Sabato, 10 Settembre 2022 Nazionali

La Procura di Roma indaga sul passaggio di Autostrade da Benetton a CDP

L'inchiesta è partita a seguito di un esposto presentato da D'Alfonso

La Procura della Repubblica di Roma sta indagando sulla vendita di Autostrade per l’Italia  da parte di Atlantia dei Benetton, per oltre 8,2 miliardi, avvenuto dopo il crollo del ponte Morandi di Genova e i suoi 43 morti, alla holding Hra, il veicolo societario con cui il 5 maggio scorso la Cassa depositi e prestiti  e i fondi Blackstone e Macquarie, hanno rilevato dal’88%  delle azioni della concessionaria autostradale.

A rivelarlo il quotidiano Domani, in un articolo di Giorgio Meletti, e tutto è partito da un esposto del senatore abruzzese del Partito democratico, Luciano D’Alfonso, ex presidente della Regione Abruzzo, candidato al proporzionale alla Camera alle elezioni del 25 settembre. Esposto partito in qualità di presidente della commissione Finanze del Senato, in quanto non si è proceduto ad una gara europea, e con l’accusa di una serie di reati che vanno dalla truffa aggravata all’abuso d’ufficio passando per la turbativa d’asta.

Nel pool di magistrati che stanno indagando anche il pm Gennaro Varone, oggi a Roma e per molti anni a Pescara dove, ironia della sorte, mise sotto inchiesta per corruzione proprio D’Alfonso, quando era sindaco di Pescara. Un processo che si è concluso con l’assoluzione di tutti e che vedeva coinvolto anche l’amico stretto di D’Alfonso, Carlo Toto, gestore di Autostrada dei Parchi.

E la vicenda riguarda indirettamente anche la revoca in danno da parte del governo di Mario Draghi dell’autostrada a24-25 alla società di Strada dei Parchi della holding di Toto, per “grave inadempimento”, con una evidente “disparità di trattamento”, sostengono il legali di Sdp, rispetto a quello che è accaduto con Aspi, nonostante il crollo del ponte. Il Tar del Lazio si occuperà il 20 settembre del ricorso di Strada dei parchi.

“I cascami giudiziari dell’operazione – scrive Meletti – che ha visto la holding controllata dalla famiglia Benetton incassare 8,2 miliardi come “punizione” per il crollo del ponte Morandi e la conseguente morte di 43 persone, stanno creando vivo imbarazzo a Palazzo Chigi e in tutto il mondo politico”.

Tutto parte dal crollo del Morandi e dall’apertura del procedimento di revoca della concessione alla famiglia Benetton anche qui per “grave inadempimento”, avviata dall’ex ministro grillino Danilo Toninelli che, con la caduta del primo governo Conte, ha passato la palla al sostituto dem Paola De Micheli.

“L’evidente la volontà di De Micheli, – scrive ancora Meletti –, del Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri (Pd) e del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio di guardare con benevolenza agli interessi dei Benetton ha condotto a una soluzione (prima subita da Conte e poi ereditata e attuata da Mario Draghi) giuridicamente bizzarra: una transazione in cui non le parti interessate (il ministero concedente e la concessionaria) ma il governo e l’azionista di Autostrade per l’Italia, Atlantia, inventano una pena non prevista dall’ordinamento e non inflitta alla concessionaria ma al suo azionista. Nasce così l’obbligo per Atlantia di vendere Aspi non con una gara pubblica ma obbligatoriamente a Cassa depositi e prestiti e ai due soci che l’istituto statale ha scelto liberamente, i fondi Blackstone e Macquarie”.

E così il presidente della commissione finanze del Senato Luciano d’Alfonso ha scritto il 23 luglio 2021 al procuratore aggiunto Paolo Ielo che si occupa dei reati contro la pubblica amministrazione.

Scrive Meletti: “dal poco il trapela il senatore del Pd ipotizza a carico degli alti burocrati che hanno perfezionato il complesso meccanismo una serie di gravi reati, dalla truffa aggravata dall’abuso d’ufficio fino al PIN insidioso la turbativa d’asta. Al di là del regalo ai Benetton l’accusa più velenosa dal punto di vista di Draghi, molto affezionato alla sua reputazione di custode della legalità comunitaria, è di aver passato la concessione a Cassa depositi e prestiti ai suoi soci, senza passare attraverso una gara Europea.