Mercoledì, 28 Maggio 2025 Abruzzo

“FACCIA TOSTA”, BORDATE DI PAOLUCCI A MARSILIO

“GOVERNI DA 6 ANNI, IL DISASTRO PORTA LA TUA FIRMA”

 “Ci vuole davvero la faccia tosta di Marco Marsilio per dire le cose che ha detto su tasse e sanità durante l’ultimo Consiglio regionale, prendendosela con le opposizioni ad ogni denuncia per le tante ‘sorprese’ che ormai in oltre 6 anni di governo ha saputo riservare agli abruzzesi. Il disastro che porta la sua firma, ed è ormai sotto gli occhi di tutti”.

Come scontato che fosse, durissima è la reazione del capogruppo del Partito democratico, Silvio Paolucci, ex assessore alla Sanità, al lungo e articolato intervento del presidente Marsilio, di Fdi, nell’ultimo Consiglio regionale, prima dell’approvazione della manovra da 113 milioni di euro necessari ad appianare il deficit del 2024.

Intervento pubblicato in quattro puntate, con appositi focus tematici, da questa testata, e nel corso del quale Marsilio ha attaccato a più riprese l’opposizione, accusandole di “sciacallaggio”, “scarsa serietà”, “incoerenza”, di partecipare a campagne diffamatorie che gettano fango contro la sanità pubblica, orchestrate da potentati privati, di volere tagli ai presidi sanitari, per fare cassa, considerando troppo costosa la nuova rete ospedaliera, per poi però scendere in piazza per un semplice declassamento di una unita operativa, o contro la chiusura notturna di un pronto soccorso che fa solo 1,4 ricoveri, di volere quattro Dea di secondo livello, i super ospedali, a seconda della provincia di appartenenza, cosa impossibile, alla luce dei vincoli della legge Lorenzin. E ancora, come in fiume in piena, ha spiegato che la vera causa del debito è il criterio pro capite penalizzante per l’Abruzzo nella ripartizione del fondo nazionale, che invece favorisce le ricche e popolose regioni del Nord, aspetto su cui sta facendo una battaglia a livello nazionale, evidenziando che allo stato attuale l’Abruzzo non può tenere ai minimi l’addizionale Irpef, visti i bassi redditi medi. Ha negato che ai pazienti si stato mai negato un farmaco, costringendoli a portarseli da casa, ha ricordato che le liste di attesa erano più lunghe ai tempi del presidente dem Luciano D’Alfonso e dell’assessore Paolucci. E ancora altro.

Ben diversa lettura è quella invece di Paolucci, che ci va giù durissimo, mentre nel consiglio il capo dell’ opposizione, il professor Luciano D’Amico, annunciando il voto contrario, aveva sottolineato: “Mi congratulo con te, hai una raffinatissima capacità dialettica, credo che convinceresti anche le pietre, ma la realtà non è questa”

“Subiamo un deficit inarrestabile – incalza Paolucci -, più tasse per gli abruzzesi, tagli in ogni settore della Regione, a partire dalla Sanità: tagli tali che persino la sua stessa maggioranza è arrivata a dire che per i prossimi anni il Consiglio Regionale sarà svuotato di ogni potere decisionale. Tutte cose che aveva negato: aveva detto che non esisteva un deficit, e, invece; aveva detto che mai avrebbe aumentato le tasse, smentendosi platealmente; aveva detto che la sanità abruzzese era un modello da esportare, sic. Intanto tutti gli indicatori del Sistema sanitario regionale evidenziano uno scivolamento importante della capacità di erogare le prestazioni necessarie a rispondere alla domanda di cura della comunità”.

 

Ancora più “sorprendenti” le parole di Marsilio sull’inconsistenza del Fondo Sanitario Nazionale, a detta di Paolucci “parla proprio lui che non ha consentito si discutesse la proposta presentata sin dal 2023 in Abruzzo di ancorare il Fondo  Sanitario al 7,5% del pil, e che non ha mai battagliato nei tavoli Governo -Regioni per la medesima proposta portata avanti dal Partito Democratico in Parlamento e che, anzi, è stata respinta. Ma come fa Marsilio a rivendicare quello che è un enorme fallimento come addirittura un modello da esportare? Come fa a ritenersi esente da responsabilità per ciò che sta accadendo?”.

E a proposito dell’annuncio di Marsilio della trattativa per ottenere 500 milioni di pay back dei dispositivi medici, che sarebbero manna dal cielo, Paolucci taglia corto, senza entrare però nel dettaglio: “una baggianata, presidente, dice sul serio?”

A questo punto il capogruppo Pd riavvolgere il nastro, per ricostruire in breve ciò che è accaduto in questi anni, a suo modo di vedere.

Marsilio e la sua Giunta, eletti all’inizio del 2019, approvano la rete ospedaliera solo nel dicembre del 2023 (quasi 5 anni dopo), alla fine del primo mandato e non per le questioni legate alla pandemia, ma per le difficoltà politiche intrinseche alle scelte relative agli atti di programmazione sanitaria, scaricando i costi di tale inerzia sulla comunità abruzzese. Un vero e proprio azzardo morale. Così, 500 milioni di investimenti in edilizia sanitaria ereditati dal centrosinistra restano congelati per anni e gli atti di indirizzo e programmazione rimangono addirittura fermi al quadriennio 2014-2018, quando lui non governava”.

A fine 2023, prosegue Paolucci, “la maggioranza approva una rete volutamente ‘elettorale’, ovvero scrive sulla carta la classificazione nominale dei presidi ospedalieri secondo le spinte e i desiderata della propaganda elettorale del 2019, a cui la destra di Marsilio ha dato un enorme contributo e ricevendone un mandato di governo pieno, spacciando per prioritario non i contenuti dell’offerta contenuta in una struttura Sanitaria, bensì la sua classificazione nominale secondo il ‘famoso’ Decreto Lorenzin, o Balduzzi sarebbe meglio dire, ma ovviamente faceva comodo alla strumentalizzazione politica denominarlo Lorenzin. Tutto ciò, senza che questo venisse mai modificato da ben 10 anni di qualsiasi governo succedutosi alla guida del Paese, Meloni compreso. Di qui il paradosso oggi di trovare strutture che hanno una classificazione nominalmente superiore, ma un numero di prestazione inferiori anche del 50% rispetto a quando avevano un’altra classificazione nominale. Questo per stare ai presidi cosiddetti spoke”.

Stesso meccanismo per i presidi dei Comuni-capoluogo,” con la scelta di scrivere sulla carta ancora una volta nominalmente per tutti e quattro una sorta di Dea di 1 livello +, rimandando a un cronoprogramma rimasto volutamente sulla carta la definizione dei Dea di 2 livello, un po’ per accontentare la burocrazia ministeriale. Insomma l’applicazione di una politica distributiva sulla sanità fatta di tante chiacchiere e pochissimi fatti che hanno portato la sanità abruzzese vicinissima al collasso, con tagli e tasse a carico degli abruzzesi e crollo dei LEA, livelli essenziali di assistenza: in pratica comunità tartassata e senza servizi”.

Per Paolucci, poi, Marsilio e la sua coalizione “attingono a piene mani alla propaganda delle fake news che è stata notevolmente arricchita negli anni di governo della destra”.

 

La prima: “l’ultima chiusura di ospedali in Abruzzo risale al 2010, quando uscirono dalla rete ospedaliera Pescina, Tagliacozzo, Gissi, Casoli e Guardiagrele con il decreto firmato dal presidente di Forza Italia Gianni Chiodi. Così come nel 2011 sempre con la destra avvenne l’ultima impennata fiscale, prima di Marsilio, ovviamente. Eppure tuttora Marsilio e la destra raccontano che sarebbero stati altri ad aver chiuso nel 2010 quei presidi ospedalieri. O che quei presidi sarebbero stati riconvertiti anni e anni dopo: falso”.

Paolucci ricorda poi, che negli ultimi 17 anni di governo regionale, dal 2009 al 2025), la destra ha governato in Abruzzo per 12 anni e mezzo, il centrosinistra 4 anni e mezzo.

Per quanto riguarda la sanità “durante il primo mandato della destra con Chiodi presidente, c’è stato un rilevante risanamento dei conti, ma sui LEA siamo rimasti sempre inadempienti. Durante i 4 anni e mezzo di centrosinistra la Regione Abruzzo ha completato il risanamento del debito, è sempre stata adempiente sui LEA ed ha portato la sanità fuori dal commissariamento. Infine, durante il lunghissimo secondo tempo di governo della destra la Regione Abruzzo è tornata ad un enorme deficit strutturale ed è crollata sui Lea: complimenti! Di questi 17 anni solo i 7 di Marsilio sono stati senza un Commissario. Per ora”.

Dunque, “Marsilio e la destra di certo non son o buoni maestri, non possono impartire alcuna lezione all’opposizione, avendo campato di rendita grazie alla propaganda e alle fake-news per trarne vantaggi elettorale nel 2019. Né hanno titolo di tacciare di localismo altri, avendo rivendicato la scelta di frammentare la rete promettendo in ragione di quella: più prestazioni, più qualità e migliori esiti, ma mancando ogni obiettivo e fallendo su tutto. Infine come la stessa tecnostruttura regionale sa bene, tutti gli atti esecutivi di programmazione sono fermi al quadriennio 2014-2018, non a caso”.

“Qual è il risultato della tanta propaganda e dei pochi o nessun fatto della destra?”, si chiede infine Paolucci. Ed ecco la risposta. “Un sistema sanitario regionale sempre meno attrattivo per le professioni sanitarie, 120mila abruzzesi che rinunciano alle cure, un saldo della mobilità che aumenta di oltre il 50%, 62mila abruzzesi rimasti senza Medici di medicina generale, un calo di prestazioni ospedaliere che si attesta al 15% in meno rispetto a quando Marsilio si insediò, una riduzione rilevante della presenza degli operatori della rete di emergenza-urgenza nelle aree interne, un deficit strutturale di 150 milioni l’anno, un aumento delle tasse per 42,5 milioni di euro, tagli ad ogni settore della Regione, 500 milioni di euro di Edilizia Sanitaria fermi da 7 anni, un Pnrr che sulla sanità territoriale in Abruzzo non decolla, un Servizio sanitario regionale che è al diciottesimo posto sui Livelli Essenziali di Assistenza. Questi sono i numeri del fallimento targato Marsilio che parlano chiarissimo e non danno scuse né attenuanti che possano reggere”.

Conclude Paolucci: quello di Marsilio, “è stato un intervento sconsiderato di un Presidente che non si rende conto né della situazione attuale del nostro sistema sanitario regionale e che la butta in caciara accusando sempre gli avversari politici perché non ha né consapevolezza, né contenuti e neanche i modi corretti per aprire un tavolo serio di confronto. A quello lo aspettiamo, per parlare sinceramente agli abruzzesi, cosa che non è accaduta finora, con cifre e documenti alla mano”.