Lo "sdijuno abruzzese"

Molti sono i programmi televisivi dove il saper cucinare ed il saper elaborare piatti succulenti è diventata una vera e propria arte e gli chef stellati emergono meritoriamente come artisti innovatori. E’ anche vero che, bisogna tenere presente quali alimenti sono più salutari per l’individuo in senso lato. “Fa che il cibo sia la tua medicina e la tua medicina sia il tuo cibo” è la celebre frase del grande Ippocrate. Molto spesso ignoriamo la cultura alimentare e volutamente la correlazione tra cibo e salute ed è risaputo che siamo quello che mangiamo.
Si è constatato da ricerche scientifiche che l’elisir di lunga vita è da attribuirsi anche agli Abruzzesi particolarmente delle zone interne del Gran Sasso e della Maiella. Il segreto consiste in un’ antica
abitudine alimentare insieme a fattori ambientali e genetici, dove la civiltà contadina può tranquillamente vantarsi della saggezza spontanea ed innata dei nostri avi. Ricordandoci che “Lo sdijuno abruzzese”, composto da una leggera colazione all’alba prima di andare nei campi a lavorare, ed un pasto abbondante ed ipocalorico da consumare verso le 11:30 del mattino, che comprendeva pane “onde” (pane e olio), peperoni, salumi, frittata, la famosa casigne (cicoria selvatica) ……

Il quale pasto forniva l’energia necessaria per l’intera giornata e la sera una cena frugale. Questi nostri contadini mangiavano ad orari regolari tra la cena alle 19:00 e le 11.30 del giorno successivo osservando un periodo lungo di digiuno. Nelle zone del Vastese vi sono famiglie che ancora continuano ad osservare e rispettare questa
antica e salubre alimentazione. La scienza sta dimostrando che esiste un collegamento fra longevità e crononutrizione ritenendola un fattore chiave per vivere a lungo e bene. Gli studi continueranno coinvolgendo altre zone del territorio Abruzzese, con il fine di trasmettere l’eredità alimentare dei saggi centenari abruzzesi.

Lucia Desiati