Domenica, 2 Giugno 2024 Nazionali

Mattarella, “Come il 2 Giugno 1946 impegno per la pace, la libertà'”

" Quel voto, all’avvio della vita democratica,– rappresentò per gli italiani una chiamata alla responsabilità"

 “Come il 2 giugno del 1946 “avvertiamo – oggi a livello mondiale – l’esigenza di impegnarsi per la pace, di perseguire insieme ovunque libertà e sviluppo, democrazia e diffusione del benessere, maturazione civile, crescita economica e dei diritti: questa ci appare, nella comunità internazionale, la grande sfida, l’orizzonte che abbiamo di fronte. Rifiutando con determinazione baratti insidiosi: sicurezza a detrimento dei diritti, assenza di conflitti aggressivi in cambio di sottomissione, ordine attraverso paura e repressione prosperità economia in cambio di sudditanza”.

Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando al Quirinale in occasione del concerto per la festa della Repubblica.

Oggi , alle 9.15, il presidente Mattarella, alla presenza delle più alte cariche istituzionali, rende omaggio al Milite Ignoto all’Altare della Patria con la deposizione di una corona d’alloro.
L’evento viene trasmesso in diretta televisiva su Rai Uno, con un’edizione straordinaria del Tg1 a partire dalle 9.

Nel pomeriggio apertura al pubblico dei Giardini del Quirinale, dalle ore 16.30 alle 18.30, riservata alle fasce deboli della popolazione coinvolte tramite invito. Durante l’apertura, si esibiscono la Banda Anbima delle Marche, il Coro giovanile campano e pugliese Feniarco e la Banda Interforze.
Ha aggiunto il presidente Mattarella: “Con l’invasione dell’Ucraina – un Paese indipendente e sovrano – la Russia ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa e scavato nuovamente un solco tra i paesi del continente che sognavamo in pace e collaborazione, liberi e democratici da Lisbona a Vladivostok. La Federazione Russa ha demolito l’architettura di sicurezza che ha garantito pace e stabilità al continente europeo per lunghi decenni, sin dagli Accordi di Helsinki della metà degli anni settanta; e ha lanciato una nuova, angosciosa, corsa agli armamenti. Si tratta di un comportamento tanto più grave in quanto posto in essere da uno dei Paesi su cui ricadono maggiori responsabilità nella comunità internazionale, in quanto membro permanente del Consiglio di Sicurezza”.

“Il 2 giugno del 1946, l’Italia sceglieva la Repubblica. Quel voto – all’avvio della vita democratica – rappresentò per gli italiani una chiamata alla responsabilità. In quegli anni di speranze diffuse, le aspirazioni al benessere e al miglioramento della condizione personale, procedevano insieme alle conquiste democratiche e sociali” ha sottolineato Sergio Mattarella

Riguardo alla guerra in Medio Oriente, Mattarella ha detto: “Occorre avviare subito un processo che ponga termine ai massacri e conduca finalmente a una pace stabile, con il pieno e reciproco riconoscimento dei due Stati di Israele e di Palestina, necessariamente in tempi ravvicinati affinché sia realmente possibile. Nell’immediato, ribadiamo l’imperativo di dare piena attuazione a quanto richiesto dal Consiglio di Sicurezza per il cessate il fuoco, l’accesso umanitario incondizionato alla popolazione di Gaza e la liberazione degli ostaggi sequestrati nel corso del disumano attacco del 7 ottobre”.

LA FESTA DELLA REPUBBLICA

Il 2 e il 3 giugno del 1946 si tenne il referendum istituzionale con il quale gli italiani vennero chiamati alle urne per decidere quale forma di Stato – monarchia o repubblica – dare al Paese.[1] Il referendum fu indetto al termine della seconda guerra mondiale, qualche anno dopo la caduta del fascismo, il regime dittatoriale che era stato lasciato agire da Casa Savoia – anche con vivo sostegno da parte dei suoi membri – per più di 20 anni.

I sostenitori della repubblica scelsero il simbolo dell’Italia turrita, personificazione nazionale dell’Italia, da utilizzare nella campagna elettorale e sulla scheda del referendum sulla forma istituzionale dello Stato, in contrapposizione allo stemma sabaudo che rappresentava invece la monarchia.

Ciò scatenò varie polemiche, visto che l’iconografia della personificazione allegorica dell’Italia aveva, e ha tuttora, un significato universale e unificante che avrebbe dovuto essere comune a tutti gli italiani e non solo a una parte di loro. Questa fu anche l’ultima apparizione in ambito istituzionale dell’Italia turrita.

Differenza in punti percentuali tra i voti per la Repubblica e quelli per la Monarchia (il rosso/arancione indica la prevalenza della scelta monarchica). Premere sull’immagine per aprire il file SVG interattivo con i dati

Il referendum istituzionale fu inoltre la prima votazione a suffragio universale indetta in Italia.

Il risultato della consultazione popolare, 12 717 923 voti per la repubblica e 10 719 284 per la monarchia (con una percentuale, rispettivamente, di 54,3% e 45,7%), venne comunicato il 10 giugno 1946; il 18 giugno la Corte di cassazione, dopo 85 anni di regno, sancì la nascita della Repubblica Italiana.

Il re d’Italia Umberto II di Savoia, per evitare che gli scontri tra monarchici e repubblicani, manifestatisi già con fatti di sangue in varie città italiane, si potessero estendere in tutto il Paese, decise di lasciare l’Italia e il 13 giugno andò in esilio in Portogallo.[5] Dal 1º gennaio 1948, con l’entrata in vigore della Costituzione della Repubblica, fu proibito ai discendenti maschi di Umberto II di Savoia l’ingresso in Italia; tale disposizione fu abrogata nel 2002.[6]

L’11 giugno 1946, primo giorno dell’Italia repubblicana, venne dichiarato giorno festivo.