Sabato, 1 Settembre 2012 Abruzzo

Giallo sulla piattaforma Ombrina mare 2

Due pescatori avvistano un incendio sul pozzo della Medoilgas al largo di San Vito Chietino

Due chiamate nella notte di San Lorenzo alla Capitaneria di porto di Ortona che segnalano fiamme a un miglio e mezzo dalla costa di San Vito, in direzione del pozzo esplorativo di petrolio Ombrina Mare 2, di proprietà della società inglese Medoilgas spa. Parte da qui il mistero di un presunto incendio su una delle piattaforme petrolifere al largo della Costa dei trabocchi, un episodio su cui ambientalisti, residenti di San Vito e pescatori vogliono vederci chiaro. Perché di mistero si tratta.

Qualcuno, per l'esattezza due persone diverse, ha visto ben distintamente delle fiamme in mare e si è a tal punto allarmato che ha chiamato alle 2,40 del mattino del 10 agosto, la Capitaneria di porto. Una motovedetta è partita alla volta di San Vito alle 4 dopo aver avvisato la Capitaneria di porto di Pescara. A quel punto però delle fiamme nemmeno l'ombra. Il personale marittimo di Ortona non ha fatto altro che constatare che sul pozzo non c'era nulla.

«Spesso la gente si confonde» spiegano dalla Capitaneria di Ortona «ci vengono segnalati razzi in mare per chiedere soccorso e invece si tratta solo di riverberi o di lanterne di carta, tipo quelle utilizzate per le feste». Ma l'associazione frentana San Vito Bene comune vuole vederci chiaro. «Ci risulta che una nave di appoggio, che in genere lavora sui pontili e sulle piattaforme per problemi tecnici o di manutenzione» interviene Roberto Nardone «da quella famosa notte stazioni costantemente nei pressi di Ombrina Mare 2». Per l'associazione è da ritenere improbabile che ben due persone si siano confuse vedendo delle fiamme in mare. Alcuni pescatori hanno inoltre segnalato alla redazione del Centro che da diversi giorni il segnale acustico che avvisa della presenza in mare della piattaforma è intermittente o addirittura inesistente. «Abbiamo contattato la società petrolifera» spiegano alla Capitaneria di Ortona «e ci hanno detto che sono in atto delle normali operazioni di manutenzione ordinaria, tra cui quella di ridipingere le pareti della piattaforma. Gli operai al lavoro, per comodità e perché il suono continuo risulta fastidioso, disattivano il segnalatore». Il pozzo, secondo quanto accertato dalla Capitaneria, è completamente inattivo e chiuso. Resta tuttavia il disagio di una piattaforma petrolifera a poche decine di metri dalla riva e l'interrogativo su cosa fare del petrolio grezzo sotto il mare abruzzese.

Daria De Laurentiis

Fonte Il Centro