Giovedì, 25 Maggio 2023 VasteseOperaio morì schiacciato da un robot all'interno della SevelLa ditta esterna per la quale l'uomo lavorava è stata condannataMorì tre anni fa dopo essere finito sotto un robot nello stabilimento Sevel di Atessa (Chieti), il gup di Lanciano Giovanni Nappi ha comminato la prima condanna per omicidio colposo e violazione delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro nei confronti di Renato Di Carlo, 59 anni, di Cassino (Frosinone), legale rappresentante e datore di lavoro della ditta Sinergia, difeso dall’avvocato Giancarlo Visone. La pena, con rito abbreviato, è stata di un anno e 6 mesi di reclusione, col beneficio della sospensione. Per la morte dell’operaio esterno 28enne Cristian Terilli, di Pignataro Interamna (Frosinone), a dicembre 2022 il gup aveva rinviato a giudizio, con le medesime accuse in concorso, anche Giancarlo Torrice di Cassino, sempre della Sinergia, difeso da Sandro Salera, e Pietro Ottavis della Comau, 60 anni, di Grugliasco (Alessandria), difeso dall’avvocato Giovannandrea Anfora. Per i due inizierà il processo ordinario il prossimo 19 settembre. Gli imputati fanno parte della Comau di Torino, azienda della galassia ex Fca che vinse l’appalto, e della ditta di subappalto Sinergia srl di Cassino. Dall’inchiesta era già uscita di scena la Sevel i cui responsabili sono stati prosciolti per l’assoluta estraneità ai fatti all’evento del 3 gennaio 2020. Assolti così i rispettivi responsabili aziendali e della sicurezza Sevel, Angelo Coppola e Aleandro Oviedo Martin. Terilli – che ha lasciato la moglie e due figli piccoli – morì sul colpo, schiacciato dal crollo di un impianto robotico, un pesantissimo castelletto di traslazione che supporta le fiancate del furgone Ducato. Nessuna valutazione di rischio, accusa il pm Serena Rossi, sulla caduta dei bilancini durante le fasi dello smontaggio dalla linea tiranti, trattandosi di un’operazione di adeguamento e modifica del macchinario, non prevista dai relativi manuali di uso e manutenzione. Per la Procura ci furono negligenza, imperizia e imprudenza nonché violazione delle norme sulla sicurezza. Quanto alle accuse contro Di Carlo, primo condannato, la Procura contestava anche di aver omesso di redigere uno specifico documento di valutazione dei rischi connessi ai lavori da eseguire. |