Giovedì, 14 Marzo 2024 Nazionali

20 misure cautelari per ingressi illegali di migranti e falsi braccianti

Uno dei presunti procacciatori individuato a Vasto

Coinvolge anche l'Abruzzo, e in particolare la provincia di Chieti, la maxi operazione contro frodi previdenziali e immigrazione clandestina è stata messa a segno all’alba di oggi, a Cerignola. Uno dei presunti procacciatori, infatti, si trovava a Vasto.

Come ricostruisce Foggia Today, sono state eseguite 20 misure cautelari dai finanzieri della compagnia di Cerignola e del nucleo di polizia economico finanziaria di Foggia a carico di altrettanti indagati, tra cui imprenditori, professionisti e funzionari pubblici, per le ipotesi di reato di associazione a delinquere, truffa aggravata per il conseguimento indebito di erogazioni pubbliche, favoreggiamento all’immigrazione clandestina, peculato, riciclaggio, falso in atto pubblico, contraffazione di sigilli e traffico di influenze illecite. Sono stati eseguiti anche sequestri per oltre 5 milioni di euro.

Due i filoni d’indagine dell’operazione coordinata dalla procura di Foggia: il primo è attinente a una ingente truffa previdenziale e assistenziale, con centinaia di falsi braccianti agricoli e sussidi indebitamente percepiti per diversi milioni di euro; il secondo teso a favorire, dietro pagamento di somme di denaro, l’ingresso nel territorio nazionale di extracomunitari mediante fittizie assunzioni lavorative.

La persona che si trovava a Vasto, secondo l'indagine, sarebbe coinvolto in un filone investigativo basato sull'utilizzo di società fittizie per agevolare dietro pagamento di una somma di denaro, l’ingresso nel territorio nazionale di cittadini extracomunitari a fronte di assunzioni ritenute fasulle. Infatti, attraverso ulteriori società agricola fantasma, gli indagati avrebbero richiesto l’assunzione di 337 lavoratori extracomunitari beneficiando del cosiddetto ‘Decreto Flussi’.

In tal modo sarebbe stato garantito agli extracomunitari il rilascio del visto di ingresso in Italia per motivi di lavoro a fronte del pagamento di una somma di denaro, pari a circa 3.000 euro a persona. Questo filone d'indagine coinvolge un imprenditore agricolo cerignolano, in concorso con 9 persone, ritenute procacciatori, dislocate su tutto il territorio nazionale.