Giovedì, 2 Febbraio 2017 Vasto

Vasto è sotto shock, una tragedia nella tragedia

Il Procuratore Capo Giampiero Di Florio:"Il problema della rete è serio e la gioventù è malsana"

Una tragedia nella tragedia quella che si è consumata ieri pomeriggio a Vasto in viale Perth sulla circonvallazione Istoniense. Un omicidio. A freddo. Dinanzi ad un bar. E sotto gli occhi di molti passanti. La vittima e l’omicida, due giovani vastesi molto conosciuti. Italo D’Elisa, 22 anni la vittima e Fabio Di Lello, 33 l’omicida.

Una tragedia iniziata sette mesi fa, il primo luglio scorso, quando Italo D’Elisa provocò l’incidente, all’incrocio tra c.so Mazzini e via Giulio Cesare, in cui trovò la morte la 34enne Roberta Smargiassi moglie di Fabio Di Lello. Un impatto violento. L’auto di D’Elisa che prende in pieno lo scooter della Smargiassi travolgendola e scaraventandola a terra in una pozza di sangue. L’auto che termina la sua corsa contro un’altra auto. La corsa frettolosa in ospedale, ma per Roberta troppe, e troppo profonde, le ferite riportate. Morì pochi minuti dopo al suo arrivo al San Pio.

Un dolore mai lenito quello di Lello, una richiesta frettolosa ed incessante di giustizia per la perdita della sua giovane moglie, la richiesta di rinvio a giudizio del processo firmata alla fine del 2016 che vedeva D’Elisa imputato. Un’accettazione questa sempre rifiutata da Di Lello. E ieri pomeriggio si è consumata l’altra tragedia.

Quattro i colpi d’arma da fuoco sparati a distanza molto ravvicinata che hanno colpito al petto il giovane D’Elisa che ha trovato la morte immediata. Dopo averlo atteso all’uscita del bar Drink Water, Di Lello ha estratto la semiautomatica e ha freddato D’Elisa che, alla sua vista, ha cercato di fuggire in sella alla sua mountain bike, ma i colpi di pistola l’avevano già raggiunto. Il suo corpo è caduto a terra privo di vita. Dopo aver sparato, Di Lello si è diretto sulla tomba della moglie e, avvolgendola in busta di plastica, ha lasciato lì l’arma del delitto. La sua chiamata ad un amico. La confessione dell’omicidio. E la costituzione ai Carabinieri.

Accorso immediatamente sul posto il padre di Italo, Angelo D’Elisa avrebbe gridato “Me l’avete ucciso!!”.

Dure, forti e significative le parole del Procuratore capo della Repubblica di Vasto Giampiero Di Florio “Non mi parlate della rete perché sono assolutamente contrario a queste forme di comunicazione. Vedo una gioventù malsana che non parla più, ormai ci si affida a questi commenti spregiudicati. Sono forme di violenza anche quelle. Non ho potuto partecipare giorni fa a un convegno al Festival della Scienza, che per la neve era stato rinviato, ma l’avrei voluto dire ai giovani: sono veramente stufo di queste comunicazioni in rete. La gente – ha concluso Di Florio- non parla più, e lì cova l’odio”.

Presenti sul posto oltre al Procuratore capo Di Florio, anche tutte le forze dell’ordine, il magistrato Gabriella De Lucia, il maggiore Giancarlo Vitiello, il medico legale Pietro Falco.

Roberta Smargiassi vittima a soli 34 anni, Italo D’Elisa operaio in aspettativa della Denso vittima a soli 22 anni e Fabio Di Lello, panettiere e calciatore, ora rinchiuso nel carcere di Torre Sinello in attesa che venga fissata l’udienza dell’interrogatorio di garanzia.

Fabio Di Lello é assistito dagli avvocati Giovanni Cerella e Pierpaolo Andreoni che sono stretti nel riserbo più assoluto.

Fissato per il pomeriggio di oggi l’incarico, da parte del magistrato Gabriella De Lucia, al medico legale Pietro Falco per effettuare l’autopsia sul corpo di Italo D’Elisa.

Una tragedia iniziata sette mesi fa e che ieri pomeriggio è sfociata in un’ennesima tragedia.

Due giovani vite che non ci sono più, un’altra vita che vedrà ora il suo futuro cambiare per sempre. Tre famiglie distrutte. Che Di Lello si sia voluto far giustizia da sé, o che lo stesso Di Lello sia stato colto da “un’accecamento” di dolore e sfinimento per la morte della sua giovane moglie accentuato dal fatto che l’investitore sia, come in molti hanno detto, “a piede libero”, non tocca a noi deciderlo e dirlo. Sarà la magistratura a far chiarezza, a fare quella “giustizia” che SEMPRE e SOLO a lei TOCCA fare.

Significative le parole di Di Florio “La gente non parla più, è lì che cova l’odio”.