Mercoledì, 21 Agosto 2024 Nazionali"Niente asili nido per i comuni montani e i centri più piccoli": l'allarme lanciato da UncemPer il presidente regionale Lorenzo Berardinetti, "i criteri minimi inseriti nel bando per l’assegnazione dei contributi sono assurdi"Niente asili nido per i comuni montani e i centri più piccoli, con meno di 5mila o 3mila abitanti. A lanciare l’allarme è l’Uncem (Unione nazionale comuni comunità enti montani), che in una nota precisa: "Sul bando nazionale una interrogazione parlamentare ha permesso al Ministro Valditara di ribadire un punto politico grave, che già intuivamo, da lui confermato: il bando ha escluso i piccoli comuni mettendo dei parametri fuori scala per i nostri territori e per i paesi con minor popolazione. Dunque, niente asili e niente finanziamenti. Anche prevedendo aggregazioni di Comuni, come detto dal Ministro a Uncem, e come Uncem da sempre sostiene, nonostante difficoltà per via della mancanza in Italia di strutturate aggregazioni quali Unioni montane e Comunità montane, non si sarebbero raggiunti i parametri del bando, quindi ad appannaggio solo delle aree urbane, grandi e medie città. Fortunate loro". "Noi nei territori montani di asili nido abbiamo bisogno e il Piano di finanziamenti con bando nazionale, 735 milioni di euro per 1900 interventi in Italia a valere sul Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) non può essere solo per chi già ha asili, per i comuni più strutturati e dimenticare le realtà rurali con meno di 5mila o 3mila abitanti", si legge ancora nella nota. Per il presidente nazionale Uncem Marco Bussone, ma anche per il presidente regionale Lorenzo Berardinetti, "i criteri minimi inseriti nel bando per l’assegnazione dei contributi sono assurdi". Sono parametrati sulla popolazione residente nella fascia d’età 0-2 anni di almeno 60 bambini e sulla copertura del servizio di asilo nido nella stessa fascia d’età inferiore al 33 per cento. "Mettere in condizione i piccoli comuni di montagna di assicurare l’accesso a tutti i bambini da 8 mesi in poi, significa creare le condizioni affinché le giovani famiglie possano continuare a vivere nel proprio Comune senza doversi trasferire, magari attraendone delle nuove», evidenzia Marco Bussone. «Per ogni bambino che trova spazio in un nido ci sono almeno tre persone che rimangono a vivere in montagna. Abbiamo chiesto al Ministro di avere un tavolo serio per riorganizzare la scuola, tutti i livelli 0-18 nelle aree rurali e montane, dove la crisi demografica impone pensiero e azione, non solo numeri. Ma niente. Non ci ha risposto". |