Dalla Cgil riceviamo e pubblichiamo la seguente nota:
Sulla problematica della Cardiochirurgia di Chieti la CGIL FP rivendica che dal febbraio 2015 ha pubblicato un comunicato sul malessere che si respirava all’interno del reparto e della sala operatoria di cardiochirurgia, sia da parte degli infermieri strumentisti che dei cardiochirurghi. Il nostro appello rimase inascoltato.
Quando interviene la magistratura si registra sempre il fallimento di chi poteva e doveva controllare, in
questo caso la direzione generale.
L’attuale direttore generale ha le stesse colpe dei suoi predecessori, infatti, era il 16 ottobre dello scorso anno quando visitava il reparto di cardiochirurgia insieme all’assessore Verì, fu messo al corrente della situazione e gli venne chiaramente detto del malessere dei cardiochirurghi e della loro frustrazione perché non erano messi in condizione di poter svolgere al meglio la loro professione. Cosa ha fatto? Nulla oltre che, così pare, nominare una costosa Audit di cui non si sa l’esito.
Ma anche dopo la sospensione del prof. Di Giammarco, si riscontra l’inerzia di questa Direzione Generale, infatti si è lasciato tutto com’era. Nessun provvedimento di discontinuità è stato preso per dare una guida sicura alla cardiochirurgia, eppure sono passati più di quattro mesi. Eppure esiste il CCNL e il Regolamento aziendale che indica il percorso da seguire per nominare un Direttore Facente Funzioni nelle more del concorso per un nuovo primario.
Ma cosa possiamo aspettarci da un D.G. che tanto dice e nulla fa, dopo più di un anno dal suo insediamento non è stato capace di produrre un atto aziendale. Dopo il suo arrivo, quando si è degnato di incontrare le Organizzazioni Sindacali, dichiarava che:
- entro tre mesi avrebbe approvato “il suo atto aziendale”;
- avrebbe concluso il concorso infermieri entro marzo 2020;
- si sarebbe occupato personalmente del Laboratorio analisi pel P.O. di Chieti riconoscendo che occupa spazi non a norma.
Nulla di tutto ciò è stato fatto.
A proposito del deficit di questa ASL, l’inchiesta della magistratura ha portato alla luce che molto denaro veniva speso perché si è permesso di acquistare attrezzature e presidi al doppio del valore senza fare le gare d’appalto, adesso ci piacerebbe sapere quanto si spende in consulenze legali.
Il Segretario Generale
(Sergio Zinni)