Sabato, 25 Febbraio 2006 Notizie

Per mons. Bruno Forte c'è chi prevede un futuro da presidente della Cei

Una indiscrezione pubblicata su "Libero" e da noi ripresa ipotizza questa soluzione

Da Libero leggiamo e pubblichiamo la seguente nota che parla del futuro del nostro Arcivescovo mon. Bruno Forte. "Finale di carriera con sorpresa per due porporati importanti in Vaticano. Indovinate chi? Ma sì, proprio loro, il segretario di Stato Angelo Sodano e il presidente della Cei Camillo Ruini. Che entro il 2007, stando a quanto risulta ad Affari, lasceranno la Curia. Arrivederci Roma.: Il cardinale Ruini, riconfermato qualche giorno fa, sarebbe il primo a saltare. La mossa fatta dal Papa avrebbe questo senso: attendere gli sviluppi della politica italiana dopo il 9 aprile, e regolarsi di conseguenza. Dall'Appartamento Apostolico fanno sapere che la politica ruininana di forte presenza nella vita pubblica nazionale non solo non sarebbe riuscita gradita al pontefice dai passi felpati (ma decisi), ma avrebbe a suo modo di vedere (e di tanti in Curia) fatto fiasco. Tenuto conto del fatto che Benedetto XVI vorrebbe concedere al suo grande elettore l'onore delle armi, la conferma fino a nuovo ordine varrebbe fino all'appuntamento che tutti i vescovi italiani si daranno a Verona, ossia al Convegno Ecclesiale nazionale in programma dal 16 al 20 ottobre di quest'anno. E già lì, forse, sarà dato l'annuncio della successione. Come te nessuno mai.: Già: ma con chi sostituire uno come il cardinale Ruini? Non necessariamente con un altro cardinale, come ha dimostrato la scelta del Santo Padre di procedere all'invio di una lettera sub secreto pontificio (cioè sotto segreto pontificio: chi la rivela viene immediatamente scomunicato e può essere assolto solo dal Pontefice in persona), il cui contenuto non è stato reso noto ma che, stando a quanto sarebbe trapelato, avrebbe contenuto la richiesta ad esprimere una segnalazione in merito al successore del porporato emiliano da quasi vent'anni alla guida della Cei. Il gesto ha due messaggi: uno, diretto alla Cei, che implica una inevitabile riduzione di ruolo (questo il senso: "non siete i miei luogotenenti in Italia, all'Italia ci penso io") e la riconduzione, secondo i maligni, a più miti consigli: "si stavano troppo ad allargà", ci dicono con bonario accento capitolino da Oltretevere. Due, diretto ai vescovi: anche se il Papa continuerà a decidere in piena autonomia, nel prossimo futuro ci potrà essere anche un non cardinale a capo della Cei, dunque una figura di 'rango' e potere inferiori. Due i nomi in pole position che i vescovi italiani voterebbero di corsa: monsignor Bruno Forte, vescovo di Vasto e fine teologo, e monsignor Vincenzo Paglia, vescovo di Terni. Sponde politiche orientate verso il centrosinistra, Paglia potrebbe tenere i rapporti con un'Italia governata dall'Unione.