Giovedì, 2 Agosto 2012 Vastese

L'omicida di Gabriele Di Tullio ha un nome: è Federico Tiberio

Dopo aver sparato a Di Tullio, scambiandolo per un cinghiale, si era allontanato dal paese

Chi ha uccio Gabriele Di Tullio ha un volto ed un nome.
Questa il comunicato diramato al termine della identificazione e della confessione del reato.

Nella serata del 1° agosto 2012, i Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Chieti, della Compagnia di Ortona e della Stazione di Casalbordino, deferivano in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Vasto, Federico Tiberio, 60enne da Casalbordino, poichè ritenuto responsabile dell’omicidio di Gabriele Di ullio, perpetrato nelle campagne di contrada San Pietro Sud di Casalbordino, nella tarda serata del 29 luglio 2012.
La Polizia Giudiziaria procedente, dopo aver effettuato specifiche attività finalizzate a riscontrare le diverse ipotesi investigative emerse nell’immediatezza del grave fatto di sangue, focalizzava l’attenzione investigativa sull’indagato sin dalla sera del 31 luglio u.s. allorquando la di lui moglie presentava presso la Stazione Carabinieri di Casalbordino una denuncia di allontanamento volontario del coniuge dalle ore 06,30 del 30 luglio; mentre nella tarda serata del 31 luglio, Federico Tiberio, rientrato volontariamente alla propria abitazione, si presentava presso la suddetta stazione riferendo di essersi allontanato per dissapori familiari e di essersi recato nel Nord Italia presso conoscenti con la propria automobile.
Il giorno successivo, il predetto, dopo aver fornito una prima ammissione ai militari operanti, rendeva ampia e circostanziata confessione, nel corso di interrogatorio, al Sostituto Procuratore della Repubblica di Vasto, procedente, dott. Giancarlo Ciani, alla presenza del legale di fiducia.
Federico Tiberio riferiva sostanzialmente che, nella tarda serata del 29 luglio, trovandosi a caccia di frodo al cinghiale nel podere della famiglia Di Tullio, aveva esploso un colpo di fucile calibro 12 all’indirizzo di quello che riteneva essere un cinghiale. Resosi conto dell’errore, colto dal panico, si era dato alla fuga rifugiandosi nella propria abitazione dalla quale si era allontanato la mattina successiva.
Su disposizione del P. M., venivano altresì sottoposti a sequestro tre fucili da caccia cal. 12 e numerose munizioni dello stesso calibro, di proprietà dell’indagato, al fine degli opportuni accertamenti tecnici con un bossolo di cartuccia cal. 12 rinvenuto e repertato sul luogo del delitto.