Domenica, 25 Maggio 2025 Abruzzo

I precari della ASL aquilana sul piede di guerra

“Auspichiamo la presenza del Cdx alla capigruppo, vergognosa assenza di Biondi"

“La partecipatissima assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori precari della Asl 1, tenutasi ieri mattina, ha tracciato la strada per portare avanti la vertenza a difesa dei posti di lavoro a rischio. Lavoratrici e lavoratori hanno inteso ribadire, di nuovo, che non chiedono il congelamento del concorso istruito dalla Asl 1 bensì la tutela dei loro posti di lavoro, avendo garantito, per oltre vent’anni, la continuità amministrativa e assistenziale dell’azienda sanitaria”.

Lo scrivono, in una nota, Stefano Albano, segretario provinciale e capogruppo Pd, Nello Avellani, segretario comunale Pd, Stefano Palumbo, consigliere comunale Pd, Stefania Pezzopane, consigliera comunale Pd, Pierluigi Iannarelli, segretario comunale Si, Lorenzo Rotellini, consigliere comunale Avs, Simona Giannangeli, consigliera comunale L’Aquila coraggiosa, Paolo Romano, consigliere comunale L’Aquila Nuova, Alessandro Tomassoni, consigliere comunale Gruppo misto.

La nota completa.

“Una richiesta giusta e legittima, cui dare risposta immediata attraverso soluzioni possibili che, come ribadito dai sindacati, si potrebbero perseguire se solo ci fosse la volontà di Regione e Asl di aprire un tavolo di concertazione che andrebbe convocato in tempi brevissimi.

Noi ci siamo, siamo accanto alle lavoratrici e ai lavoratori, con i sindacati, pronti a sostenere in ogni modo possibile la vertenza.

A partire dalla conferenza dei capigruppo che abbiamo chiesto, ed ottenuto, per mercoledì 28 maggio: ci auguriamo che il sindaco dell’Aquila, i rappresentanti politici in Regione e i vertici aziendali siano presenti, affinché la commissione possa essere un primo passo, concreto, verso la convocazione di un tavolo tecnico sindacale.

Che si persegua la via dell’internalizzazione o della società in house, che sia necessario un intervento legislativo nazionale o regionale, in questo territorio – negli anni – si sono risolte vertenze ben più complesse, lavorando in modo unitario.

Questa è la strada, e su questa strada noi siamo disposti a dare il nostro pieno contributo.

Ci vuole, però, la volontà politica di risolvere la vertenza. In questo senso, l’assenza all’assemblea degli esponenti aquilani di centrodestra eletti in Parlamento, in Regione ed in Provincia e, soprattutto, l’assenza del sindaco dell’Aquila che, tra l’altro, è il Presidente del Comitato ristretto dei sindaci oltre che Presidente di Anci Abruzzo, è un bruttissimo segnale, davvero preoccupante.

Biondi ha dimostrato, una volta di più, di non essere affatto interessato al destino delle 150 lavoratrici e lavoratori, di non essere interessato al futuro delle loro famiglie, al contraccolpo economico negativo che i licenziamenti avrebbero sul territorio, oltre che al diritto alla cura delle aquilane e degli aquilani che subirebbero l’ennesima restrizione dei servizi se davvero si dovesse arrivare al licenziamento dei 150 precari storici Asl.

La sua assenza dice più di mille parole.

Ha provato a buttarla in caciara, il sindaco dell’Aquila, ponendo squallidamente la questione su un piano di contrapposzione politica, personalizzando volgarmente lo scontro attaccando il consigliere regionale Pietrucci e persino i sindacati, usando parole sconcertanti incapace di offrire soluzioni, di aprirsi al confronto e al dialogo per trovare una soluzione che possa salvaguardare i posti di lavoro.

Sappia che non gli permetteremo di sfuggire alle sue responsabilità, di sacrificare il futuro di aquilane e aquilani sull’altare dello scontro politico per difendere gli interessi del suo partito.

Si abbandoni la contrapposizione politica e si convochi subito un tavolo di concertazione con i sindacati e l’azienda sanitaria per trovare una soluzione, come si è fatto in passato su altre vertenze ben più complesse.

Noi siamo pronti a fare la nostra parte, come sempre, a metterci a disposizione della governance politica e aziendale per salvaguardare il perimetro occupazionale: i 150 posti di lavoro vanno difesi, ad ogni costo e, in questi casi, le casacche politiche si dovrebbero abbandonare per dare risposta, tutti insieme, alle lavoratrici e ai lavoratori”.