Venerdì, 30 Maggio 2025 Abruzzo

IL TAVOLO TECNICO BOCCIA I CONTI DEL CDX, ALLARME 2025

“MANCA RIFORMA”, NUOVE MISURE LACRIME E SANGUE

 Qualcuno nelle stanze regionali lo ha già definito “un bagno di sangue”, destinato a segnare l’intera legislatura che finirà nel 2029: ieri il Tavolo di monitoraggio interministeriale riunito a Roma davanti ai dirigenti della Regione Abruzzo, con all’ordine del giorno il debito della sanità abruzzese, ha di nuovo bocciato il piano di rientro dell’Ente.

Ha dunque “ordinato” nuove, concrete, e più dure misure, a questo punto davvero definibili “lacrime e sangue”, bacchettando duramente per l’assenza di una riforma strutturale capace di contrastare un deficit oramai fuori controllo.

Misure che saranno ancora sulle spalle dei cittadini, che come contropartita non hanno una sanità all’altezza, visto che sono diverse decine di migliaia quelli che per le liste di attesa lunghissime, e la carenza dei servizi, non accedono alle cure, e devono andare in altre regioni.

La nuova emergenza, emersa dal summit che Abruzzoweb riporta attraverso elementi raccolti tra Roma e l’Abruzzo, in un clima di grande tensione e riserbo, non riguarda il quarto trimestre del 2024, per il quale sono state considerate sufficienti le misure adottate con i provvedimenti che hanno portato al recupero di 113 milioni di euro, attraverso l’aumento dell’addizionale Irpef per i redditi sopra i 28.ooo euro, tagli al bilancio regionale e con il blocco delle assunzioni, del turn over e di altre attività.

La nuova voragine è infatti sul debito 2025, che per una stima tendenziale è fuori controllo, risultando, stando a quanto emerso, di oltre 100 milioni, dai 113 milioni del 2024, che in un precedente step l’assessore regionale alla Salute Nicoletta Verì aveva stimato, con i dati forniti inizialmente dai tecnici, in “soli” 81 milioni.

Una tendenza negativa che arriva al 2029, cioè all’ultimo anno di questa seconda legislatura a guida centrodestra e del presidente, Marco Marsilio, di FdI, confermato al timone della Regione a furor di popolo per il secondo mandato consecutivo, per la prima volta nella storia dell’ente.

Il Tavolo ha ora però bocciato Marsilio e soci, in particolare perché non viene presentato un “piano strutturale”, che faccia intravedere una inversione di tendenza, vera.  Ed ha chiesto entro luglio i provvedimenti per la copertura del buco nel 2025.

Ed ancora: il Tavolo ha individuato come maggiori responsabili di quello che viene additato come lo sfascio della sanità abruzzese, i direttori generali delle quattro aziende sanitarie: Ferdinando Romano per la Asl provinciale Aquilana, Maurizio Di Giosia per quella di Teramo, Mauro Palmieri, nella Asl provinciale chietina, che ha sostituto a marzo Thomas Schael, ora andato a fare il commissario della città della Salute di Torino, e Vero Michitelli alla Asl di Pescara.

Manager che invece il governatore Marsilio difende a spada tratta, avendo affermato anche pubblicamente che sono di “grandissimo profilo”, mentre invece i Dipartimenti interessati di sovente li bacchettano per le inadempienze.

In assenza di una strategia chiara ed efficace da presentare, secondo quanto si è appreso, entro il mese di luglio, nel confronto tecnico, che non prevede come norma la presenza della politica, gli alti dirigenti dei ministeri della Salute e dell’ Economia hanno detto a chiare note al capo del dipartimento Salute, Emanuela Grimaldi, al capo dipartimento Bilancio, Fabrizio Giannangeli, e al dirigente dell’assessorato della salute Paolo Colangelo, che dovranno avviare la misura del commissariamento. Come prevedono le regole in situazioni finanziarie di questa drammaticità.