino di queste persone, come i magistrati di sorveglianza».

«Il carcere di Vasto prevede che la misura di sicurezza applicata, ereditata dal Fascismo, intenda il lavoro come strumento di rieducazione e reinserimento sociale, è destinata a persone considerate socialmente pericolose, un concetto che si basa sulla probabilità che commettano nuovi reati – ha sottolineato l’assessora alle politiche sociali Anna Bosco in occasione della presentazione del libro a Vasto il 15 aprile scorso - oggi però la casa lavoro di Vasto è diventata un calderone di soggetti molto diversi tra loro: ci sono i cosiddetti delinquenti abituali, cioè persone che commettono in modo reiterato lo stesso reato, esponenti della criminalità organizzata, soggetti che hanno violato la libertà vigilata e malati psichiatrici che andrebbero accolti in strutture specializzate, questa misura di sicurezza raramente viene applicata per più di due anni alla volta, ma spesso, in fase di riesame, arrivano continue proroghe per motivi che non dipendono dalla condotta della persona, come quello di non avere un familiare che se ne faccia carico o avere la residenza dove ha già commesso reati e si reputa probabile una recidiva e per questo motivo, in molti parlano di ergastolo bianco».

Nella foto Alessandro Leone e l’assessora Bosco, presentazione del libro a Vasto