Martedì, 8 Aprile 2025 Abruzzo

FIRA: Gianni Chiodi favorito per il ruolo di A.D.

In corsa anche Mauro Miccio, verso la nomina

Verrà rivelato a breve il nome del nuovo amministratore delegato della Fira, la finanziaria regionale abruzzese e, anche se c’è ancora il massimo riserbo, secondo quanto trapela, potrebbe essere l’ex presidente della Regione Gianni Chiodi.

L’ufficialità comunque ci sarà domani, secondo quanto annunciato in una nota dal presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio, che ha convocato una conferenza stampa presso Fira Station,  all’interno della Stazione Centrale di Pescara, alla presenza anche del presidente della Finanziaria regionale abruzzese, Giacomo D’Ignazio, e l’Ad uscente, Stefano Cianciotta, lo scorso febbraio nominato capo di Gabinetto del presidente.

Un nome, quello di Chiodi, secondo fonti teramane, dato attualmente per certo al 99% anche se non è ancora definitivamente escluso dalla corsa il professor Mauro Miccio, nel 2021 nominato commissario di Governo della Zes, la Zona Economica speciale (Zes), su cui si è riflettuto molto.

Chiodi, noto e stimato commercialista teramano, già presidente della Regione dal 2009 al 2014 ed ex commissario che ha risanato i conti della Sanità, nei giorni scorsi è stato assolto, dopo una lunga vicenda giudiziaria, insieme all’ex assessore alla Sanità Lanfranco Venturoni, nell’ambito del processo sui tetti di spesa delle cliniche private.

Lo stesso ex presidente della Regione, sui social ha commentato: “Quattro processi, 10 reati contestati (non però la corruzione), senza che avessi fatto niente di male, tutte assoluzioni perché il fatto non sussiste. Ero diventato l’unico politico in Italia, ma credo anche nel mondo, ad essere stato messo sotto processo per i rapporti con alcune cliniche private NON per aver ricevuto da loro mazzette o favori, ma per averle ‘violentate’ per costringerle a firmare un contratto contenente un tetto di spesa più basso salvaguardando così la sanità pubblica, gli equilibri finanziari della sanità regionale. Tutto scoppiò a tre mesi dalle elezioni regionali”.

:”Sarà stato un caso, per fortuna un caso (per me) fortunato, infatti mi ha costretto a non occuparmi più della cosa pubblica perché se lo fai come va fatto, combattendo le lobbies che si alimentano di soldi pubblici (dei cittadini), allora fa male alla ‘salute’ davvero. Bene così, oggi sto bene perché la qualità della mia vita è migliore di allora e so che lo è anche quella di Lanfranco Venturoni”.