Giovedì, 30 Agosto 2012 VasteseConiv: l’acqua dei pozzi non è potabileInutilizzabili per usi domestici i 30 litri al secondo promessi nei giorni scorsi. Si aggrava l’emergenza nel VasteseDopo dodici ore all'asciutto ieri mattina, sulla riviera ,almeno per qualche ora, è tornata a sgorgare acqua dai rubinetti. Ma la tregua è destinata a durare poco. I 30 litri al secondo che il Consorzio di bonifica avrebbe voluto prelevare da tre pozzi di San Salvo e Montenero non potranno essere ceduti alla Sasi per uso potabile.
«L'acqua dei campioni che abbiamo analizzato non ha le caratteristiche per l'uso potabile . Non può essere distribuita ai cittadini e neppure alle industrie, perché le vasche di accumulo sono uniche» spiega l'ingegner Lino Prezioso, direttore del Coniv, l'ente che gestisce il depuratore del Consorzio industriale. Gli accertamenti del Coniv sono giustamente severi. Se l'acqua non ha le caratteristiche per l'utilizzo domestico non viene fornita neppure alle aziende. È l’ennesima doccia fredda per un comprensorio alle prese con una crisi idrica definita dagli esperti «drammatica ed eccezionale». A compensare parzialmente la pessima notizia, c’è che il Coniv avrebbe trovato una fonte alternativa. L’ingegner Prezioso ha infatti trascorso la giornata sulle sponde del fiume Trigno per verificare la possibilità di captare nuovi rigagnoli arrivati a valle. Grazie alla breve precipitazione dei giorni scorsi sul monte Capraro (1150 metri sul livello del mare) dove nasce il Trigno, ieri mattina, il letto del fiume appariva meno secco del solito. «Siamo riusciti a recuperare 20 litri al secondo», conferma il direttore del Coniv. Nel Vastese, tuttavia, prevale lo sconcerto per la mancata autorizzazione da parte delle Regioni Abruzzo e Molise all'utilizzo di 70 litri al secondo di acqua riciclata dal depuratore Coniv per uso industriale. «Che senso ha fare una conferenza pubblcia se poi quanto annunciato non viene mantenuto? Basta fare promesse che creano solo illusioni nella popolazione», attacca l'amministrazione comunale che stigmatizza il comportamento dei due governi regionalii. Salvo nuove precipitazioni, il Vastese rischia dunque di restare entro 48 ore completamente a secco. «I tecnici del consorzio controllano costantemente l'invaso di Chiauci. Se il livello dell’ acqua dovesse risalire aumenteremo i flussi idrici per il Vastese», spiega il presidente del Consorzio di bonifica di Vasto, Fabrizio Marchetti. La sete del comprensorio è tale da spingere i rappresentanti delle istituzioni ad accelerare il secondo invaso della diga. I responsabili del Registro italiano dighe (Rid) di Napoli arriverannoinfatti a fine mese a Chiauci per programmare le nuove operazioni sull’ invaso. A ottobre, sarà possibile captare 9 milioni di metri cubi d’acqua(attulmente la diga ne raccoglie 2 milioni ). La terza e ultima fase di riempimento della diga (14milioni e 200mila metri cubi di acqua) è prevista nel giugno 2013. Diga a parte, l'emergenza idrica 2012 sta esasperando i vastesi. In diversi quartieri cittadini interi condomini minacciano di avviare class action. «Noi paghiamo per intero un servizio che riceviamo a singhiozzo», protestano i cittadini . È assolutamente necessario ridurre la dispersione idrica in tutta la regione e nel comprensorio in particolare», osserva Legambiente. Per l'associazione ambientalista si deve passare dalla semplice gestione della domanda alla pianificazione dell'offerta, destinando a industria e agricoltura acque reflue depurate. Paola Calvano |